23° Festival delle Crete Senesi. I madrigali e Petrarca secondo Herreweghe

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Collegium Vocale. Foto di insieme. foto Marius Bergelman

Il pubblico, che ha affollato lo scorso 28 luglio la chiesa di San Francesco ad Asciano, ha tributato un vero e proprio trionfo al maestro Philippe Herreweghe e agli esecutori nel concerto conclusivo del 23° festival delle Crete Senesi del Collegium Vocale.

Il concerto era imperniato sui madrigali di autori vari, italiani e fiamminghi, che in larga maggioranza, avevano usato testi di Francesco Petrarca, le uniche due eccezioni sono stati due su testi di Dante. Il primo è stato il madrigale di Luca Marenzio (1553/54- 1599) “Così nel mio parlar voglio esser aspro”, il cui testo è tratto dalla prima stanza della Canzone, contenuta nelle Rime, che conclude il ciclo delle cosiddette "Rime petrose", quattro componimenti dedicati da Dante a una donna "Petra", il testo del secondo, "Quivi sospiri" di Luzzasco Luzzaschi (1545 - 1607), è tratto dal terzo canto dell’Inferno.
Il tema scelto da Herreweghe per il concerto è stato il Solo e pensoso. Il Paradiso Perduto di Petrarca. Dissonanze nel contrappunto della memoria.

Francesco Petrarca (1304-1374) si dedicò per tutta la vita a lavorare e limare il Canzoniere, di cui a oggi si conoscono nove redazioni. Il Canzoniere contiene 366 liriche ed è diviso in due parti: rime in vita e in morte di Laura, la donna che incontrò nel 1327, di cui si innamorò e che morì di peste 1348, come riportato dal poeta stesso. Petrarca chiamava queste sue composizioni Rerum vulgarium fragmenta e le definiva nugae (inezie), perché da intellettuale e umanista riteneva il latino la lingua letteraria per eccellenza. Petrarca, infatti, affidò al poema Africa, scritto in latino, per cui fu incoronato poeta in Campidoglio, la sua gloria presente e futura. Il Canzoniere rappresenta un affascinante e tormentato itinerario psicologico in cui Petrarca riversò stati d’animo contrastanti e aspirazioni, che vanno al di là dell’amore terreno per Laura da superarsi nella sua visione religiosa.

Coerentemente con il programma il concerto è stato aperto dal madrigale "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono" di Claudio Monteverdi (1567 – 1643) che ha come testo il sonetto che è il proemio del Canzoniere. Altri temi erano proposti nei diversi madrigali a cominciare dalla lingua, nelle differenze tra i due madrigali su testo di Dante e quella usata nel Canzoniere, che all’inizio del 1500 il cardinale Pietro Bembo elesse a modello della lingua letteraria italiana nella poesia. Il conseguente “petrarchismo” ebbe conseguenze di peso anche nella musica in epoche successive, un esempio celeberrimo è Metastasio.

Sono stati eseguiti madrigali di celeberrimi musicisti italiani e di altrettanto famosi musicisti fiamminghi: Cipriano De Rore (1515-1565), allievo di Adrian Willaert e maestro di Luzzasco Luzzaschi (1545-1607) e Orlando di Lasso (1532-1594). I brani di questi musicisti fiamminghi insieme agli italiani testimoniano l’influenza del petrarchismo anche fuori d’Italia e anche i proficuo dialogo e scambio di esperienze che ci fu tra i due paesi. I madrigali di Luzzaschi, Marenzio e Monteverdi mostrano da una parte l’evoluzione del madrigale accompagnato da vari strumenti che aprirà la strada alle successive cantate barocche ma anche l’affinamento nella ricerca espressiva legata alle caratteristiche della lingua italiana. 

Questa evoluzione fu dovuta anche ad un altro importante fattore storico nelle esecuzioni, i madrigali erano stati commissionati ai musicisti da raffinati dilettanti per esecuzioni private, ma sul finire del XVI secolo cominciarono ad affermarsi esecutori professionisti come il Concerto delle Dame a Ferrara per cui scrissero Luzzaschi, Marenzio, Monteverdi. Questo consentì una ricerca musicale più elaborata e complessa con una raffinata ornamentazione, che aprì in prospettiva l’affermarsi dei professionisti nelle esecuzioni pubbliche.

Nel programma del concerto sono stati eseguiti alcuni brani esclusivamente strumentali insieme ai madrigali accompagnati anche da uno o più strumenti. Sotto l’attenta e magistrale guida del maestro Philippe Herrewghe i diversi interpreti, cantanti e strumentisti, hanno offerto una esecuzione appropriata e raffinata che ha coinvolto il pubblico, che li ha lungamente applauditi.

Pubblicato in: 
GN36 Anno XV 4 agosto 2023
Scheda
Titolo completo: 

23° festival delle Crete Senesi del Collegium Vocale
Asciano Chiesa di San Francesco
Venerdì 28 luglio ore 20

Solo e pensoso. Il Paradiso Perduto di Petrarca.
Dissonanze nel contrappunto della memoria

Claudio Monteverdi (1567 – 1643)   Voi ch’ascoltate
Salomone Rossi (c.1570 -1630)   Sinfonia quinta
Luca Marenzio (1553/54 - 599)   Così nel mio parlar voglio esser aspro
Cipriano De Rore (c.1515 – 1565) Vergne tal’è terra
Claudio Monteverdi   Oimè il bel viso
Cipriano De Rore/Jacopo Bassano (c.1561 – 1617)   Io cantarei d’amore
Luzzasco Luzzaschi (1545 - 1607)   Quivi sospiri
Giuseppe Scarini (fl.1628 – 1642)   Sonata sesta a due soprani
Maro Da Gagliano (1582 – 1642)   Vergine bella
Claudio Monteverdi   O ciechi chiechi
Luca Marenzio   Solo e pensoso
Cipriano De Rore   Vergine sol’al mondo
Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525 – 1594) Giovanni Domenico Rognoni (prima 1626)
Pulchra es amica mea
Orlando Di Lasso (1532 – 1594)   S’un fede amorosa
Claudio Monteverdi   Hor che’ l ciel e la terra

Collegium Vocale Gent
Miriam Allan   soprano
Barbora Kabatkova   mezzo soprano
Marine Fribourg   alto
Benedict Hymas   tenor
Tore Tom Denys   tenor
James Holliday   basso
Michele Pasotti    chitarrone/ liuto
Eva Saladin   violin
Lambert Colson   cornetto
Bart Vroomen, trombone
Maude Gratto    cembalo

Philippe Herrewghe    direzione musicale