Lei, Lui e il sistema operativo

Articolo di: 
Livia Bidoli

Il regista Spike Jonze decide di far rivestire a Joaquin Phoenix i panni di Theodore Twombly, che non è difficile connettere con l'omonimo, per il cognome, Cy Twombly, e quel touche de naïveté che lo contraddistingue nelle sue fiorite e vivacemente colorate, opere pittoriche. Her, o meglio, Lei, è però un sistema operativo, e quel che dipinge Theodore nei suoi sogni, non è che un artefatto.

47 Ronin 3D. La via del seppuku

Articolo di: 
Livia Bidoli

Film di esordio per Carl Rinsch, 47 Ronin è un kolossal, soprattutto per la spesa di produzione della pellicola da parte di Universal, e per il protagonista, Kai, il “mezzosangue” per i giapponesi e per l'antichità della storia, impersonato da Keanu Reeves, di cui ricorderemo solo Matrix (1999); mentre per il coprotagonista Hiroyuki Sanada, che interpreta Oishi, a capo dei 47 samurai, e  meno noto di primo impatto, sottolineiamo film che vanno da Ring a Wolferine.

Un ragionevole dubbio. Il thriller che mescola le colpe

Articolo di: 
Alessandro Menchi

Un buon lavoro, una bella casa, una famiglia invidiabile. La felicità è un bene prezioso ma fragile, che può schiantarsi sotto i colpi del caso. E di scelte sbagliate. Il 6 marzo esce nelle sale italiane Un ragionevole dubbio, thriller diretto da Peter Howitt, il regista di Sliding Doors che stavolta si firma sotto lo pseudonimo di Peter P. Croudins. Un giallo godibile dal sapore metropolitano che, tuttavia, smorza una partenza legal tesa e brillante in una risoluzione fin troppo prevedibile. Ottimo il binomio Dominic Cooper – Samuel L. Jackson, la cui prova ottempera spesso ai vuoti di una sceneggiatura che scioglie con troppa fretta i nodi cruciali del racconto.

Monuments Men. L'ideale della bellezza che trascende il male

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Giuseppe Talarico

Vi sono epoche storiche nelle quali la violenza degli uomini rischia di cancellare le vestigia e le opere d’arte dei grandi geni della cultura, grazie alle quali gli ideali della bellezza e della armonia hanno potuto prendere forma e assumere immagini cristallizzate, suscitando lo stupore e la meraviglia nell’animo delle persone. Il film diretto da George Clooney ed intitolato Monuments Men racconta una storia straordinaria e commovente, che storicamente accadde nel periodo cupo e terribile della seconda guerra mondiale, negli anni compresi tra il 1943 ed il 1946.

Snowpiercer. Il freddo destino dell'uomo

Articolo di: 
Alessandro Menchi

Se in un ipotetico futuro la razza umana fosse decimata da un cataclisma, i pochi sopravvissuti si organizzerebbero secondo le attuali gerarchie sociali. Perché l'istinto di sopraffazione è insito nella natura dell'uomo. Ed è estirpabile solo attraverso il sacrificio. Il 27 febbraio esce nelle sale italiane uno dei film più attesi della Storia del cinema coreano: Snowpiercer, di Bong Joon-ho. Il talentuoso regista di The Host (2006) e Mother (2009) dirige un cast internazionale capitanato da Chris Evans (Captain America), con Jamie Bell (Billy Elliot), John Hurt, Song Kang-ho e i premi Oscar Octavia Spencer e Tilda Swinton. Un film che lascerà il segno nel genere fantascientifico, ma anche nell'immaginario di una più ampia riflessione sugli attuali assetti socio-economici globali e sul destino della civiltà contemporanea

Lone Survivor. Guerra, onore e retorica

Articolo di: 
Alessandro Menchi

Il senso del dovere, l'onore, il patriottismo: al giorno d'oggi sono valori fuori moda. Ma in alcuni luoghi della terra, in alcuni gruppi di persone, in alcune esistenze, essi rappresentano ancora il senso della vita. Una vita in guerra. Basato su una storia vera, il 20 febbraio esce nelle sale italiane Lone Survivor, diretto da Peter Berg (The Kingdom, Hancock) e interpretato da un cast - Mark Wahlberg, Taylor Kitsch, Emile Hirsh, Ben Foster - che dona spessore a una pellicola troppo spesso auto-indulgente nella spettacolarizzazione della violenza e dalla morte eroica. 

