47°Cantiere Internazionale d’Arte. Apertura con la Rita di Donizetti

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Rita. Due uomini e una donna.Patrizia Ciofi. foto Irene Tracossi

A Montepulciano, il 16 luglio scorso, il Cantiere ha avuto il consueto avvio festoso con le Fanfare di apertura in Piazza Grande, il Franci Ensemble formato dai giovani dell’ISSM Rinaldo Franci diretti da Ymar Caguing ha eseguito musiche di Monteverdi, Handel, Gabrieli, Mozart, Shostakoviche e due prime assolute, commissioni del Cantiere a due giovani compositori: Alba sul monte delle Muse di Giulio Piras e Sonata per una fanfara di Giovanni Vannoni.

La Rita, ou Le mari battu di Gaetano Donizetti, una vera chicca perché di rara esecuzione, ha inaugurato il Cantiere e concluso il programma della giornata al Teatro Poliziano, è stato uno spettacolo lungamente applaudito e nello spirito del Cantiere, perché ad affermati professionisti: il direttore Marc Niemann, il regista Vincent Boussard, Patrizia Ciofi, soprano, e Dietrich Henschel, baritono, si sono affiancati giovani artisti: dal  ventiduenne tenore Matteo Tavini, al suo primo debutto in scena, ai giovani professionisti dellOrchestra La Filharmonie - Orchestra Filarmonica di Firenze, agli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Macerata, coordinati da Domenico Franchi, storico collaboratore di Ezio Frigerio.

Rita, ou Le mari battu, conosciuta anche con il titolo alternativo Deux hommes et une femme, fu composta nell’estate del 1841, è un’opéra-comique, in cui i dialoghi parlati si alternano ai numeri cantati, su libretto di Gustave Vaëz, che Donizetti scrisse mentre attendeva una nuova commissione da parte dell’Opéra di Parigi. Poi fu tralasciata e fu dimenticata dallo stesso compositore, così che la prima rappresentazione fu all’Opéra-Comique di Parigi nel maggio del 1860, 12 anni dopo la morte di Donizetti.

L’opera, composta quasi per divertirsi dal fecondo compositore, è vivace e ben congegnata negli otto numeri in cui è articolata, un’aria per ognuno dei tre protagonisti, tre duetti, un terzetto e un finale, nella musica la parte della protagonista è caratterizzata da un’ardua scrittura belcantista da opera seria e i duetti serrati tra i personaggi anticipani quelli del futuro Don Pasquale. La versione a cui abbiamo assistito è stata in italiano e in una trascrizione cameristica per 16 orchestrali, realizzata dal giovane compositore Paolo Cognetti, che ha dichiarato:” “La trascrizione che ho realizzato su commissione del 47° Cantiere Internazionale d’Arte vede una drastica riduzione dell’organico rispetto alla partitura originale. Dal punto di vista sonoro questo comporta una maggiore differenziazione dei timbri e un diverso bilanciamento tra le sezioni, in particolare quelle dei legni e degli archi, e, più complessivamente, tra l’intero gruppo strumentale e le voci. Sebbene, in accordo con il Maestro Mauro Montalbetti - direttore artistico del Cantiere -, io abbia sempre seguito il principio di maggiore fedeltà possibile all’originale, l’effetto andrà nella direzione di un suono più scarno, ruvido e, in un certo qual modo, contemporaneo.

All’ascolto questa versione musicale è godibile con un equilibro fonico e timbrico tra archi e legni. Parlando con Cognetti ci ha anche detto che nel suo lavoro è stato aiutato dalla scrittura di Donizetti che ha definito “flessibile”, cioè non strettamente vincolata al timbro di uno strumento e che questo lavoro lo ha coinvolto e divertito. L’Orchestra La Filharmonie - Orchestra Filarmonica di Firenze, nonostante le molte sostituzioni dovute al Covid, ha ben risposto alle indicazioni del direttore Marc Niemann, che dato ritmo ai serrati pezzi di insieme e cantabilità all’espandersi della melodia.

Il libretto di questa operina assecondava la mentalità patriarcale e misogina del pubblico dell’epoca, ma lascia anche margini ad un lettura critica e acuta per una visione diversa e inquietante, come quella del regista Vincent Boussard, in quanto la trama per sensibilità odierna è quella di una “dark comedy”, dove emergono prepotentemente i temi attualissimi della violenza contro le donne e tra le mura domestiche. Rita dopo un breve matrimonio con Gasparo, che la picchiava e che poi è creduto morto in un naufragio, è scampata a un incendio che ha distrutto la casa e il paese e da Genova è venuta ad abitare a Torino, è padrona di una osteria che le permette un buon tenore di vita e si è scelta un marito Beppe, che considera un po’ tonto e che domina picchiandolo, una strategia aggressiva per evitare di essere lei la vittima della violenza. Arriva Gasparo, che la credeva morta e vuole i documenti per sposarsi di nuovo, Beppe allora vuole liberarsi di un matrimonio di cui è vittima, ma Gasparo non vuole riprendersi la moglie. Scartato il duello provano a giocarsela a morra, poi Gasparo, ingannando Rita, riesce ad impossessarsi del certificato di matrimonio e a distruggerlo, così può andarsene per sposarsi di nuovo alla sua maniera, cioè picchiando la moglie e spiega a Beppe come si deve regolare con Rita. Qui finirebbe l’opera, ma il regista ha inserito un coup de théâtre, Rita, non volendo tornare ad essere vittima, provoca un rumore che i due uomini credono un colpo di pistola sparato dall’altro, così si sparano vicendevolmente morendo entrambi. E così Rita trionfante intona l’inizio della sua aria di apertura.

