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Hit Man. Tra commedia e film d'azione
Richard Linklater, regista candidato al Premio Oscar® e vincitore del Golden Globe nel 2014 per il film Boyhood, entra di sorpresa nelle sale cinematografiche italiane con Hit Man - Killer per caso, una commistione insolita e straniante di film d'azione e di commedia. La sceneggiatura, scritta dal regista insieme all'attore protagonista Glen Powell, si basa su un caso reale, desunto da un articolo pubblicato sul Texas Monthly dal direttore Skip Hollandsworth, che racconta di uno dei killer professionisti più ricercati di Houston, in realtà una sorta di agente secreto pagato dalle autorità di polizia. Il film è stato presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia all'inizio di settembre 2023.
Glen Powell (attore trentacinquenne americano, che abbiamo visto a suo agio in Top Gun: Maverick e che, ci piace sottolinearlo, ha una straordinaria somiglianza con Steven Wilson, il leader del gruppo progressive Porcupine Tree) interpreta Gary Johnson, un professore universitario dalla vita familiare tormentata: ha divorziato da poco e vive da solo con i suoi due gatti dai nomi "freudiani", Id ed Ego, a New Orleans. Di giorno è professore di filosofia e psicologia presso l'università locale: tiene lezioni ai suoi studenti sulle teorie morali, ma poi lavora per le forze dell'ordine, come una sorta di undercover man. La svolta nella sua carriera avviene quando Jasper, l'uomo che normalmente ricopre il ruolo di finto killer su commissione, viene messo in congedo per cattiva condotta: a quel punto, il Dipartimento di Polizia di New Orleans chiede a Gary di sostituirlo, anche per una certa somiglianza fisica con il collega licenziato.
Gary riesce sorprendentemente a non far sentire la mancanza di Jasper. Contatta i suoi "commitenti", presentandosi come un sicario affidabile: ma è in realtà una manovra finalizzata ottenere confessioni di intenzioni di omicidio su commissione e pagamenti da parte dei “clienti”, che porta, sempre e inevitabilmente, all'arresto di coloro che lo ingaggiano: la sequenza di arresti viene scandita da una serie di scene che mescolano comicità e azione, con dosi piuttosto melodrammatiche che da tragedia. Gary spesso si serve di pseudonimi e inventa storie inverosimili, preso da una certa gioia per il suo nuovo compito; inizia a camuffarsi, a indossare barbe, parrucche e cappelli, a dipingere cicatrici o tatuaggi sul corpo, a fumare un sigaro o a parlare con accento russo. Dimostra così di avere un talento naturale nell'adattare i suoi personaggi a ogni singolo cliente.
A un certo punto compare però Madison, una donna portoricana disperata che vuole disperatamente liberarsi del marito violento. Gary, che in questo caso si fa chiamare Ron, inizia una relazione con lei in modo decisamente poco professionale. Inizialmente, quando Madison tenta di pagare “Ron”, Gary rifiuta il denaro e suggerisce a Madison di usarli per rifarsi una vita, con grande disappunto dei colleghi di Gary, Jasper, Claudette e Phil.
Gary a quel punto comincia a fissare vari appuntamenti "sentimentali", ma mantiene con lei il suo personaggio di “Ron”. Madison rivela a Gary di possedere una pistola, fino al punto che l'agente sotto copertura le mostra come usarla, istruendola a sparare al cuore in caso di necessità. Una sera, poco dopo essere andati in discoteca, Gary e Madison hanno un acceso confronto con Ray, l'ex marito di Madison, che si conclude con l'estrazione di una pistola da parte di Gary per respingere Ray. Più tardi, mentre sono fuori da un ristorante, Gary e Madison incontrano Jasper, che sospetta che i due stiano insieme.
A quel punto comincia un gioco delle parti quasi da pochade francese, con Ray che tenta di far uccidere la ex moglie, contattando inconsapevolmente Gary. Il colpo di scena si verifica quando la polizia viene a conoscenza dell'omicidio di Ray, a cui hanno sparato al cuore con proiettili appartenenti a una pistola simile a quella di Madison. Seguono una serie di colpi di scena, con il ritorno di Jasper in un ruolo imprevisto, fino a un singolare happy ending, dove, senza voler rivelare troppo, troviamo una coppia felice e che sembra compiaciuta di aver agito al di là del bene e del male: qualcosa che ricorda Diabolik ed Eva Kant, anche se piuttosto che il filosofo di Königsberg (che il cognome della compagna di Diabolik ricalca) sembra qui di trovare la celebrazione della morale di Friedrich Nietzsche. Ma la vera vitima della coppia alla fine sarà il Super-Io freudiano: ucciso lui, la vita scorrerà felice e tranquilla.