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Torino. L'unicità di Leonardo a Venaria Reale
Si è aperta a Torino, più precisamente presso la splendida location della Reggia di Venaria, l'attesissima mostra sul genio indiscusso di Leonardo da Vinci. La mostra sarà visitabile fino al 29 gennaio 2012, salvo probabili proroghe vista l'incredibile affluenza di pubblico. D'altronde non poteva che essere un successo garantito, vista la straordinarietà dell'evento e, soprattutto, data l'unicità mirabilante delle opere esposte.
La mostra è situata nelle Scuderie Juvarriane della reggia e l'allestimento geniale accoglie le opere all'interno di alcune riproduzioni lignee di progetti leonardeschi. Ad esempio, la sezione dedicata agli allievi è ospitata all'interno della struttura della testa di cavallo. Tutto nasce dall'estro creativo e scenografico del premio Oscar Dante Ferretti, che ha allestito e curato anche le proiezioni sui muri delle scuderie.
Appena superato il pesante tendone che nasconde l'ingresso vero e proprio alla mostra, il visitatore incontra subito un interessante filmato in cui Piero Angela, grazie all'aiuto del RIS di Roma, ricostruisce digitalmente il volto di Leonardo da giovane. Molti sono infatti gli scritti dell'epoca che lo descrivono come un giovane uomo di mirabile aspetto, come, ad esempio, nelle celebri "Vite" del Vasari. L'immagine finale rievoca uno sguardo limpido e senza tempo, in cui brilla il genio e la vivacità che poi si ritrovano facilmente in tutta la sua produzione artistica.
Il momento clou vero e proprio arriva subito dopo. Appena superata la maestosa riproduzione della suoneria d'orologio in legno, si arriva alla Macchina Cimatrice, altra imponente macchina leonardesca, che ospita al suo interno la sezione dei ritratti e degli scritti.
L'intera stanza è controllata rigidamente, l'accesso è consentito in gruppi di numero limitato, solo per dieci minuti e la temperatura è costante a 18 gradi per non deteriorare i sottili fogli carichi di storia. Ma tutte queste precauzioni sono più che giustificate e la bassa temperatura neanche si avverte, appena si posano gli occhi sui capolavori che vi sono racchiusi. Si possono ammirare ben tredici fogli autografi di Leonardo, tra cui mirabili studi di anatomia, i geniali progetti di macchine belliche e ritratti di volti che sembrano voler uscire dal foglio per tornare a vivere. A costo di sembrare esagerata, il fiato si spezza quando i nostri occhi incrociano i Suoi, che dal celeberrimo ritratto guardano, acuti e intensi, il visitatore che gli si para innanzi. E' un'emozione indescrivibile, difficile da capire senza parafrasare Stendhal. L'Autoritratto è piccolo come un foglio di libro, i tratti appena accennati e la fisionomia è abbozzata, ma lo sguardo è vigile e senza tempo. Nella stessa sezione si può anche ammirare il Codice sul volo degli uccelli, uno dei pochi scritti pervenutoci quasi per intero.
La sezione successiva è dedicata agli allievi di Leonardo e sono esposti alcuni disegni del maestro ricopiati o copiati. Tra questi, per citarne alcuni, alcuni schizzi di Francesco Melzi (1491-1568), suo allievo preferito.
A seguire, una rassegna di opere di artisti, dal cinquecento al'ottocento, che affrontano il tema dell'iconografia di Leonardo. Infatti, a partire dal Cinquecento, l’immagine del Maestro si identificò con quella ideale di Eraclito, filosofo greco che più di ogni altro si era dedicato agli studi naturalistici. Fu proprio questa miticizzazione della figura del saggio che portò a raffigurare Leonardo attraverso l'iconografia giunta fino ai giorni nostri.
Terminata la parte che celebra il genio indiscusso di Leonardo attraverso le sue opere e i lavori dei suoi successori, si accede all'area contemporanea. Qui ci sono alcune delle opere più celebri che si ispirano più o meno chiaramente ai capolavori leonardeschi. Quindi possiamo ammirare la celebre Gioconda coi baffi di Marchel Duchamp, L'ultima cena di Andy Warhol e L'ultima cena di David la Chapelle. Si ispira poi all'affermazione di Leonardo riguardo alle macchie sui muri contenuta nel Trattato sul volo, l'esposizione di alcuni esponenti del Tachisme, tra cui Gastone Novelli (1925–1968) e Domenico Rotella (1918 – 2006).
Terminano la mostra una gigantografia del Cenacolo con un'ampia digressione sulle tecniche di pittura usate per realizzarlo e su quelle di restauro effettuate negli ultimi decenni. L'originalità di questa sezione è la presenza di alcuni Ipad che permettono di interagire con l'opera, mostrando i particolari più minuti e dando una breve descrizione di ciascun personaggio raffigurato.
L'ultima area è dedicata all'estro orafo di Giulio Manfredi, che qui espone la sua installazione chiamata L'oro invisibile, il Cenacolo, Leonardo da Vinci, 12+1 Opere Preziose. Si tratta di una collezione di gioielli in metalli nobili e pietre preziose, con cui il celebre art designer ha reinterpretato la figura dei dodici apostoli e Gesù (da qui il nome dell'opera) in chiave allegorica, associando a ogni personaggio un gioiello simbolicamente rappresentativo.
La mostra si conclude quindi con il design più moderno, a certificare che Leonardo resterà sempiterno come fonte di ispirazione per chiunque voglia accostarsi al mondo dell'arte.
Con gli occhi pieni di meraviglie tornerete a casa soddisfatti e con un dolce senso di nodo alla gola per la commozione provata di fronte a tanta bellezza.