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Hannah Arendt. La mediocrità del male
Un film su Hannah Arendt (Linden-Hannover, 1906-New York, 1975), una delle maggiori pensatrici e filosofe che abbia mai scritto così approfonditamente sul totalitarismo (The Origins of Totalitarianism, 1951), non solo sul nazismo in quanto ebrea emigrata e testimone della Shoah, è uno dei compiti più seri che ci si possa conferire alla luce anche della controversa storia e rapporto di Arendt con Israele ed il suo popolo. Margarethe von Trotta ha quindi messo alla prova Barbara Sukowa in una parte e con una sceneggiatura, scritta a tre mani con Pam Katz e Caroline Champetier, di una rilevanza storica che ancora oggi apre degli squarci sulle relazioni instaurate tra Israele, il popolo ebraico ed una forma di pensiero “liberissimo” come quello di Hannah Arendt.
Nebraska. Ritratto umano in bianco e nero
Uno sguardo delicato e sensibile verso l'anzianità, quello del regista Alexander Payne in Nebraska: con un Bruce Dern già vincitore di un Premio come miglior interpretazione maschile al 66 Festival di Cannes, e Will Forte magnifico come figliol prodigo che lo accompagna in un viaggio per ritirare un fantomatico premio che tutti sanno essere un'apologia per il viaggio.
American Hustle. Un rocambolesco imbroglio
L’antico adagio scelto come sottotitolo della versione italiana del film lo riassume alla perfezione. La pellicola American Hustle di David Owen Russell si iscrive direttamente nel novero di quelle “svelte” sui truffatori, da Prova a prendermi con Di Caprio a Il mago della truffa in cui brillò Nicholas Cage, giusto per citarne un paio delle più recenti. La trama è una libera reinterpretazione dell’operazione poliziesca “Abscam”, realmente avvenuta alla fine degli anni ’70 negli USA.
Il capitale umano. I rapporti umani come produzione
La Lombardia di oggi, coi suoi piccoli e grandi imprenditori, traduce un romanzo di Stephen Amidon, Human Capital (uscito in Italia per Mondadori nel 2008, in America nel 2004), nella regia di Il capitale umano di Paolo Virzì, con le belle musiche del fratello Carlo, e attori come Fabrizio Gifuni, Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino e Luigi Lo Cascio nelle parti principali.
Capitan Harlock 3D. La rinascita gotica del mito
Molto più dark del capostipite, compresa l'Arcadia, la sua nave pirata che guida attraverso le galassie, Capitan Harlock 3D di Shinji Aramaki dal fumetto del giapponese Leiji Matsumoto, è un pirata ribellatosi alla Coalizione Gaia (Gaia è il nome antico della Terra) che combatte da quando il pianeta Terra è diventato inabitabile per gli esseri umani. Il capitano della flotta di Gaia, invierà una spia da Harlock che nel film è conosciuto come Yama.
Lo Hobbit 3D. Smaug e la maledizione dell'oro
Il secondo, attesissimo episodio tratto dal prequel al Signore degli Anelli, ovvero Lo Hobbit scritto da J.R.R. Tolkien nel 1937, e tradotto in film da Peter Jackson, approda in sala in 3D in HFR, High Frame Rate, a 48 fotogrammi al secondo (anche in 2D, 3D e IMAX) col titolo: Lo Hobbit. La desolazione di Smaug.
Oldboy. L'intensità primitiva della vendetta
Remake dell'omonimo film di Park Chan Wook che ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes nel 2004, Oldboy approda al cinema con la firma di Spike Lee, senza perdere quella potenza, anzi acquistandone una tutta occidentale, che lo contraddistingueva nell'originale coreano, tratto dai sei volumetti manga a cura di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya.
Metallica 3D. Master del Metal con Fisher
I Metallica non hanno bisogno di presentazioni: sono un’istituzione. Sicuramente il gruppo metal più famoso del mondo, genere sconfinato di musica dura da cui prendono (e a cui sinergicamente danno) nome. Oggi sono arrivati al punto di prodursi da soli i dischi attraverso la loro nuova etichetta Blackened (dal titolo di un pezzo famosissimo), che ha partecipato anche alla produzione di Metallica 3D – Through the never.
Roma Cinema Fest. I film premiati sull'accordo di Settima
All'ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma hanno vinto prima di tutto i film che sicuramente erano dati per meno popolari, a cominciare dal film rumeno Quod Erat Demonstrandum di Andrei Gruzsniczk, sul controllo della popolazione durante il regime di Ceausescu, Premio Speciale della Giuria; come anche Tir (che sembra ironicamente il prosieguo della premiazione della Biennale con G.R.A.) di Claudio Fasoli, Marc'Aurelio d'Oro per il Miglior Film; ed ancora Seventh Code, il film giapponese di Kiyoshi Kurosawa, al quale sono andati ben due premi, il primo per il miglior contributo tecnico, il secondo per la Migliore Regia.
Roma Cinema Fest. Juliette e Quod erat demonstrandum
Il Festival Internazionale del Film di Roma apre con due film dedicati agli anni '80, per due sezioni diverse: Concorso e Alice nella cittä. In Concorso un film dalla Romania dal titolo latino, come la lingua dal quale proviene il rumeno, e quindi Quod erat demostrandum si rivela un thriller congegnato ai tempi di Ceausescu, con un lato ironico molto forte. Il film rumeno di Andrei Gruzsniczk si é aggiudicato il Premio Speciale della Giuria.