Emergency. Il mondo che vogliamo è con gli immigrati

Il 10 settembre 2010 all'Auditorium del Palazzo degli affari di Firenze, nell'assemblea plenaria iniziale aperta al pubblico, il presidente di Emergency Cecilia Strada e il fondatore Gino Strada hanno  dato inizio all'Incontro Nazionale del 2010. La presidente ha annunciato la prossima apertura, a fine settembre, del Poliambulatorio a Marghera che si inserisce nel Progetto Italia. Il Progetto Italia è iniziato nel 2006 con il Poliambulatorio a Palermo per fornire, in accordo con la Regione, assistenza sanitaria agli immigrati, a cui si sono aggiunti progressivamente negli anni anche i cittadini italiani in seria difficoltà economica.

La presidente ha ricordato l'impegno di Emergency non solo nella cura delle vittime della guerra, di cui il 90% è costituito da civili, ma anche nella difesa dei diritti umani, che anche in questo caso è il diritto alla salute per tutti. Sempre per il Progetto Italia ha presentato i due ambulatori mobili: i Polibus. Sono veicoli di 12 metri di lunghezza divisi in 4 parti, una sala d'aspetto e tre ambulatori realizzati grazie alla Fondazione Smemoranda. I Polibus gireranno nelle aree in cui sono massicciamente presenti gli immigrati per ampliare il servizio di assistenza anche a coloro che non possono raggiungere o non sono a conoscenza del Poliambulatorio.

La presidente ha poi parlato della recente apertura del Centro Pediatrico a Nyala in Darfur, situato vicino ai campi profughi. Il centro è parte della rete regionale di pediatria e cardiochirurgia (come Mayo sempre in Sudan a Khartoum e Bangui nella Repubblica Centroafricana, entrambi realizzati da Emergency)  che fa riferimento al Salam, l'ospedale di Khartoum, Centro di Cardiochirurgia costruito da Emergency. Ha anche detto  che proseguono i lavori per la costruzione delle Centro Pediatrico di Port Sudan (Sudan) che entrerà a far parte della rete regionale.

Gino Strada, ricordando che nello Statuto dell'associazione è scritto che Emergency promuove una cultura di pace e il rispetto dei diritti umani, ha presentato il documento di cui riportiamo il testo integrale di seguito. Il testo è preceduto da un preambolo prima delle enunciazioni. Condividiamo pienamente il contenuto del testo - che è alla base di ogni costituzione democratica  apartire da quella italiana - e riteniamo che il ribadire concetti fondamentali per una pacifica convivenza umana sia uno dei grandi meriti di  Emergency.

Daniela Puggioni 
 
Emergency è una libera associazione di persone impegnate nella cura delle vittime della guerra e della povertà e nella promozione di una cultura di pace.
Questo impegno nasce da una frequentazione quotidiana della sofferenza e dalla condivisione di un’idea: che esiste un’unica e sola umanità.
Il lavoro di Emergency – che in 16 anni ha curato oltre 4 milioni di persone – è una pratica di rapporti umani giusti e solidali, ispirati ai principi di eguaglianza, di qualità delle cure, di gratuità per tutti i feriti e gli ammalati.
 
IL MONDO CHE VOGLIAMO
 
Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica.
 
Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un’equa distribuzione delle risorse.
 
Vogliamo un mondo in cui i governi garantiscano l’eguaglianza di base di tutti i membri della società, il diritto a cure mediche di elevata qualità e gratuite, il diritto a una istruzione pubblica che sviluppi la persona umana e ne arricchisca le conoscenze, il diritto a una libera informazione.
 
Nel nostro Paese assistiamo invece, da molti anni, alla progressiva e sistematica demolizione di ogni principio di convivenza civile. Una gravissima deriva di barbarie è davanti ai nostri occhi.
 
In nome delle “alleanze internazionali”, la classe politica italiana ha scelto la guerra e l’aggressione di altri Paesi.
In nome della “libertà”, la classe politica italiana ha scelto la guerra contro i propri cittadini costruendo un sistema di privilegi, basato sull’esclusione e sulla discriminazione, un sistema di arrogante prevaricazione, di ordinaria corruzione.
In nome della “sicurezza”, la classe politica italiana ha scelto la guerra contro chi è venuto in Italia per sopravvivere, incitando all’odio e al razzismo.
 
È questa una democrazia? Solo perché include tecniche elettorali di rappresentatività? Basta che in un Paese si voti perché lo si possa definire “democratico”?
 
Noi consideriamo democratico un sistema politico che lavori per il bene comune privilegiando nel proprio agire i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi sociali più deboli, per migliorarne le condizioni di vita, perché si possa essere una società di cittadini.
 
È questo il mondo che vogliamo. Per noi, per tutti noi. Un mondo di eguaglianza.
 
EMERGENCY