Galleria Nuvole Volanti di Castelfalfi (FI) Ospita Alessandro Carnevale

Anche dai relitti industriali possono nascere i fiori. E la pittura di Alessandro Carnevale è un fare arte attraverso reazioni chimiche, azioni meccaniche e smalti su pannellature in ferro spesso: le corazze che coibentavano gli altiforni della siderurgia italiana, ormai finita. Aerugines. Relitti post-industriali è la mostra a cura di Gerardo De Simone che da sabato 20 settembre al 10 ottobre 2014 si terrà presso la Galleria Nuvole Volanti di Castelfalfi, borgo medioevale frazione di Montaione (FI). Catalogo edito dalla Galleria. CONFERENZA STAMPA: sabato 20 settembre ore 12.00,  Galleria Nuvole Volanti.

In una cornice da cartolina italiana, che prende il nome e la forma di Toscana Resort Castelfalfi s.p.a. (www.castelfalfi.it) appartenente al gruppo TUI, la Galleria propone una scelta di opere del giovane Alessandro Carnevale, artista ventitreenne di Cairo Montenotte (SV), tutte tratte dal suo ultimo ciclo compositivo, “Sullo scandalo metallico” (www.alessandrocarnevale.com).
«La pluralità e la diversità dei referenti (che non vuol dire necessariamente fonti) – scrive nel catalogo il curatore De Simone, docente di storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Napoli e direttore di www.predella.it - sorprendente in un artista così giovane, non mina tuttavia in senso citazionistico o derivativo questo ciclo così compiuto e coerente, che fonde mirabilmente energia materica, grandiosità visionaria, memorialismo dolente, e che si completa di titoli […] e aforismi suggestivi».

Solo a seguito di un’incubazione compositiva eterogenea (Alessandro Carnevale è anche musicista e poeta) e di una ricerca tecnica e sperimentale, l’artista ha dato vita dal dicembre 2012 alle circa quaranta opere dello “Scandalo metallico”, tutte comunque composte entro il 2013. Nel distretto industriale di Bragno, frazione di Cairo Montenotte, si produceva di tutto: e tutto il paesaggio ne veniva contaminato. «Eravamo – scrive l’artista in uno degli aforismi che accompagnano le opere - padroni d’un mondo postmoderno senza più falsi miti, fedi posticce o ideologie totalizzanti. Fingevamo di non vedere, in realtà. Il mondo accadeva aldilà della nostre pretese: restavano milioni di tonnellate di cemento, ferro, acciaio, amianto – immobili, eterni silenziosi relitti, testimoni miracolosi. Pensavamo di ricoprire il nostro mondo con architetture scintillanti, smalti e ordigni cristallini: nascondere, smantellare, cancellare. Invece il mistero, ancora: come sempre la bellezza, contorta, insinua ogni fessura».

Quando Alessandro Carnevale, classe 1990, inizia a recuperare il ferro della dismissione degli altiforni e ad agirvi sopra con acidi, sali, ossidi, combustioni, frullini, mole e trapani già frequenta l’Accademia di Belle Arti di Torino ma non trova maestri da seguire, non si sente rappresentato da qualche tendenza artistica. Ma nella solitudine della sua formazione ha già metabolizzato nel sangue quel campionario di materiali e di sostanze con cui sceglie di lavorare. «Nel distretto industriale che corrisponde al mio paesaggio natio – racconta Carnevale - si sono bruciate quantità di ammoniaca superiori a ogni altro angolo d’Italia, per non dire dell’impatto dell’amianto, del carbone, dei metalli». Il chiuso entroterra dell’Appennino savonese mette poi finalmente a mare ma anche quel paesaggio consacrato dai poeti del Novecento viene meccanizzato da banchine, moli, piattaforme di carico. L’infanzia dell’artista assiste agli ultimi movimenti di questa Terra e questo Mare industriali, prima che la globalizzazione consegni loro alla morte e imponga a lui l’inizio della riflessione artistica e epocale sulla fine di un mondo.
 
Oggi la tecnica compositiva di Carnevale è un insieme di segreti alchemici. Le lastre di reimpiego non si rinvengono sempre “pulite”: se sono già urticate da reazioni chimiche, da ossidi di varia natura, i reagenti della sua pittura sortiscono effetti cromatici e materici diversi. Lui ha imparato a riconoscere lo stato dei materiali, tutti rigorosamente di recupero, al tatto. Le sue mani sono quelle di un fabbro ferraio, abituate e indurite dal fuoco e dal dolore. Lavora le sue lastre in qualsiasi condizione si trovino. Ottiene gli effetti che desidera, rispetta quelli che la materia gli rivela e gli impone. E per evitare che i materiali chimici usati continuino ad agire anche a realizzazione conclusa dell’opera, conosce per ciascuna reazione i giusti fissativi di stabilizzazione, per cristallizzare la figurazione raggiunta in un’eternità meno caduca di quella lungo cui è durata la civiltà industriale.

Biografia.
Alessandro Carnevale nasce a Cairo Montenotte nel 1990. Sin dall'infanzia vive la realtà industriale del distretto di Bragno, attraverso i racconti dei famigliari e il lavoro dei concittadini. Frequenta il liceo artistico A. Martini di Savona, maturandosi nel 2009 e poi iscrivendosi all'Accademia di Belle Arti di Torino. Intanto prosegue gli studi musicali su percussioni e batteria iniziati con il maestro Sismondo, perfezionandosi con Marco Volpe. Supera le selezioni per la Scuola di Musica T. Nicolini dove entra come maestro di batteria nel 2012. Nel frattempo la sua ricerca artistica si sviluppa nel disegno, nella scultura, nella serigrafia, e, contemporaneamente, col ferro. Il ciclo di opere "Sullo scandalo metallico" inizia, a un grado di maturità tecnico-compositiva già conseguita, nel dicembre 2012 e prosegue per tutto il 2013.

Orari e contatti.   
Apertura della Galleria Nuvole Volanti: 17.00-20.00 dal martedì al giovedì; 17.00-21.00 venerdì e sabato; domenica 10.00-13.00, 17.00-21.00. Per le vendite in mostra: Francesco Gucci, cell. 333-1389884, e-mail: f.gucci09@gmail.com.