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La Quinta Stagione. Il rito dell'apocalisse
Mi viene subito in mente Camus con La peste (1947) a vedere questo film: un clima apocalittico e vibrante di colori spenti, delle atmosfere ed una natura à la Brueghel che diventa grigia come la neve sporca: questo film di due registi (un belga ed un'americana che chiunque si immagina cosi distanti), Peter Brosens e Jessica Woodworth, che si chiama tristemente La Quinta Stagione, si trova a calcare la mano su un'irrevocabilità già intrinseca in questa dichiarazione d'intenti che fa tutt'uno con il titolo.
World War Z. Il virus di grado Zero
Con l'ombra di Danny Boyle e quella di Romero alle spalle, Marc Foster, che prima si è dato a Monster's Ball nel 2001, facendo premiare Halle Berry con l'Oscar come Migliore Attrice ; poi Neverland con Johnny Depp aggregato a Peter Pan (o meglio il suo creatore, J.M. Barrie); il bellissimo Il cacciatore di aquiloni nel 2007, ed ancora il blockbuster con Daniel Craig Quantum of Solace per James Bond, ora Foster approda ad un apocalittico World War Z, che spinge la paura per la crisi a trasformarsi in macabri morsi di zombie assetati di sangue.
L'uomo d'acciaio. Il nuovo Superman vive di conflitti
Quello che diventerai sarà il frutto delle tue scelte. Anche se sei Superman. Giovedì 20 giugno esce nelle sale italiane L'uomo d'acciaio, di Zack Snyder (300, Watchmen), il nuovo film sul celebre supereroe DC Comics ideato da Jerry Siegel e Joe Shuster. Un reboot che attinge alla nuova tendenza autoriale nei film tratti da fumetti lanciata da Christopher Nolan, che non a caso veste i panni di produttore e di autore del soggetto insieme a David S. Goyer, già suo collaboratore nella trilogia di Batman. Tuttavia, benché l'operazione sulla carta sia lodevole e, sempre sulla carta, gli ingredienti siano simili (supereroe/azione/introspezione), ne L'uomo d'acciaio l'alchimia risulta diversa, disarmonica, ben sotto i livelli della saga del Cavaliere Oscuro, ma anche quella molto più dichiatamente action e disimpegnata dei supereoi Marvel.
Passioni e Desideri. Il bivio della vita
Le nostre azioni, per quanto piccole e insignificanti ci possano apparire, hanno spesso conseguenze enormi e imprevedibili, sia sugli altri che su noi stessi. E ciò è vero soprattutto in amore. Il 20 giugno esce nelle sale italiane l'ultimo film di Fernando Meirelles, Passioni e Desideri, scritto da Peter Morgan (The Queen, Frost/Nixon – Il duello) e ispirato al dramma Il girotondo (Der Reigen) di Arthur Schnitzler. Un film corale, che ha in Crash (2004) di Paul Haggis e Babel (2007) di Alejandro González Iñárritu, i suoi più recenti e celebri antecedenti strutturali.
Holy Motors. L'iconico istante delle stelle
Guardando un film di Leos Carax si è colpiti dalla mancanza del limite tra sogno e realtà, immediatamente: non si può fare a meno di notare che i confini sono quelli dell'incanto della distanza su cui si posa lo sguardo di Walter Pater nei suoi Imaginary Portraits (1887). E così, Holy Motors, sulle note amare e leggere stranamente, di Dimitri Shostakovich e del suo Quartetto n. 15, si adagia su lidi shakesperiani che lo conducono su uno stage (un palcoscenico) ricolmo di fools (giullari, in particolare quelli mentori di verità shakesperiani) che vengono condotti da una parte all'altra della città da queste Holy Motors, limousine bianche e sacrali come il loro compito.
The Butterfly Room. Barbara Steele e l’incubo delle farfalle
Parafrasando il titolo dell’ormai datato film di Bellocchio, “Il sogno della farfalla”, potremmo ben dire che quello partorito dalla fervida immaginazione di Jonathan Zarantonello, con l’ausilio dei co-sceneggiatori Paolo Guerrieri e Luigi Sardiello, sia il corrispettivo incubo. Barbara Steele è l’incubo della farfalla in The Butterfly Room. Col suo sguardo spiritato, lo incarna in tutto il suo orrore.
Star Trek - Into Darkness. L'ipnotico Khan
Diretto come il precedente del 2009 da Jeffrey Jacob Abrams, Into Darkness - Star Trek, il nuovo episodio che sicuramente sarà seguito da altrettanti action fantascientifici provenienti da quella serie fortunata degli anni '60 con le gloriose sceneggiature di Sturgeon, Bloch e Matheson, il film propone la stessa truppa di Chris Pine e Zachary Quinto come protagonisti (James Kirk e Spock), ed un ammaliante cattivo dagli occhi di ghiaccio interpretato da Benedict Cumberbatch.
Jerome Enrico. Paulette e la sua erba
Paulette vive la sua pensione nella periferia multietnica di Parigi dove deve combattere contro gli odiati extracomunitari per accaparrarsi qualche avanzo tra i bidoni della spazzatura e arrivar a stento a fine mese. Dopo aver capito che lo spaccio di marijuana rappresenta un ottimo investimento, decide di entrare in contatto con il piccolo boss di quartiere.
La grande bellezza. L'amaro nella "dolce vita"
L'ultimo film di Paolo Sorrentino, presentato in concorso al Festival di Cannes due settimane fa, ha inizio, proprio come accade nei romanzi e nelle opere letterarie in genere, con un esergo: la citazione della poesia dell'autore francese Céline, dal titolo “Viaggio al termine della notte”, dove il tema del viaggio non è tanto inteso nell'accezione concreta e fisica, quanto esistenziale, che sembra anticipare una pellicola incentrata su un uomo e sul suo percorso interiore.
Infancia Clandestina. L’importanza di chiamarsi Ernesto
L’importanza di chiamarsi Ernesto. Non come un Ernesto qualsiasi, ma come il grande Ernesto Che Guevara! Questa è la missione che si vede affidare un ragazzino molto sveglio, Juan, quando i genitori decidono di porre fine al temporaneo esilio cubano, tornando così nel paese d’origine, l’Argentina, da cui si erano dovuti allontanare per sottrarsi alla spietata e violentissima repressione dei militari.