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Villa Medici. Atlantide nella conchiglia
Dal 5 ottobre all'Accademia di Francia di Villa Medici è aperta una mostra intitolata alle creature fantastiche dell'acqua: si intitola Il canto delle sirene, ed è curata da Caroline Courrioux e Sam Stourdzé, che è il direttore di Villa Medici dal 2020. Divisa in sette sezioni, si potrà ammirare fino al 13 gennaio 2025.
La coppia artistica che ha curato la mostra di Villa Medici è esperta di curatela e proviene da Rencontres d’Arles (Francia); Sam Stourdzé inoltre ha diretto il Musée de l’Élysée di Losanna. Caroline Courrioux a Villa Medici è Responsabile della Produzione delle Mostre e Manifestazioni dal 2021 ed è una specialista del settore.
Il primo artista ad incontrarsi sul percorso è un pittore greco del secolo scorso scomparso nel 2017, Yiannis Maniatakos (b. Flomohori, Grecia, 1935): la sua sezione si intitola "Immersioni". Figurativo, dipinge palette di blu e verdi intensissimi, a rappresentare il sottosuolo marino, le Atlantidi che vedremo dopo ancora da formarsi. In alto, sulla destra, una finestra ed una maschera di grata: un jaalis costruito dall'artista indiana Himali Singh Soin, e ripreso dagli architetti Moghul che li hanno inventati per "velare" le donne dallo sguardo esterno. Quella di Soin è rotta, come a voler uscire dalla gabbia e lasciarsi osservare.
Le "Storie di perle" che racconta Monira Al Qadiri (da Dakar, Senegal, 1983) sono immerse nelle acque "scure" dal petrolio riversato nel Golfo Persico, con quattro danzatrici sincronizzate dai costumi dicroici (cangianti), a materializzare le "perle umane" ed il costume della pesca delle perle prima della scoperta del petrolio. Il video si intitola Divers (2018).
Suggestioni giungono dalle foto delle pescatrici di perle della giapponese Kusukazu Uraguchi (Shima, Giappone, 1922-1988): le donne del mare che mi ricordano le celebri donne pescatrici di Fosco Maraini, che si immergevano nude ad Awabi, sull’isola di Hekura negli anni '50. A Lugano un'esposizione permanente ne mostra degli scatti straordinari.
La sezione tre, Atlantidi, ci conduce in immersione nell'amntica città romana di Baies, al largo del golfo di Napoli: l'artista lituana Emilija Škarnulytė (Vilnius, Lituania, 1987) mostra un video di una sirena che esplora questo paradiso termale dedicato alle autorità fino all'VIII secolo: fra le statue una sorta di Astarte-Lilith dai mille seni ci colpisce per la generosità e potenza rappresentata dalla duplicazione del segno dell'avvenenza come dell'accoglienza e della fertilità.
A lato, una teca con la riproduzione di una mini Atlantide ispirata alla grotta dell'imperatore Tiberio a Sperlonga: è la borsista dell'anno scorso proveniente da Marsiglia, Mounir Ayache (1991), che l'ha ideata, sui toni del blu. Un avveniristico piccolo mondo fluttuante di estrema fascinazione.
Passando attraverso "Acque torbide", raggiungiamo infine un'intensa ventata pittorica di cuore, una lacrima su una conchiglia, Larmes de coquillage, di Ariana Papademetropoulos (Los Angeles, Californie, Stati Uniti, 1990)*, di origini elleniche. Lacrime è la penultima sezione, e chiude metaforicamente e malinconicamente questo excursus suggestivo tra Jules Verne e la sua Atlantide, e l'Enea che ha raggiunto e fondato Roma.