Steve Jobs. L'elegante e freddo inventore

Articolo di: 
Livia Bidoli

Un film forse anomalo per Danny Boyle, questa sorta di biografia spezzettata di alcuni periodi della vita di Steve Jobs, il creatore di Apple, e di un modo nuovo di approcciarsi al computer, fondamentalmente percependolo come parte imprescindibile della propria vita quotidiana, ed inventando insieme a Steve Wozniak (Seth Rogen), icona e mouse, che rendono tuttora riconoscibile il pc, sia che usiamo Mac sia che usiamo Windows come sistemi operativi.

Il cuore del Cinema Ritrovato a Firenze. Seconda parte

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Eleonora Sforzi

Il terzo giorno della rassegna “Il Cinema Ritrovato alla 50 Giorni”, mercoledì 25 novembre, sono stati proposti film i cui sguardi incrociano la dimensione nativa con quella straniera e viceversa, riproponendo riflessioni che, a distanza di decenni, risultano ancora attuali sul tema dell'immigrazione, centrale nell'ultima edizione del Festival dei Popoli ad oggi in corso.

Rams. Pastorizia in comedy dalle lande islandesi

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David Dori

Arriva dall'Islanda (che produce dieci pellicole ogni anno) un film di interessante semplicità, vincitore della sezione Un certain regard al Festival di Cannes. Si tratta di Rams - Storia di due fratelli e otto pecore, diretto da Grímur Hákonarsonl, regista al secondo lungometraggio, dopo Sumarlandið.

Hunger Games II. Fine della rivolta

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Livia Bidoli

A differenza dell'episodio precedente, Hunger Games Canto della Rivolta Parte II, questo secondo capitolo della trilogia dedicata a Katniss Everdeen alias la rivoluzionaria Ghiandaia imitratrice (dal nome dell'uccellino di cui riproduce il canto per inneggiare alla rivolta e di cui porta lo stemma), ci è sembrato piuttosto fiacco, e non per i protagonisti, che sono gli stessi, piuttosto per la storia. A cominciare dal ritorno di Peeta Mellark “condizionato” da Snow che, sulla linea borderline, oscilla tra amore e odio in una continua ambivalenza verso Katniss e tutta la squadra di rivoltosi.

A testa alta. Riabilitiamo l'adolescenza

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Livia Bidoli

Apertura al Festival di Cannes per l'opera dell'esordiente Emmanuelle Bercot, conosciuta invece come attrice : qui dirige e dirime uno spaccato dell'adolescenza più problematica con Rod Paradot (1996) che interpreta la parte di un sedicenne nato da una madre sola e giovanisima: si chiama Malony e frequenta soprattutto le aule giudiziare da quando ha 7 anni, insieme alla madre ed al fratellino piccolo. Catherine Deneuve ha un ruolo decisivo: è Madame le Juge, il giudice dei minori Florence, che lo ha in consegna per cercare di tirarlo fuori dalla brutta strada in cui si è infilato.

Pan. La lussureggiante energia dei sogni

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Livia Bidoli

Girato in un vero 3D, Pan viaggio sull'isola che non c'è è diretto da Joe Wright, che abbiamo già visto in Orgoglio e pregiudizio (Pride and Prejudice, 2005), Espiazione (Atonement, 2007) e Anna Karenina (2012): tutte e tre tratti da opere letterarie: il primo dall'omonimo romanzo di Jane Austen; Espiazione da McEwan e Anna Karenina da Tolstoj. Questa volta si è imbattuto in James Matthew Barrie, che ha creato il personaggio-mito di Peter Pan nel 1902.

Rock the Kasbah in Afghan Star

Articolo di: 
Livia Bidoli

Ve lo diciamo subito, la Kasbah non c'è e nemmeno la canzone dei Clash omonima sentirete in questo film tagliato e cucito su un Bill Murray, diciamolo, un po' vecchiotto per queste parti arzille, e la regia di Barry Levinson. Dietro naturalmente c'è Mitch Glazer alla sceneggiatura, che però stavolta ha fatto buca: il film infatti ha poco slancio e la storia poco credibile.

Dheepan. Dalla guerra civile alla banlieue parigina

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David Dori

Vincitore della Palma d'oro al festival di Cannes assegnatagli dalla giuria presieduta dai fratelli Coen, Dheepan - Una nuova vita narra l'odissea interminabile dell'immigrato Dheepan (Jesuthasan Antonythasan) guerrigliero Tamil che fugge dalla guerra civile in Sri Lanka per approdare nella giungla metropolitana della banlieue parigina.

Kreuzweg. La Via Crucis dei lefebvriani

Articolo di: 
Sandra Palombelli

Orso d'Argento per la Migliore Sceneggiatura alla 64° Berlinale di quest'anno, Kreuzweg. Le stazioni della fede di Dietrich Brüggemann si inscrive in una ricerca che negli anni è diventata un filone, di nicchia certo, ma costante e capace di fidelizzare un certo pubblico che riflette sulla necessità sempre più urgente di valori nella società di oggi che, scavalcati per fortuna i dogmi imposti dalla religione o dall'etica tradizionale, ci ha lasciati orfani di un solido progetto educativo, in grado di rispondere a chi, scalfita la superficie delle cose, si domanda che cos'altro ci sia che possa spiegare il senso dell'esistenza in maniera convincente. Legittima domanda.

Il restauro di Amarcord. Tempo della storia e tempo immaginato

Articolo di: 
Eleonora Sforzi

È tornato nelle sale cinematografiche, a seguito dell'anteprima mondiale all'ultima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia e dopo oltre quarant'anni dalla sua prima proiezione pubblica, il celeberrimo Amarcord di Federico Fellini, in una nuova versione restaurata, a cura dei laboratori della Cineteca di Bologna, con il sostegno di yoox.com e il contributo del comune di Rimini, in collaborazione con Cristaldifilm e Warner Bros. La proiezione del nuovo restauro della pellicola felliniana viene preceduta da un montaggio di provini, scene tagliate e doppie di Amarcord realizzato per l'occasione da Giuseppe Tornatore.