Sequenza iniziale: situazione confusa, un uomo pronto a colpire con la balestra, armigeri schierati, la mela che s'intravvede appena sulla testa di un giovane. Prima che in flashback vengano svelati tutti gli antefatti, che hanno portato all'increscioso episodio, il navigato cineasta nordirlandese Nick Hamm (quello noto un tempo soprattutto per Martha da legare, La voce degli angeli e The Hole) ha modo di proiettarci direttamente nel Mito, selezionando con cura gli elementi più iconici di una storia universalmente nota.
Alcuni parametri devono essere quindi rispettati. A partire dall'ispirazione primaria del racconto, che stando alle note di produzione è inequivocabilmente l'opera teatrale di Friedrich Schiller. Ma, assunta tale versione come bussola per orientarsi tra le imprese attribuite all'eroe elvetico per antonomasia, è altrettanto evidente che il regista – avvezzo a confrontarsi coi più disparati generi – l'abbia riadattata a canovaccio per sprigionare tutta la forza di un action movie estremamente basico, selvaggio, collerico, ben diretto sia nelle scene di combattimento che nella rievocazione in costume di tale periodo storico. L'adrenalinico Guglielmo Tell di Nick Hamm è perciò un ambizioso lungometraggio che attinge all'universo hollywoodiano per quanto riguarda la spettacolarità dell'azione, rimanendo però saldamente ancorato alle tradizioni popolari del Vecchio Continente, per quanto riguarda l'accuratezza del racconto e la sua cornice.
Siamo infatti nel 1307 d.C, in Svizzera, laddove il dominio degli Asburgo, dinastia principesca alla cui guida vi è Alberto I duca d'Austria, ha cominciato da tempo a minacciare la libertà e l'indipendenza delle genti locali, sia tramite il controllo armato di alcuni territori, sia attraverso l'imposizione di pesanti tributi. Vediamo però accendersi la scintilla della rivolta, allorché l'uccisione di un gabelliere, più sfrontato e crudele di altri, scatena, oltre a una movimentata caccia all'uomo, una repressione tanto feroce quanto ottusa nei confronti di tutta la popolazione.
Il coraggioso intervento di un uomo rispettato da tutti, quel Guglielmo Tell qui impersonato dal coriaceo attore danese Claes Bang, si configura da subito quale catalizzatore delle varie forze sociali, fino ad allora poco coese, impegnate nella strenua lotta per sfuggire alla dominazione austriaca; una lotta da cui salirà poi alla ribalta la Confederazione Elvetica, destinata a una Storia duratura e fieramente immune ai conflitti europei su più grande scala.
Certo, ad occhi cinefili, sottilmente ironico può apparire il fatto che un film così sanguigno, movimentato, ferino, sia stato prodotto per raccontare la “nascita di una nazione”, quand'anche tale nazione coincida con quella cui il personaggio di Orson Welles dedicava tali parole, in una famosissima scena de Il terzo uomo: “In Italia sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto guerra, terrore, omicidio, strage ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, con cinquecento anni di amore fraterno, democrazia e pace cos’hanno prodotto? L’orologio a cucù”.
Poco amore fraterno e pochissima pace, quindi, in questo indiavolato action movie co-prodotto per l'appunto da Svizzera, Italia e Regno Unito, che vede gli Austriaci nel ruolo non così usuale sullo schermo di sanguinari oppressori. I “cattivoni” di turno, insomma! Come a replicare, meglio ancora parafrasare gli schemi narrativi che invece vedevano in sì scomoda posizione gli inglesi, riscontrabili nell'emozionante Braveheart - Cuore impavido di Mel Gibson, molto probabilmente il blockbuster cui questo Gugliemo Tell guarda più da vicino. Chiarito già chi sia l'eroe della vicenda, diversi soggetti si contendono la parte di villain principale, compreso un personaggio femminile la cui repentina ascesa al trono – foriera di possibili vendette – può alludere a una possibile serializzazione di tale prodotto cinematografico. Eppure, per la classe inconfondibile che sprigiona anche qui, non possiamo non citare quale villain coi fiocchi proprio l'austriaco più in alto nella scala gerarchica, Alberto d'Asburgo, interpretato da un Ben Kingsley cui l'occhio mancante dona una luce particolarmente sinistra.
Collegamenti:
[1] https://www.gothicnetwork.org/immagini/guglielmo-tell
[2] https://www.eaglepictures.com/