Firenze. Galleria Nazionale d'arte moderna. Il colore dell'ombra

La mostra “Il colore dell’ombra” si inserisce nell’ambito delle manifestazioni volte a celebrare ilcentenario dall’inaugurazione della Galleria d’arte moderna di Firenze e si collega quindi strettamente a “Luci sul ‘900”, la grande rassegna di pittura e scultura inaugurata lo scorso 28 ottobre e aperta anch'essa fino all'8 marzo 2015 rappresentativa delle acquisizioni storiche della Galleria stessa.

E’ la primavera del 1914, infatti, quando, non lontano dalle sale presso la Galleria dell’Accademia dove è allestito il primo nucleo della Galleria d’arte moderna, apre i battenti a Firenze, nei locali espositivi della Società di Belle Arti in via della Colonna, un’importante esposizione internazionale dedicata esclusivamente alla grafica, che comprende disegni, ma anche acqueforti, xilografie e litografie. Il successo dell’evento trova pieno riscontro nell’interesse ad esso tempestivamente rivolto da parte delle Gallerie pubbliche attraverso Commissioni preposte all’acquisto di opere sia per le collezioni del Gabinetto disegni e stampe (luogo storico di raccolta e conservazione del materiale grafico), che per la nascente istituzione della Moderna, la quale confermava in tal modo il proprio rapporto vitale con la contemporaneità.

Come notato da Simonella Condemi, del resto, “La grafica è (…) un settore importante per la Galleria, visto il suo rilevante peso all’interno dell’ intera collezione: su un totale di 8300 opere del museo più di 4500 infatti sono su carta, dalle prime idee per la creazione delle opere ai taccuini dei giovani artisti.Il nostro titolo vuol dunque essere un’allusione alla favola antica sull’invenzione del disegno narrata da Plinio il Vecchio, nella quale una fanciulla traccia sul muro il profilo dell’ombra dell’amato per serbarne il ricordo, ma anche un omaggio a quell’evento di cento anni fa che offrì l’opportunità di conoscere quasi duemila opere di grafica. In un momento di grande fervore intellettuale della realtà cittadina, infatti.

L’Esposizione fiorentina del Bianco e Nero diede modo di apprezzare de visu la qualità di un’arte divenuta nel corso dei secoli tecnicamente complessa e variamente declinata, ricca di sfumature, oggetto in quegli anni di rinnovato interesse nonché tramite di un’intensa attività di sperimentazione formale.Pur nell’impossibilità oggettiva di ricostruire nel suo insieme tale molteplicità di presenze, la selezione che oggi presentiamo (un centinaio di opere dal folto nucleo acquisito dalle Gallerie grazie al contributo economico del Re, dello Stato e del Comune), intende appunto restituire un clima, far percepire il “colore” di un mezzo espressivo per definizione in “bianco e nero”.

Fra coloro che furono selezionati allora dalla Galleria d’arte moderna, per la quale fu deciso di circoscrivere la scelta agli artisti italiani, oltre ad alcuni nomi più illustri del recente passato, come Antonio Fontanesi e Gaetano Previati, entrambi con disegni di grande qualità (ed economicamente impegnativi: gli Ostaggi di Crema di Previati, ad esempio, costava ben 3.000 lire), venne dato spazio a personalità di spicco della ricerca contemporanea (in particolare furono acquisite ben otto xilografie di Adolfo De Carolis, tra i maggiori interpreti in Italia della rinascita di questa tecnica antica e illustre, e ben due eleganti immagini di un giovane interprete della stessa come Francesco Nonni), ma anche a figure ancora poco note, come nel caso di artisti della Scuola d’incisione fiorentina di Celestino Celestini, nata nel 1912 presso l’Accademia di Belle Arti per raccogliere il testimone di Giovanni Fattori, quali Piero Bernardini o Francesco Chiappelli, ad esempio.

La storica raccolta degli Uffizi si arricchì invece, prevalentemente, di opere di artisti stranieri. Tra questi, nomi illustri della grafica di fine ottocento, quali Alphonse Legros e Robert Goff, ad esempio (di area franco-anglosassone, il secondo però fiorentino d’elezione), ma anche di contemporanei che si facevano notare alle Biennali veneziane (pittori come Charles Cottet o Eugène Carrière), o ancora personalità già affermate il cui ruolo d’illustratori della realtà sociale contemporanea già indicava la direzione non più élitaria verso cui il genere si stava ampiamente orientando (il belga Constantin Meunier o lo svizzero Théophile Steinlen, la tedesca Käthe Kollwitz, coi loro minatori e operai in rivolta), o, infine, giovani sconosciuti come Ernest Callebout, le cui due opere acquisite, poetici paesaggi delle Fiandre, sono esemplari invece di come la stampa d’arte potesse mantenere anche, e anzi esaltare, un ruolo di opera d’arte autonoma.

Palazzo Pitti Galleria Nazionale d'Arte Moderna
l colore dell'ombra
Dalla mostra internazionale del Bianco e Nero
Acquisti per le gallerie
Firenze 1914

Andito degli Angiolini

Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti, Firenze
25 novembre 2014 - 8 marzo 2015

Orario  e prezzi della mostra
Galleria d’arte moderna
martedì – domenica 10.00 - 18.30, chiuso il lunedì
ingresso con il biglietto della Galleria d'arte moderna
biglietto intero € 13.00; ridotto € 6.50 per i cittadini dell’U.E. tra i 18 e  i 25 anni; gratuito riservato a minori di 18 anni di qualsiasi nazionalità, insegnanti della Comunità Europea delle scuole statali, portatori di handicap ed un accompagnatore, giornalisti, docenti e studenti di Architettura, Conservazione dei Beni Culturali, Scienze della formazione, Diploma di Laurea di lettere e filosofia con indirizzi di laurea archeologico o storico-artistico, Diploma di Laurea o corsi corrispondenti negli Stati membri dell’Unione Europea