Palazzo Braschi. Costumisti che vestono i sogni

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Edipo re Manifattura Farani Sartoria Teatrale

Si parla molto, a proposito e a sproposito, di tradizione, competenza professionale e creatività, un esempio concreto e affascinante è quello offerto dalla mostra che si è aperta il 17 gennaio 2014 a Palazzo Braschi, I vestiti dei sogni . Un secolo di storia del cinema attraverso l'arte dei grandi costumisti italiani, a cui è indissolubilmente unito il sapiente artigianato delle grandi sartorie: Tirelli costumi, Annamode, Costumi d’Arte, Devalle, Farani, Maison Gattinoni, The One, Sartoria Cesare Attolini e gli atelier Pieroni, Rocchetti, Pompei. 

Nella suggestiva cornice di Palazzo Braschi sono esposti oltre cento abiti e bozzetti di film entrati nella storia del cinema, la mostra è stata ideata e realizzata della Fondazione Cineteca di Bologna e Equa di Camilla Morabito, a cura di Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna. con la collaborazione di Antonio Bigini e Rosaria Gioia.

L'esposizione segue una successione cronologica, a parte la sala introduttiva in cui sono esposti due dei costumi de La grande bellezza di Sorrentino firmati da Daniela Ciancio: la giacca rosso arancio indossata da Toni Servillo e il fluttuante mantello che avvolgeva Sabrina Ferilli nella passeggiata notturna. Già dalla biografia della Ciancio si comprende su quale tradizione si basi l'eccellenza italiana. La Ciancio, diplomata all'Accademia delle Belle Arti di Napoli, iniziò a collaborare con il San Carlo e il il Teatro Nuovo di Napoli e  poi ottenne il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia.

La tradizione trae origine dalla storia dell'arte e, in particolare, dalle grandiose scenografie e dai magnifici costumi creati da sommi artisti per le feste delle corti rinascimentali. Questa l'origine storica delle scene per gli spettacoli teatrali prima e poi anche per quelli operistici e infine per il cinema. La sala da cui inizia il percorso cronologico è dedicata a due grandi dive del muto.

Spicca lo splendido scialle di seta bianca damascata indossato da Francesca Bertini in Assunta Spina (1915), un film muto di cui l'attrice curò anche la regia e la sceneggiatura. Lo scialle bianco è un espediente che catalizza l'attenzione e fa convergere lo sguardo sulla protagonista. L'altra diva è Lyda Borelli, protagonista di Rapsodia satanica di Nino Oxilia (1915), di cui è in mostra il sensualissimo abito Delphos creato da Mariano Fortuny, una tunica, ispirata al chitone della scultura greca, con finissimo plissé artigianale che esalta le forme femminili.

Dopo le dive si prosegue con Luigi Sapelli (1867- 1936), noto come Caramba,  dominatore delle scene teatrali e operistiche, per la sua visione unitaria della messa in scena, che andava ben oltre la sola realizzazione dei bozzetti scenografici e dei costumi. Univa fantasia a uno studio attento della ricostruzione storica, sfruttò la sua molteplice esperienza teatrale nella sua attività cinematografica, testimoniata nell'esposizione dei fastosi costumi per il film i Borgia di cui realizzò anche la regia.

Assistente di Caramba fu Vittorio Nino Novarese (1907-1983)  che alla scrupolosa attenzione alla raffigurazione storica affiancò l'idea che il costume non è neutro, ma deve caratterizzare il personaggio; esordì nel  cinema con 1860 (1933) di Blasetti, che poi gli offrì anche di collaborare anche alla scenografia e alla sceneggiatura nell'Ettore Fieramosca (1938), di cui è imperdibile, oltre agli splendidi costumi in mostra, la strepitosa serie dei bozzetti esposti in una delle ultime sale. Lavorò nel dopoguerra negli USA e vinse due premi Oscar per Cleopatra (1963), per i vestiti maschili, e per Cromwell (1970).

Gino Carlo Sensani (1888 1947) anch'esso erede della grande tradizione italiana, affiancò all'attività teatrale quella cinematografica, tra cui spicca  lo stretto sodalizio con Blasetti per cui realizzò Un'avventura di Salvator Rosa (1939) ambientato nel '600, di cui in mostra c'è il bozzetto per il vestito indossato da Luisa Ferida, La corona di ferro (1941) e  La cena delle beffe (1942). In mostra sono presenti i magnifici costumi, delle ancelle e il mantello della Principessa Elsa (Elisa Cegani), frutto della fervida creatività e della grande competenza nella storia del costume di Sensani, che trasportano lo spettatore nel medioevo fantastico de La corona di ferro, una favola pacifista come la definì Blasetti.

