Il giro di vite del 2000. Tra Madlyn Cooke e Amanda

Articolo di: 
Livia Bidoli
Adrienne Bini

Da Madlyn Cooke ad Amanda, al Teatro Orologio dal 23 marzo al 2 aprile 2010, due monologhi di un unico regista, Fabrizio Ansaldo, il passo è breve. Il primo, tratto da Giro di vite (The Turn of the Screw, 1898) di Henry James con Adrienne Bini; il secondo, Amanda, con un’attrice particolare: Giulia Moscatelli. Entrambi sono caratterizzati da alcune corresponsioni: prima di tutto l’età, intorno ai quarant’anni, delle due protagoniste, in seconda posizione invece i loro delitti.

Inconsapevoli oppure no le due donne si trovano entrambe in prigione perché hanno ucciso delle persone a loro care, continuando a mostrarci un volto ed una voce – specialmente la bambina di Amanda, il primo monologo - glaciali, perlomeno quanto le luci che a volte esplodono su di loro.

In Amanda ci troviamo con una bambina di dieci anni che recita la parte di una donna folle e fredda che uccide, forse in alcuni casi non intenzionalmente, tutte le persone che la circondano. Circondata da un muro che la limita e che sente il bisogno di toccare, per rendersene conto, è una visione agghiacciante. Sostenere la vista di questa bambina che racconta a poco a poco tutte le morti, la sua vita tratta pari pari da una delle allucinazioni di Bret Easton Ellis, mi ha lasciato piuttosto sconvolta e, nonostante i genitori fossero presenti, auspicherei che il giorno del suo compleanno lo trascorresse diversamente, proprio per il fatto che ha fatto entrare tutti nella parte, e ciò vuol dire che prima di tutti ci è entrata lei, a piè pari. Il monologo si è aggiudicato il Premio Fersen 2007 edito da Editoria & Spettacolo edè stato riadattato per la piccola attrice.

Madlyn Cooke è un nome inventato come tutti gli altri di cui racconta Adrienne Bini, l’attrice californiana che recita il secondo e più lungo monologo omonimo aggiungendo un tocco di estraneità con la sua dizione incerta e flessuosamente percorsa da accento anglosassone. Per certi versi segue l’andamento del racconto di James Giro di vite dal quale è tratto, ma la fine qui è stabilita: lei è condannata a morte per aver ucciso il piccolo Damien, (Miles in James) con un abbraccio soffocante. L’altra bambina che ha in consegna da uno zio misterioso è Ashley (Flora nell’originale), che invece si salva dalla morsa dell’affetto morboso di un’istitutrice che nei fantasmi di due servi precedenti (e ormai sottoterra), rinviene i motivi di una non specificata corruzione dei bambini. Il faro però punta sul pubblico, colpevole con la propria mentalità borghese di aver promulgato e costretto a regole senza senso. Un’altra violenza spunta invece fuori dall’istitutrice che l’ha subita e ci dà cognizione della sua volontà – eccessiva e feroce – di protezione da qualcosa che ha rimosso lei stessa.

Il passaggio di luci, dalle calde alle fredde, l’atmosfera ipnotica e lo sguardo spietato di Adrienne Bini mi hanno riportato in mente non solo James, che al contrario continua a far arrovellare il lettore sulla morte di Miles senza dare una chiave di volta definitiva, ma anche su un perturbante racconto lungo di Ballard: Un gioco da bambini. In un’area residenziale asettica e con tutte le commodities di un villaggio lussuoso separato dal resto del mondo, vengono trovati uccisi tutti gli adulti, i bambini ed i ragazzi sono irrintracciabili. Come ha ampiamente dimostrato James incoulando il dubbio che siano Flora e Miles a terrorizzare la vittorianamente repressa istitutrice, qui si postula, senza il minimo dubbio invece, che siano stati proprio i bambini, ovvero i figli, ad eliminare tutti gli adulti presenti a Pangbourne. La verità, come insegna la versione filmica di Giro di vite, Suspense di Jack Clayton con Deborah Kerr (1961), con lo stesso titolo originale The Innocents, ha sempre qualche sorpresa in serbo per i nostri occhi e, per gli estimatori dell’opera, vi è la versione omonima da James creata da Benjamin Britten su libretto di Myfanwy Piper (la prima a La Fenice di Venezia nel 1954).

Pubblicato in: 
GN11 Anno II 3 aprile 2010
Scheda
Titolo completo: 

MADLYN COOKE
storia di una possessione    
(monologo) Giro di vite da Henry James - con Adrienne Bini

Amanda
(monologo) Premio Fersen 2007 Edito da Editoria & Spettacolo)
con Giulia Moscatelli

Teatro dell’Orologio  - Roma
Dal 23 marzo al 2 aprile 2010

MADLYN COOKE e AMANDA
scritti e diretti da Fabrizio Ansaldo
Interpreti: Adrienne Bini, Giulia Moscatelli 
Voci fuori campo per Amanda:
Carmen Vitter  e Lavinia Biagi
Voce fuori campo per Madlyn Cooke:
Melissa Regolanti
Aiuto regia per Amanda: Adrienne Bini
Sonorizzazioni: Alberto Del Re
Luci: Marcello Romani