Storia d'inverno. La favolistica New York del primo Novecento

Articolo di: 
Livia Bidoli

Uno sfondo blu del mare per una New York primo Novecento, dove si possono sicuramente immaginare le favole: una ragazza giovane e morente (cosa c'è di più romantico di una giovane donna morta, diceva Poe) ed un altrettanto giovane ed avvenente ladro. Jessica Brown Findlay interpreta la parte di Beverly Penn, figlia del ricco proprietario di un giornale, Isaac Penn – il bravissimo come sempre William Hurt -; mentre Colin Farrell riveste il ruolo del ladro Peter Lake, inseguito nel film diretto da Akiva Goldsman, da Russell Crowe, capo di una banda di ladri.

12 anni schiavo. Il cuore di tenebra dell'America

Articolo di: 
Alessandro Menchi

Uno degli orrori che macchiano la Storia americana, dopo quasi un secolo di silenzio e di omertà, è entrato fra temi protagonisti della cinematografia statunitense degli ultimi anni. E questo grazie soprattutto alla svolta impressa da Obama. Parliamo ovviamente dello schiavismo, raccontato nella sua accezione più disumana e violenta nel film 12 anni schiavo, diretto dal britannico Steve McQueen, che uscirà nelle sale italiane il 20 febbraio. Prodotto da Brad Pitt e favorito nella corsa agli Academy Award 2014 con ben 9 candidature, è un film che punta con la forza della rappresentazione a sconvolgere lo spettatore. E ci riesce, dimenticando però di astrarre in metafora la potenza del racconto.

Fruitvale Station. Il razzismo che uccide i sogni

Articolo di: 
Alessandro Menchi

Una vita spezzata un attimo prima di tornare a casa, sulla via di un cambiamento reso difficile da un contesto difficile. Il racconto delle ultime ore di un giovane ucciso dallo strapotere della polizia e dal razzismo strisciante nella società americana. Vincitore del Premio della giuria e del Premio del pubblico al Sundance Film Festival 2013, il 13 marzo esce nelle sale italiane il film Prossima fermata – Fruitvale Station, tratto da una storia vera, scritto e diretto da Ryan Coogler, prodotto da Forest Whitaker e interpretato da Michael B. Jordan, Melonie Diaz e Octavia Spencer. Un racconto fedele alla realtà della vicenda e alla realtà del contesto sociale che denuncia, ma che non riesce quasi mai a innalzare il realismo a metafora universale.

Il segnato. Low horror low budget

Articolo di: 
Fabio Giagnoni

Il genere orrorifico è in crisi. Da tempi ormai troppo lunghi. Film come Il segnato insistono a degradarlo dall’interno. Come succede al protagonista, Jesse, un ragazzino californiano (il girato è concentrato nel circondario di Oxnard) d’origini messicane posseduto da un “incubo”, si direbbe quindi un demone di sesso maschile (demoni maschili figli di Lilith, la prima moglie di Adamo: vedi articolo correlato in fondo e cfr. Ernest Jones, Psicoanalisi dell’incubo, Newton Compton, 1978, ma forse è meglio chiamarlo Simon, dal nome del gioco da tavolo attraverso cui comunica, sorta di modernizzazione delle tavole Oui-Ja delle sedute spiritiche. La pellicola parte anche col piede giusto, inscenando in un ghetto latinoamericano l’intera storia.