È lindo e civettin questo caro alberguccio.
Allegra io sono e canto: questa casa è la mia!
Chi è contento quaggiù più di quel ch'io sia?
Qui sono insieme regina e re!

Vincent Boussard ha usato lo spazio teatrale vuoto per inserire elementi scenici utili all’azione ed elementi simbolici che rivelano la parte scura e inquietante che sottende l’apparente comicità, il velo da sposa che prima avviluppa e imprigiona Rita che e poi se ne libera nella sua aria di apertura. Nell’esecuzione dell'aria di Beppe Sono libero, libero, come l'uccellino che trova la gabbia aperta..., appare la gabbia collegata al letto nunziale di cui Beppe si vuole liberare e in cui spera che sia rinchiusa invece Rita, c'è inoltre una cornice che i cantanti oltrepassano quando cantano a parte le loro riflessioni. I costumi e l’attrezzeria scenica sono stati realizzati dagli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Macerata, che hanno partecipato efficacemente allo spettacolo e hanno concorso alla riuscita e divertente messa in scena in cui la trama è svolta con caustica ironia. Boussard ha curato con grande attenzione i movimenti scenici dei protagonisti imprimendo un ritmo dinamico ed effervescente allo svolgimento della trama.

Patrizia Ciofi, nota e acclamata belcantista, ha interpretato con elegante disinvoltura la parte, che pur essendo quella di un lavoro minore di Donizetti, ha una ardua scrittura vocale, inoltre si è calata da prima donna nel personaggio con verve spiritosa e ironica. Dietrich Henschel è stato un efficace Gasparo con un buona presenza scenica. La sorpresa è stata Matteo Tavini, Beppe, un giovane ventiduenne alla sua prima esperienza teatrale, ha una chiara e limpida voce tenorile che si impone e corre senza sforzo, possiede una buona tecnica per questa parte, che è belcantistica e arriva al do diesis acuto, è espressivo nel canto e nei recitativi ed in scena è stato un Beppe convincente e spigliato anche nei movimenti scenici.  
Lo spettacolo ha riscosso un grande successo con applausi frequenti anche a scena aperta ai protagonisti e alla fine anche al diettore, al regista e ai giovani che hanno partecipato allo spettacolo.

Pubblicato in: 
GN38 Anno XIV 27 luglio 2022
Scheda
Titolo completo: 

47°Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano
Sabato 16 luglio 2022

MONTEPULCIANO - PIAZZA GRANDE ORE 19
Fanfare di apertura
FRANCI ENSEMBLE
Ensemble di fiati dell’ISSM Rinaldo Franci
Ymar Caguing direzione

Musiche di Monteverdi, Handel, Gabrieli, Mozart Shostakovich, Piras (prima assoluta, commissione del 47°Cantiere), Vannoni (prima assoluta, commissione del 47°Cantiere)
in collaborazione con ISSM Rinaldo Franci di Siena

MONTEPULCIANO - TEATRO POLIZIANO ORE 21.30
Rita - Due uomini e(t) una donna
Farsetta
Libretto di Gustave Vaëz
Musica di Gaetano Donizetti
Trascrizione per orchestra da camera di Paolo Cognetti
Commissione del 47° Cantiere Internazionale d’Arte

Vincent Boussard regia
Marc Niemann direzione

Patrizia Ciofi Rita
Dietrich Henschel Gasparo
Matteo Tavini Beppe

Silvia Vacca disegno luci per Guido Levi Lighting Lab)
Federica Angelini e Luca Luchetti scene
Mariafrancesca Biasella e Linda Lovreglio costumi

Domenico Franchi coordinamento artistico scene e costumi

Félicien Boussard Wilson aiuto regia e maestro delle luci
Hannah Kim maestro sostituto
Gabriele Cavalletti maestro di palcoscenico
Francesca Zu’, Teresa Marinucci, Chiara Calvelli, Alessia Bitri studenti
dell'Accademia di Belle Arti di Macerata
Orchestra La Filharmonie - Orchestra Filarmonica di Firenze
In collborazione con Accademia di Belle Arti di MacerataCoproduzione Orchestra La Filharmonie - Orchestra Filarmonica di Firenze

Dedicato a Bruno Bernardini