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The last days of Emma Blank. Scorcio di un dramma familiare
Dal regista Alex Van Warmerdam, "The last days of Emma Blank" è un lungometraggio - in lingua tedesca e totalmente sottotitolato - dai toni drammatici prodotto in Olanda nel 2009, recentemente "riscoperto" e proiettato sulla piattaforma streaming di MyMovies.
Il regista, a cui è stato riconosciuto per questo film nel 2009 il Premio Label di Europa Cinemas presso la Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia e, nello stesso anno, il Premio per la Miglior sceneggiatura al Nederland Film Festival, rende partecipi gli spettatori, fin dai primi minuti, di un complesso e contraddittorio dramma familiare.
La vicenda si svolge completamente all'interno e nei dintorni di una villa in Olanda, in un luogo immerso in una campagna arida dai contorni sfocati, che contribuisce a rendere il paesaggio monocromatico e desolato. L'elegante abitazione è di proprietà della famiglia Blank, in cui risiede Emma (interpretata dall'attrice teatrale Marlies Heuer), la protagonista, che soffre – probabilmente da molto tempo – di una malattia di cui non viene fatta precisa menzione, ma che da un momento all'altro le toglie completamente le forze fino a svenire.
Le altre cinque persone che vivono con lei sono continuamente al suo servizio, ognuna avente principalmente un certo compito nell'ambito delle quotidiane necessità della donna e degli obblighi domestici. Lo spettatore, così, viene proiettato subito all'interno di una realtà che, appare ben chiaro, si ripete da tempo e i rapporti – spesso complicati e controversi – che legano tra loro i vari personaggi vengono resi noti nel corso della vicenda, consentendo solamente "a piccoli passi" una comprensione precisa della storia. Nonostante sia messo in chiaro fin dai primi minuti del film che i prossimi saranno gli ultimi giorni – come già annuncia il titolo in prima battuta – di Emma, le cui richieste sono incessanti, sgarbate e spesso assurde, appaiono centrali le situazioni di ogni singolo componente, ma mai svincolate dalla figura protagonista.
I temi affrontati in questo lungometraggio sono vari e si intrecciano vicendevolmente: in particolare la malattia e l'assistenza, mostrati dal punto di vista di Emma, ammalata ma lucida tanto da comandare e stabilire le varie attività di chi la circonda, ma principalmente da quello dei suoi cari, che devono far fronte alle continue richieste e scortesie della donna.
I diversi personaggi sono strani, ambigui e problematici, quasi "divisi" interiormente, così ben presto, appare chiaro come i rapporti che li legano alla protagonista siano densi di rancori e contraddizioni, sentimenti contrastanti e segreti, sebbene i diversi livelli di parentela che li uniscono e li separano l'un l'altro.
Interessante, a mio parere, è considerare che il regista, Alex Van Warmerdam, è anche un personaggio chiave della vicenda – che lui stesso ha messo in scena - pur dimostrandolo silenziosamente. Egli, infatti, interpreta il fratello di Emma Blank, "affetto" da una strana sindrome che lo spinge a ritenersi e a comportarsi come un cane. Si tratta, ancora, di un'altra piccola grande stranezza di uno scorcio di vita della famiglia Blank, ma è allo stesso tempo una condizione insolita e particolare che illumina gli eventi, finora considerati, di una diversa luce. L'uomo, di fatto, non è altro che l'osservatore silenzioso della vicenda che, con singole e sottili azioni di intervento, la porta verso la direzione estrema intorno cui già stava procedendo. In questo geniale dramma familiare, infatti, non solo la protagonista sta attendendo la propria morte, ma è così anche per i suoi familiari che – come appare chiaro col passare dei minuti del film – sono mossi da secondi fini nei confronti di Emma.
Il regista, quindi, svolge tale ruolo da "supervisore" anche all'interno del proprio lungometraggio, ponendosi come parte attiva al fine del disvelamento delle reali pulsioni e sentimenti dei personaggi che, sul teatro della vita, mostrano sempre facce diverse di se stessi.
L'amara realtà dei protagonisti in questo film sembra voler dare voce alle insanabili contraddizioni che talvolta lacerano gli individui, all'irrisolto rapporto tra vita e "forma" e alle mille diverse "maschere" che indossano nelle varie situazioni, nessuna veramente caratterizzante, finchè, chi ne ha indossate troppe, si scopre quasi "senza volto". Ognuna, fra queste argomentazioni, tematica cardine della poetica di Pirandello, che continua ancora oggi a far riflettere sul proprio "io".