La misura del dubbio. Il filo sospeso della verità

Articolo di: 
Teo Orlando
Le fil

Con Le Fil (in italiano La misura del dubbio, in inglese An Ordinary Case), Daniel Auteuil, più noto come attore che come regista, realizza un dramma giudiziario che riesce a combinare la profondità del cinema francese con la drammaticità di certi film americani ambientati nei tribunali (i cosiddetti legal thrillers).

Il film è basato su Le Livre du Maître Mô, un blog scritto dall'avvocato Jean-Yves Moyart. La storia segue Jean Monier, un avvocato penalista che ha rinunciato a difendere criminali dopo aver ottenuto l'assoluzione di un assassino recidivo. Tuttavia, quando Nicolas Milik, apparentemente un uomo pacifico e un buon padre di famiglia, viene accusato dell'omicidio della moglie alcolista, Monier è spinto a tornare in aula per difendere l'imputato, convinto della sua innocenza. Il processo diventa un dramma psicologico che esplora il delicato equilibrio tra innocenza e colpevolezza, facendo emergere i dubbi e le incertezze che circondano la verità in ambito giudiziario.

Ma la scommessa maggiore di Auteuil è stata quella di riuscire a scavare nella psiche dei protagonisti, alle prese con delicate questioni riguardanti anche la ricerca della verità e la responsabilità individuale. Attraverso il personaggio di Monier, il film analizza le complessità del sistema legale, mostrandoci quanto l'intima convinzione possa deviare dalla realtà. La tensione emotiva ricorda i film e i romanzi con Perry Mason, mentre le riflessioni sul concetto di giustizia ricordano i tempi d'oro del cinema francese. La storia esplora il conflitto interiore di Jean Monier, interpretato dallo stesso Auteuil, che si illude sull'innocenza del presunto femminicida, Nicolas Milik (Grégory Gadebois), fino a ritrovare una rinnovata passione per la sua professione, portandolo a rimettersi in gioco.

Auteuil, regista e protagonista, dirige il film con sensibilità e attenzione ai dettagli umani, conferendo al dramma giudiziario una profondità psicologica rara. La narrazione, co-sceneggiata da Steven Mitz, è un percorso lineare che si apre gradualmente verso interrogativi più complessi sul concetto di verità. La “misura del dubbio” diventa un tema centrale che accompagna lo spettatore durante tutto il processo, tra momenti di incertezza e colpi di scena ben dosati. Auteuil utilizza la tensione in modo magistrale, creando atmosfere soffocanti nell'aula di tribunale, dove ogni parola pesa come un macigno. L'attenzione all'introspezione dei personaggi, in particolare di Monier, fornisce una dimensione intimista e riflessiva che eleva il film oltre il semplice thriller legale.

Auteuil ha dichiarato di essere rimasto affascinato dalla riflessione di Moyart attorno al concetto di verità: "che differisce dagli uni agli altri. La verità che diventa un intimo convincimento, qualcosa di impalpabile. La scoperta di quel blog mi ha portato nel cuore dell’umanità, in tutta la sua forza e la sua fragilità mescolate. Mi è dunque venuta voglia di fare un film per raccontare questa ricerca di verità".

Le interpretazioni sono senza dubbio uno dei punti di forza del film. Auteuil offre una performance solida, carica di emozioni represse e conflitti interiori. Il suo Monier è un uomo segnato dalla colpa e dalla disillusione, che riscopre lentamente il senso della sua vocazione attraverso il caso Milik. Grégory Gadebois, nel ruolo di Milik, è straordinario. La sua interpretazione di un uomo intrappolato in un sistema che non comprende è commovente e vulnerabile. Il cast di supporto, tra cui Sidse Babett Knudsen nel ruolo dell’ex moglie di Monier, offre interpretazioni di alto livello, arricchendo il film con dinamiche umane complesse.

Uno dei temi centrali del film è la relatività della verità, argomento ben noto fin dalla sofistica dell'antica Grecia (in particolare in Protagora). Auteuil esplora come la verità, soprattutto in un contesto legale, sia spesso una costruzione soggettiva, influenzata dalle emozioni, dalle circostanze e dalle percezioni individuali. Il film riflette anche sul ruolo dell’avvocato come ultimo baluardo di difesa dell’accusato, mettendo in luce la solitudine di questa professione e le sfide morali che comporta. Il personaggio di Monier incarna queste contraddizioni: da una parte, il desiderio di giustizia, dall’altra, il peso della responsabilità. Responsabilità che ha poi due facce: da un lato c'è quella di chi agisce, in questo caso l'imputato. Dall'altra quella di chi riflette sulle azioni, in questo caso l'avvocato. Le due responsabilità vengono a coincidere solo quando le conclusioni "vere" saranno le medesime. Ma così forse non sarà...

Girato nella suggestiva regione della Camargue, Le Fil utilizza paesaggi mozzafiato per creare un contrasto tra la bellezza naturale e il dramma interiore dei personaggi. La fotografia di Jean-François Hensgens cattura la durezza degli ambienti invernali, rendendo la Camargue non solo uno sfondo, ma un vero e proprio personaggio che riflette lo stato d'animo dei protagonisti.

La colonna sonora composta da Gaspar Claus contribuisce a creare un'atmosfera sospesa e carica di tensione. Le musiche, sottili e mai invadenti, accompagnano le scene più intense, amplificando il dramma senza mai rubare la scena. E ben scandiscono il Leimotiv del film: Daniel Auteuil riesce a raccontare una storia di umanità, fragilità e dubbi, esplorando il sottile confine tra colpa e innocenza, tra giustizia e verità. Grazie a interpretazioni solide, una regia attenta e un tema profondo, il film si impone come una delle opere più mature e riflessive di Auteuil. Un dramma che costringe lo spettatore a porsi domande difficili e a rimanere in sospeso, proprio come il titolo suggerisce, su quel filo sottile che separa ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

Pubblicato in: 
GN44 Anno XVI 20 settembre 2024
Scheda
Titolo completo: 

La misura del dubbio
Titolo originale: Le Fil
Regia:  Daniel Auteuil
Paese: Francia.
Lingua: francese
Sceneggiatura: Daniel Auteuil, Steven Mitz
Basato su: Le Livre de Maître Mô di Jean-Yves Moyart
Prodotto da: Nelly Auteuil, Hugo Gélin
Interpreti:   
Daniel Auteuil
Grégory Gadebois
Sidse Babett Knudsen
Alice Belaïdi

Musica    Gaspar Claus
Produzione:
companies    
Zazi Films
Zack Films
France 2 Cinéma
Zinc
Distribuzione: BIM film