La pelle che abito di Almodóvar. Transgenesi umana

Articolo di: 
Livia Bidoli

Lascia interdetti l'ultimo film di Almodóvar, come se in fondo non sapessimo nulla di lui, nonostante la tematica centrale, in modi del tutto diversi, l'abbia già affrontata in altri suoi film come Tacchi a spillo (1991) solo per citarne uno. La pelle che abito (La piel che habito) però non è un film che lascia requie, anzi, spiegando, infittisce il mistero che avvolge lo strano ménage tra Robert e Vera. Nei ruoli principali un Antonio Banderas volutamente glaciale ed una Elena Anaya del tutto convincente nella parte della vittima senziente.

Venezia 68. Black Block. I cani rabbiosi della Polizia Italiana

Articolo di: 
Livia Bidoli

Due film in uscita sui fatti del G8 di Genova nel 2001 per la Fandango di Domenico Procacci: Diaz, di Daniele Vicari ancora in lavorazione, e Black Block di Carlo A. Bachschmidt, corredato dal dvd (contenente un Extra di 47 min. intitolato La provvista, con il blitz alla Diaz e le fasi più rilevanti del processo) ed il libro La costruzione del nemico. Il film è stato presentato alla 68° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Controcampo Italiano.

Venezia 68. Ruggine di Daniele Gaglianone e lo sguardo obliquo di Timi

Articolo di: 
Livia Bidoli

Apre le Giornate degli Autori alla 68° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia l'ultimo film del regista di Pietro (2010), Daniele Gaglianone (1966). Si chiama Ruggine,  l'ossidazione del ferro come quella che avvolgeva i due silos dove i protagonisti da piccoli – ed interpretati da adulti da Valeria Solarino, Stefano Accorsi, Valeria Mastrandrea – si rifugiavano per delle esperienze di gioco nella periferia di Torino (girato a Taranto invece), abitata soprattutto da immigrati meridionali alla fine degli anni '70. La parte più inquietante del Dottor Boldrini va a Filippo Timiobliquamente delirante nel suo silenzioso percorso attoriale sulle note disfacenti e altrettanto ossidanti - e quindi consone a riverberare la polverina scura aranciata che si libra nell'aria - delle Luci della Centrale Elettrica.

Mr Beaver. Nessun uomo è un'isola

Articolo di: 
Eleonora Sforzi

Questa non è la storia di Mr. Beaver, che è solo una marionetta. E', invece, la storia di Walter Black (Mel Gibson), un uomo di famiglia affettuoso e premuroso, che sta attraversando un periodo difficile: la fabbrica di giocattoli di cui è il direttore è prossima al fallimento e lui, non riuscendo ad affrontare i problemi e a risollevarsi dalla caduta, precipita in uno stato depressivo continuo. Il film si chiama Mr Beaver è è diretto da Jodie Foster, grande amica di Mel Gibson.

Urlo. Un biopic poetico sulla nascita della beat generation

Articolo di: 
Teo Orlando

Urlo (Howl, 2010) è un film dedicato alla biografia di Allen Ginsberg (1926-1997), uno dei più celebri esponenti della beat generation, autore di un notissimo poema che dà il titolo all’opera cinematografica. La pellicola oscilla tra biopic e film-documentario, proponendosi in modo alquanto originale, con ambizioni notevoli anche dal punto di vista delle competizioni e dei concorsi a cui ha partecipato: dal Sundance Film Festival alla 60° edizione del Festival del cinema di Berlino, dove gareggiava per l'Orso d'oro.

Harry Potter e i doni della morte II. La parola Fine ha inizio

Articolo di: 
Marika Balzano

Era il 2001 quando gli occhi di molti spettatori rivolsero l’attenzione su un maghetto di Privet Drive predestinato a essere l’eroe sin dall’apertura della saga,  in cui ha tanto creduto la Warner Bros Italia. Le avventure si sono susseguite con una cadenza annuale, portando il giovane pubblico e non solo a crescere insieme al protagonista a pane e arti magiche.

La ciudad de los signos. Il calor bianco della narratività fantasmatica

Articolo di: 
Livia Bidoli

Alla Real Academia de España di Roma il 13 giugno 2011 si è proiettato il film La ciudad de los signos di Samuel Alarcòn (Madrid, 1980), un viaggio tra i segni di città sibilline nel loro rapporto col passato, a cominciare da Roma, proseguendo con Cuma, Stromboli, Capri, la Torre Normanna di Maiori.

The Hunter. L'interpretazione mancata

Articolo di: 
Simone Vairo

The Hunter di Ralf Pitts è un film diverso dai soliti a cui si è abituati e che, a parer mio, manca dell’elemento maggiormente caro al regista: l’interpretazione. La trama s’incentra sulla triste vicenda di Alì Alavi (Ralf Pitts) il quale, uscito di prigione, decide di trovarsi un lavoro e di passare più tempo con sua moglie (Sara - Mitra Hajjar) e sua figlia (Saba Yaghoobi).

The tree of life. La ricerca della voce di Dio

Articolo di: 
Simone Vairo

Dimenticate la vostra religione...qualunque essa sia; mettete da parte lo scetticismo; ‘buttate via’ la filosofia; solo dopo ciò potrete godere della poesia insita nel quinto ‘epico’ lavoro di Terrence Malick: The tree of life.

Il ragazzo con la bicicletta. Il guscio vuoto della semplicità

Articolo di: 
Erika Romeo

Della Complicanza (Sur la complication), ovvero (compendio sul) l’arte di non spiegare le cose. Questo sarebbe stato un titolo più adatto alla nuova opera dei fratelli Dardenne, in concorso al Festival di Cannes 2011. Il ragazzo con la bicicletta infatti, scritto e diretto da Jean-Pierre e Luc Dardenne, lascia un vuoto perplesso di cose non dette.