Guerriglia urbana. Non solo. 100.000 manifestanti pacifici

Oggi si svolge il processo per direttissima ai 23 giovani fermati per gli incidenti svoltisi soprattutto a Piazza del Popolo. Durante tutta la giornata del 14 dicembre 2010 ci sono stati 100.000 manifestanti pacifici: studenti, lavoratori, sotto varie sigle, la CGIL, la scuola, l’università, tutti uniti contro un governo che dal 2008 ha prodotto 1 milione di posti di lavoro in meno ed all’oggi ci sono 16,7 milioni di giovani senza lavoro e senza nessuna assistenza sociale in Italia.

Tutti questi posti di lavoro mancanti, come confermava anche Paolo Barbieri a RadioRai 3 stamattina alle 10 in "Tutta la città ne parla" (Paolo Barbieri, insegna Sociologia economica all'Università di Trento, ha pubblicato nel penultimo numero di Italianieuropei il saggio "Mai adulti loro malgrado, giovani e lavoro in Italia"), sono prodotti principalmente dalla mancanza di meritocrazia, ergo da un mercato clientelare e concussivo e corrotto del lavoro. La rabbia che è scoppiata nella piazza, in modo violento dopo aver conosciuto i risultati della fiducia a Berlusconi per tre voti – si sta indagando se comprati e non solo quelli su richiesta di Di Pietro dell’Italia dei Valori -, è causa di questa indifferenza anzi, addirittura, recrudescenza della situazione lavorativa, che ormai ristagna da anni in un’amoralità di fatto rispetto a valori come la conoscenza e l’impegno insieme alle capacità intellettuali e lavorative.

Un danno che non ha nessun ammortizzatore sociale in special modo per chi si trova in situazioni precarie oppure in totale assenza di lavoro anche da parecchi anni: nessun sussidio di disoccupazione, nessuna assistenza sociale, nessun tipo di progettualità futura offerta per rilevare da questa situazione.

La politica non può non farsene carico: il declino di una società che non investe sui giovani e sulla ricerca, quindi sulle potenzialità di un paese, è una certezza, non una probabilità. Ed anche coloro che oggi vivono nel lusso, in particolar modo parlamentari e dirigenti pagati dallo stato, ovvero i contribuenti, vedranno anche loro assottigliarsi quella linea di demarcazione che, invece di colpire verticalmente, inizierà a flagellare orizzontalmente tutti, prima di tutto quei vecchi che non potranno più contare né sul lavoro tantomeno sull’assistenza di chi finora hanno depauperato.

Un'ultima nota: ieri mattina parlavo con una vigilessa e le chiedevo la sua opinione sulla "blindatura della città" e questo è ciò che ha risposto: "Che bisogno c'erà di blindare Roma? Da quando in qua si blinda una città per una manifestazione?"

Livia Bidoli
16 dicembre 2010

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