Fama tardiva. Il romanzo postumo di Schnitzler edito da Guanda

Articolo di: 
Eleonora Sforzi
Fama tardiva di Arthur Schnitzler

Un'uscita editoriale particolarmente affascinante, quella del romanzo postumo di Arthur Schnitzler, pubblicato da Guanda nel maggio scorso con il titolo, denso di significato, di “Fama tardiva”. Si tratta di un testo in cui il celebre scrittore austriaco - scomparso nel 1931 - conferma ai lettori che già ne conoscono lo stile narrativo, molto influenzato dagli studi legati alla psicoanalisi, una moderna capacità di tratteggiare i personaggi delle vicende e, soprattutto, il loro spessore psicologico, che molto spesso deve essere colto "leggendo tra le righe".

L'autore è noto al grande pubblico in modo particolare per alcuni racconti lunghi quali “Fuga nelle tenebre”, “La signorina Else” e “Doppio sogno”, quest'ultimo strettamente connesso alla grande fortuna cinematografica del visionario e onirico adattamento – seppur con notevoli cambiamenti rispetto alla vicenda originaria – di Kubrick dal titoloEyes Wide Shut” del 1999.

La vicenda di quest'ultima pubblicazione, finora inedita in Italia, è ambientata nella Vienna di inizio Novecento e ha come protagonista l'anziano Eduard Saxberger. La sua routine quotidiana, dove alle canoniche ore in ufficio segue una tranquilla camminata in città, viene sconvolta dalla visita inaspettata di un giovane di nome Wolfgang Meier che, presentandosi in qualità di scrittore, gli dice di essere un suo grande ammiratore dal momento in cui si è imbattuto nella sua raccolta di poesie giovanili pubblicata con il titolo Passeggiate”. Il signor Saxberger aveva infatti un passato di poeta, ma dopo tutti gli anni passati da allora, per l'uomo si trattava soltanto di una prova giovanile portatrice dell'amarezza per la mancanza di considerazione da parte della critica, la quale era stata in grado di spingerlo, col tempo, ad abbandonare la scrittura. Le lodi che questo ragazzo sconosciuto gli porgeva con tanta passione, non solo a nome suo ma anche da parte del circolo letterario di scrittori in cerca di un'occasione di cui faceva parte, risvegliarono nella mente di Saxberger ricordi di un tempo passato, quando riuscì addirittura a far circolare nei teatri un proprio dramma e come Meier, frequentava una compagnia di ragazzi che sognavano di diventare artisti.
Le tardive ma adulatorie attenzioni che gli vengono riservate lo portano ad accettare la proposta del ragazzo di prendere parte al circolo letterario di giovani aspiranti – da Meier chiamato “la giovane Vienna” – il cui luogo di ritrovo era un Kaffeehaus già noto all'anziano signore: la frequentazione della composita compagnia fa provare a Saxberger le emozioni dimenticate della propria giovinezza, al punto da sentirsi grato del riconoscimento offertogli con affetto tanto da essere chiamato “maestro”. L'anziano ed elegante signore, così, prende parte a discussioni letterarie, viene esortato dai giovani a scrivere ancora e alcune sue vecchie poesie vengono scelte per una lettura pubblica finalizzata alla promozione delle opere dei veri esordienti.
Questo riconoscimento tardivo, Saxberger – e insieme a lui il lettore – lo scoprirà troppo tardi, ha contorni densi di ombre, ma soprattutto un retrogusto amaro: le certezze vacillano e quel che resta è una riflessione ineluttabile sull'impossibilità di recuperare il tempo perduto.

Si tratta, dunque, di una vicenda molto interessante, che lascia il lettore ad interrogarsi su quanto vi possa essere di autobiografico in questa vicenda, i cui passaggi appaiono ora appena tratteggiati ora molto nitidi nell'attenzione per alcuni piccoli dettagli: lo farebbe pensare anche la scelta del titolo, sicuramente non casuale in riferimento alla trama in superficie, così come ad un ipotetico rimando alla biografia dell'autore, che sembra proprio aver messo parte di se stesso e del proprio vissuto in questo romanzo.

Sarà la bella Postfazione al testo, a cura di Wilhelm Hemecker e David Österle, a chiarire la storia redazionale dell'opera, così come le numerose coincidenze fra il contesto di questa vicenda e quello vissuto a Vienna dal giovane Schnitzler. Quest'ultimo, infatti, faceva arte del noto circolo poetico di nome “La giovane Austria”, che si riuniva alla fine dell'Ottocento nei caffè della città, animati dagli stessi atteggiamenti contrastanti costituiti da moti di aspirazione e impegni insignificanti che caratterizzano “la giovane Vienna” di Meier e compagni, i quali sono non casualmente delineati con familiarità e con connotati delle figure che popolavano la vera compagnia di artisti di Schnitzler. Nel personaggio di Christian, inoltre, è stato rintracciato lo stesso autore da giovane, sulla base della descrizione fisica e dell'aspetto osservati dall'anziano Saxberger.

Ancora, la Postfazione approfondisce le fasi redazionali di “Fama tardiva”, concluso – secondo una diretta testimonianza dell'autore – nel luglio del 1895, rischiando in seguito di andare perduto nell'epurazione letteraria nazista, a causa dell'origine ebraica dello scrittore, se non fosse stato per uno studente inglese che per una ricerca di dottorato riuscì a salvare l'archivio di Schnitzler, con il supporto del governo britannico.

Per tutti questi motivi, e forse per altri che possono essere letti ancora tra le righe, questo romanzo postumo dello scrittore austriaco rappresenta sicuramente un tassello importante per una maggiore comprensione del suo diretto rapporto con il proprio tempo e il contesto storico, sociale e culturale in cui ha vissuto la giovinezza, trasposti in questa vicenda in modo serio, ma parodizzati e crudelmente smascherati nel finale. La parzialità dello sguardo sulla realtà e l'inganno o l'autoinganno sono anche qui, come in molte altre opere dello scrittore, i temi centrali della vicenda, articolata sullo sguardo dell'anziano protagonista che filtra e interpreta gli eventi.

“Fama tardiva”, a mio avviso, si presenta come un'ulteriore prova della modernità di Schnitzler e della sua capacità di indagare i caratteri dei personaggi, rappresentati con tratti squisitamente realistici. Animate da pulsioni e pensieri più o meno consciamente accettati o percepiti, le figure in scena sono emblemi di uomini e donne di ogni tempo, contraddistinti da una pura umanità in cui sono mescolati, oltre al lato più razionale, desideri nascosti, speranze spesso disattese, preoccupazioni ed emozioni taciute o conservate -  proprio come quest'opera fino alla sua recente pubblicazione.

Pubblicato in: 
GN39 Anno VII 10 settembre 2015
Scheda
Autore: 
Arthur Schnitzler
Titolo completo: 

Fama tardiva

A cura di Wilhelm Hemecker e David Österle, Guanda (Collana: “I narratori della Fenice”), 2015, pp. 168, € 15,00

Anno: 2015