Quanto sia importante, decisiva la trasmissione di una tradizione culturale e artigianale lo dimostrano due allievi di Sensani; iniziando da Maria De Matteis (1898-1988) che lavorò anche con Visconti, nel mitico allestimento di Troilo e Cressida (1949) al Giardino di Boboli a Firenze e di cui sono esposti i costumi di Guerra e Pace (1956) di King Vidor realizzati con la Maison Gattinoni. Piero Gherardi (1909- 1971) è il secondo, autore di scenografie e costumi di vari film di Fellini: Le notti di Cabiria (1957), La dolce vita (1960),, 81/2 (1963) e  Giulietta degli Spiriti (1965) una collaborazione la cui sintonia è manifesta nei costumi onirici e ironici esposti.

Un'altra stretta e memorabile collaborazione fu quella tra Luchino Visconti, Piero Tosi (1927), e  la celeberrima sartoria Tirelli. Tosi, creò  costumi che caratterizzassero i personaggi e nei film di ambiente storico, il meticoloso e sapiente studio contribuisce a calare lo spettatore nell'epoca in cui sono ambientati. Una intera sala è dedicata agli indimenticabili e e splendidi  costumi del Il Gattopardo (1963) ma sono ne esposti anche di altri film come quello di Sissi (Romy Schneider) in Ludwig (1972) o quello della Mangano in Morte a Venzia (1971).

Danilo Donati (1926-2001) è un altro magistrale interprete dell'arte della scenografia e del costume, tra i diversi film è stato scelto significativamente l'Edipo re (1967)di Pasolini, in una sala sono esposti gli straordinari abiti che evocano una Grecia mitica. I tessuti impiegati sono realizzati a telaio a strisce alte per rendere più credibili e arcaici i costumi, utilizzando anche materiali come conchiglie, funi, reti, paglia, legno. Nel Fellini Styricon si basò su gli studi storici di L. Canali per eliminare la visione stereotipata dei film di ambiente romano; in mostra c'è l'ingegnosa pressa ideata per la realizzazione del plissé degli innumerevoli abiti, che per ragioni di tempo non poteva essere fatto a mano. Da non perdere sono i fantastici e provocatori vestiti del defilé per i cardinali del film Roma ( 1972) sempre di Fellini.

Se ci siamo soffermati su gli aspetti tecnici è per sottolineare l'altissimo e raffinato livello artigianale delle sartorie, come la Sartoria Farani,che realizzò i costumi per l'Edipo re, il cui fondatore aveva cominciato come assistente da Annamode come anche il suo amico Danilo Donati. Nella mostra c'è anche il contributo di nomi ormai celeberrimi: le calzature Pompei, le parrucche Rocchetti e i cappelli Pieroni.

Sono presenti anche gli abiti di altri famosi costumisti come Maurizio Millenotti e delle pluri premiate Gabriella Pescucci ( Oscar 1994 per L'età dell'innocenza di Scorsese) e  Milena Canonero (Oscar 1976 per Barry Lyndon di Kubrick, 1982 per Momenti di gloria di Hudson e 2007 per Maria Antonietta della Coppola); sono mozzafiato i suoi fastosi costumi, in mostra, realizzati per Maria Antonietta. Tra le altre curiosità c'è un'anteprima, i costumi di  Massimo Cantini Parrini per il prossimo film di Matteo Garrone, Il racconto dei racconti, tratto da Lo cunto de li cunti di  Giambattista Basile.

Contribuiscono a far immergere il visitatore nell'atmosfera dei diversi film, l'allestimento luci di Luca Bigazzi, direttore della fotografia, tra l'altro, de La grande bellezza e di This must be the place di Sorrentino, realizzato da Viabizzuno, insieme alle fotografie e brevi spezzoni di alcuni film come Il Gattopardo e Edipo re.

Pubblicato in: 
GN10 Anno VII 22 gennaio 2015
Scheda
Titolo completo: 

Museo di Roma Palazzo Braschi
Piazza Navona, 2
Piazza S. Pantaleo, 10
I vestiti dei sogni. Un secolo di storia attraverso l'arte dei costumisti italiani
17 gennaio - 22 marzo 2015
da martedì a domenica
dalle ore 10.00 alle ore 19.00

Tariffe
Intero € 11,00
Ridotto € 9,00

Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza)
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00