Opera di Roma. Bohème tra i fiocchi di neve a Caracalla

Articolo di: 
Livia Bidoli
La Bohème a Caracalla

Un nuovo allestimento per la Bohème  in collaborazione con Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia, con regia, scene e luci a cura di Davide Livermore e la direzione dell'astro musicale Daniele Rustioni. Dal 14 luglio fino al 9 agosto in programma alle Terme di Caracalla: la musica di una delle opere più celebri di Puccini, e con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Canto Corale del Teatro dell'Opera diretta da José Maria Sciutto; direttore del Coro del Teatro dell'Opera di Roma, Roberto Gabbiani.

Una Bohème sfortunatissima questa di Caracalla quest'anno: scioperi a non finire, due serate con il solo pianoforte e l'Orchestra che protesta contro quel che si profilava come un taglio sui contratti integrativi dei Maestri d'Opera. Tutto ciò ha portato a due “prime” senza orchestra – il 14 ed il 18 luglio  –, d annullare la recita del 26 e poi addivenire ad un accordo che dovrà essere confermato in settembre (il 30 è la data ultima) con il nuovo statuto e le nuove regole condivise col il Sovrintendente Carlo Fuortes eletto da pochi mesi con il cambio di giunta del Sindaco Marino. 

Una lettura tutta composta da quadri impressionisti, quella voluta da Livermore per la musica di Puccini ed il libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa che si ispira al romanzo francese Scène de la vie de Bohème di Henri Murger. Nella stesura finale l’opera sarà in quattro atti e quattro quadri. La prima rappresentazione avvenne al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1896, con la direzione di Arturo Toscanini.

La recensione si riferisce al 29 luglio, con l'Orchestra operante per il nuovo accordo sopraggiunto in  giornata, epperò interrotta al terzo atto per gli scrosci di pioggia (anche il maltempo non ha risparmiato in questo luglio). La  Parigi simbolica e suggestiva che dipingono i quadri impressionisti ma non solo, perché le due torri di Caracalla innevate dai touches de couleur delle proiezioni sembravano i quadri di Ippolito Caffi, donando un effetto straordinariamente invernale alla serata. Le “guglie” di Caracalla sono state sicuramente, soprattutto nel terzo atto, che visivamente e scenicamente mi è parso il più coerente – Pissarro sicuramente tra i tronchi e gli alberi semoventi con effetto 3D -, ed il più affascinante, convertendo quella frescura che si attardava su Roma in intensità emotiva e sensibile sulla scena antica.

Il Primo atto si apre con un dialogo tra Marcello, il baritono Julian Kim e Rodolfo, il tenore Aquiles Machado, che mette in evidenza l’antico conflitto tra arte e realtà. Rodolfo guarda dall’alto della soffitta Parigi e impreca contro il suo caminetto non funzionante, perché né la poesia, né la pittura potranno mai accenderlo. Ecco comparire all’improvviso cibo, legna, sigari: il musicista Schaunard – il bravo Simone Del Savio - è riuscito a trovare un po' di soldi. 

È la vigilia di Natale  e tutti hanno una gran voglia di festeggiare. L’arrivo del padrone di casa, Benoît, interpretato da Roberto Accurso, che reclama i soldi dell’affitto, non distoglie Schaunard, Colline (Gianluca Buratto) e Marcello dall’andare fuori a festeggiare. Rodolfo resta in casa, perché deve terminare un lavoro. Bussano alla porta: è Mimì la dirimpettaia, che non sa accendere il lume che si è spento e che per un malore sviene. Rodolfo si preoccupa e, mentre le offre un po’ di vino, inizia a corteggiarla (l'aria famosa “Che gelida manina”), raccontandole la sua storia. Mimì, a sua volta, gli rivela  di essere ricamatrice e povera  (“Sì, mi chiamano Mimì”): insomma si innamorano e decidono di andare al Quartiere Latino da Momus per partecipare ai festeggiamenti.
  
I quadri impressionisti concepiti da Livermore vengono proiettati su uno schermo sul tavolo che poi li rmanda agli schermi rettangolari sul fondale: dai girasoli di Van Gogh – che sono anche i fiori che porta Mimì in mano la prima volta che incontra Rodolfo – fino alle varie scene di Parigi (Renoir) e di nuovo a Van Gogh con la Notte stellata, ci son parsi un pochino ovvi mentre, ripeto, il fondale sula neve, e tutte le proiezioni sulle guglie di Caracalla, erano l'esperimento meglio riuscito e suggestivo. Regia buona e la direzione di Rustioni media, l'Orchestra ci è parsa un po' sottotono.

I personaggi principali sono già tutti in scena dal primo atto. La voce di Julian Kim (Marcello) si distingue per la potenza e per il timbro chiaro; quella di Aquiles Machado (Rodolfo), dall'innata musicalità, non delude le aspettative del pubblico quando canta “Che gelida manina”, ma non sempre sale ai vertici nei momenti di grande tensione. Sia Simone Del Savio (Schaunard), che Gianluca Buratto (Colline) e Roberto Accurso (Benoît) si mostrano tutti interpreti all’altezza del loro ruolo. L'importante voce di Mimì non trova Carmela Remigio sempre in forma purtroppo. E, nel Secondo atto, quando viene introdotto l’altro importante personaggio, Musetta, Rosa Feola la presenta in maniera divertente, esibendo una forte presenza scenica e l’abilità di giocare con la voce. Musetta ha litigato con Marcello: siamo in presenza dell’altra coppia di La Bohème. Per suscitare la sua rabbia, danza con l’attuale cavalier servente e si comporta come una diva. Divertente quando lamenta un bruciore e al “dove?” degli astanti risponde, dopo una sapiente pausa, “al piè”, mostrando il piede con civetteria. 

Il terzo atto preannunciato prima presenta una scena sofferente, per i due innamorati che vorrebbero lasciarsi sia per la gravità della malattia di lei, Mimì, sia per l'instabile precarietà del poeta Rodolfo che l'ama nonostante tutto, ricambiato. Sul pubblico, dall'inizio, folate di neve che permangono luccicanti nell'aria. L'opera, interrotta dalla pioggia, si conclude con una riconciliazione tra i due, senza mostrar la vera fine, con la morte di Mimì, nel quarto atto. Virtualmente, per i personaggi, l'arte finalmente – con l'aiuto della pioggia – sconfigge la realtà.

Pubblicato in: 
GN36 Anno VI Numero doppio 31 luglio - 7 agosto
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
La Bohème
Terme di Caracalla
Musica di Giacomo Puccini

Prima rappresentazione
Lunedì 14 luglio, ore 21.00
fino a sabato 9 agosto 2014

Direttore Daniele Rustioni
Regia, scene, costumi, luci Davide Livermore
Maestro del Coro Roberto Gabbiani

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA
con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Canto Corale del Teatro dell'Opera diretta da José Maria Sciutto

Nuovo allestimento in collaborazione
con Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia

Interpreti
Mimì Carmela Remigio / Simge Büyükedes 18, 7
Rodolfo Aquiles Machado / Alessandro Liberatore 18, 2, 7
Marcello Julian Kim / Dionisios Sourbis 18, 2, 7, 9
Shaunard Simone Del Savio
Colline Gianluca Buratto
Musetta Rosa Feola / Mihaela Marcu 2, 7, 9
Benoit Roberto Accurso