Accademia Filarmonica. La Giuditta di Alessandro Scarlatti

Vicende di guerra e di violenza, di passioni e di esaltazione mistica si intrecciano nella Giuditta di Alessandro Scarlatti, libretto di Antonio Ottoboni, capolavoro che rappresenta la punta di diamante del ricco corpus di composizioni che il musicista ha dedicato al genere dell’oratorio e che l’Accademia Filarmonica Romana ospita come ultimo concerto del 2014 giovedì 18 dicembre al Teatro Olimpico (ore 21).

L’esecuzione – registrata da Rai Radio3 per successive trasmissioni – sarà affidata a Concerto Romano, ensemble italiano specializzato nel repertorio antico, con una particolare attenzione a quello romano del Seicento, dal 2009 presente e applaudito in molte stagioni concertistiche in Italia, Germania ed Austria. Fondato e diretto da Alessandro Quarta, Concerto Romano è affiancato per quest’occasione da tre voci di prestigio internazionale, particolarmente apprezzate nell’interpretazione della musica dei Seicento: sono il soprano Francesca Aspromonte (Giuditta), il contralto Hilary Summers (Nutrice) e il tenore Luca Cervoni (Oloferne).

Di Giuditta si conoscono due versioni, la prima del 1693 e il lavoro che si ascolterà in questo concerto, la Giuditta detta “di Cambridge”, del 1697 il cui manoscritto è conservato presso la Rowe Music Library del King’s College di Cambridge. Quest’ultima, a confronto con la precedente, testimonia come nell’arco di pochi anni il gusto e le forme utilizzate da Scarlatti si sviluppino e stabiliscano lo standard formale della musica drammatica settecentesca, abbandonando quasi completamente gli stilemi e le forme del ‘600.

Dal convenzionale numero di cinque personaggi della precedente versione, si passa ad un numero di tre: Giuditta, la Nutrice e Oloferne, e dal punto di vista drammaturgico questa soluzione minimalista risulta essere uno dei punti di eccezionale forza di questo oratorio, ove l’azione – Giuditta, ricca e bella vedova ebrea che per salvare la città di Betulia e il suo popolo affronta il terribile Oloferne, uccidendolo nel sonno dopo aver banchettato con lui – è condotta sempre in primo piano sui protagonisti, che hanno modo e luogo di esprimere ogni sfumatura del loro carattere: orgoglio, determinazione, fede, paura, seduzione in Giuditta, saggezza, mestiere, fedeltà nella Nutrice, vanagloria e svenevolezza in Oloferne.

“La sinergia fra il libretto di Antonio Ottoboni (veneziano, padre del più famoso Pietro cardinale e mecenate musicale fondamentale della Roma di quegli anni) e il genio di Alessandro Scarlatti, qui oramai maturo, dà luogo ad un vero capolavoro”, così ci introduce alla partitura Alessandro Quarta, che prosegue: “tale e tanta è la coscienza teatrale e l’esperienza ‘narrativa’ scarlattiana, che mai, in nessun punto, l’ascoltatore sente la mancanza della scena, come nell’intensissima aria senza basso continuo di Giuditta ‘Chi m’addita dove sta’, espressione sospesa ed intima di timorosa riflessione di fronte all’azzardo dell’impresa”.

Il Concerto Romano, creato e diretto da Alessandro Quarta, nasce con lo scopo di dare vita ad un progetto legato al compositore romano Francesco Foggia (1604-1688). La riesumazione della vasta opera di questo compositore ha incontrato un grande favore da parte del pubblico e degli addetti ai lavori. Questo primo passo ha segnato quella che sarebbe stata la linea del gruppo: occuparsi della musica della sua città. Di fatto, a Roma, non esisteva una realtà musicale specifica che si occupasse sistematicamente di quel meraviglioso mondo musicale che è il ‘600 romano.

Lo stupore visivo degli affreschi, dei quadri, delle architetture barocche dell’Urbe, possedeva una altrettanto stupefacente controparte sonora, che la storia della musica, dalla decadenza del potere della Chiesa, aveva ricoperto di polvere ed oblio, eccezion fatta per alcuni grandi nomi, come ad esempio Giacomo Carissimi, o Luigi Rossi. Eppure le biblioteche romane traboccano di meraviglie e gemme musicali la cui riscoperta fornirebbe un non piccolo servizio alla storia della musica italiana, e, nello specifico, alla cultura di una città fin troppo nota per gli occhi del mondo, e troppo poco per le orecchie…
L’ensemble è formato da un organico variabile di esecutori, cantanti e strumentisti, specializzati nel repertorio antico.

Dopo il grande successo ottenuto nel 2009 nella rassegna Tage Alter Musik Herne in Germania, il gruppo è stato presente in molte stagioni concertistiche in Italia, Germania ed Austria, ottenendo sempre un grandissimo favore di pubblico e critica (fra gli altri: Rheingau Musikfestival, Niedersaechsische Musiktage, Haendel-Festspiele Halle, Haendel-Festspiele Karlsruhe, WDR3 Funkhauskonzerte, Bach-Biennale Weimar in Germania, e Originalklang e Resonanzen della Konzerthaus di Vienna, dove, in gennaio 2015 è in programma la prima in tempi moderni della Serenata a 5 di Alessandro Scarlatti, nella Grosser-Saal).
 

Accademia Filarmonica Romana
Teatro Olimpico
Giovedì 18 dicembre 2014 ore 21
La Giuditta
oratorio in due parti (Roma 1697)
libretto di Antonio Ottoboni
musica di Alessandro Scarlatti

Giuditta
Francesca Aspromonte soprano
Nutrice
Hilary Summers contralto
Oloferne
Luca Cervoni tenore

Concerto Romano
Paolo Perrone*, Gabriele Politi, Laura Corolla,
Boris Begelmann, Mauro Massa, Lathika Vithanage, Antonio De Sarlo
violini
Pietro Meldolesi, Teresa Ceccato viole
Marco Ceccato violoncello
Matteo Coticoni contrabbasso
Francesco Tomasi arciliuto e chitarra
Giovanni Battista Graziadio fagotto
Stefano Demicheli cembalo
Andrea Buccarella organo

Alessandro Quarta
direzione e concertazione

Info: tel. 06-3201752, email promozione@filarmonicaromana.org
Biglietti: 30, 25, 20 euro. Riduzioni per studenti (con la Log-In Music card), scuole e associazioni.