Husserl: la filosofia come scienza rigorosa

Presso l’Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma il 7 e l’8 ottobre prossimi si svolgerà un convegno dedicato a celebrare il 150° anniversario della nascita di Edmund Husserl(8 aprile 1859). Il convegno prenderà le mosse da un progetto di ricerca (La filosofia come scienza rigorosa) che già nel titolo, echeggiante quello di un saggio husserliano del 1911, richiama l’esigenza di concepire il discorso filosofico come qualcosa di esatto e rigoroso, senza però trasformarlo riduttivamente in una semplice imitazione di quello delle scienze naturali.

È qui che si giocò la scommessa della fenomenologia, forse l’impresa filosofica più ambiziosa del secolo scorso, non a caso situata al crocevia della tradizione analitica e di quella continentale: è significativo che una delle imprese storiografiche e teoriche più feconde degli ultimi trent'anni sia stata quella che ha visto protagonisti tre filosofi anglosassoni (Barry Smith, Kevin Mulligan e Peter Simons), i quali hanno tentato di rintracciare il background della filosofia analitica nella tradizione della filosofia austro-tedesca della fine dell’800,  sottolineando la fecondità e il rigore delle filosofie provenienti dalla scuola di Franz Brentano, uno dei maestri di Husserl.

Del resto, il convegno non è stato concepito solo come un omaggio a uno dei maggiori filosofi tedeschi, ma anche come una testimonianza dell’attenzione che l’Istituto intende prioritariamente riservare alle relazioni e alla dialettica fra la cultura umanistica e la cultura scientifica. La persona e l’opera di Husserl epitomizzano in modo esemplare «l’unità perduta del metodo filosofico» (per usare un’espressione del compianto filosofo Aldo Giorgio Gargani, uno dei massimi esperti dell'altro gigante del pensiero del Novecento, Ludwig Wittgenstein), in cui l’esattezza della matematica confluisce nell’ambizione totalizzante dell’ontologia, le strutture formali dell’aritmetica e della geometria ricevono senso e concretezza in un’epistemologia di ascendenza empiristica e la stessa logica si fonda sulla visione diretta delle essenze platoniche (intuizione eidetica).

Nella sua articolazione dialogata, il convegno metterà in luce alcuni aspetti cruciali del pensiero husserliano, tra i quali possiamo menzionare i seguenti:

la filosofia della matematica in ambito fenomenologico e il rapporto con le scienze empiriche, le questioni della temporalità, della soggettività e dell’ontologia, la trasformazione fenomenologica del concetto di storia, l’ermeneutica come interlocutrice privilegiata della fenomenologia posthusserliana, la questione dell’arte e dell’espressione estetica, la dimensione della religione, la fenomenologia della politica e il problema dell'ecologia nel mondo contemporaneo.

Si affronterà anche il tema della crisi delle scienze e più in generale della civiltà occidentale come tentativo di ripristinare il valore dell’ideale greco di scienza ricondotta all’unità di teoria e prassi. È qui che si viene precisando l’idea husserliana di filosofia come scienza rigorosa, intesa non soltanto come critica della conoscenza, ma come una disciplina in grado di soddisfare le più elevate esigenze teoretiche e di rendere possibile, in una prospettiva etica, una vita regolata da pure norme razionali.

A ciò si riconnette la meditazione sull’Europa, sui suoi fondamenti e sul suo destino, un tema che rappresenta anche uno dei pilastri che sorreggono lo spirito e la ricerca dell’Istituto di Studi Germanici.
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«La fenomenologia procede per sguardi chiarificatori, determinazioni di senso e distinzioni di senso. Essa confronta, distingue, collega, pone in relazione, divide in parti o separa momenti. Ma tutto ciò entro il puro guardare.
Essa non teorizza e non matematizza; non effettua cioè alcuna spiegazione nel senso di una teoria deduttiva.
Nel suo chiarire i concetti e le proposizioni fondamentali, (…) essa finisce là dove la scienza oggettivante comincia. Essa è dunque scienza in tutt’altro senso e con tutt’altri compiti e tutt’altri metodi».

(Edmund Husserl, L’idea della fenomenologia, [1907], tr. it. di Andrea Vasa, Roma-Bari, Laterza, 1992, — IV lezione, p. 96).

Teo Orlando