7/8 - Sette Ottavi. Musica e arte oltre il regime

Articolo di: 
Eleonora Sforzi
Scena tratta dal film Sette Ottavi

Giugno 1940. I titoli di apertura del film di Stefano Landini sono accompagnati dalla musica del giradischi nella stanza di Massimo (Fabrizio Nicastro), la cui grande passione per la musica jazz e per lo studio del pianoforte non viene apprezzata dal padre ottuso e conservatore, poichè ritenuta troppo "rivoluzionaria" rispetto a quella nazionale e non importante quanto l'impegno civile che avrebbe dovuto dimostrare.

Il padre autoritario è il simbolo dell'influenza delle scelte e delle imposizioni del regime nella vita quotidiana, attraverso un capillare controllo delle attività e degli interessi dei cittadini, approvando solo alcune forme artistiche e considerando potenzialmente pericolose e sovversive le altre. E' il caso anche della musica jazz, una passione che però Massimo non intende abbandonare, frequentando un locale in cui la sera suona una band italiana jazz con una tale intensità e dolcezza, percepibile attraverso le lunghe inquadrature dedicate ai movimenti dei musicisti e attraverso gli occhi del giovane.
Significative, poi, sono le parole che un illusionista di strada afferma davanti ad un pubblico esiguo, tra cui è presente anche Massimo: "Non ingabbiate i vostri sogni, ma lasciateli volare leggeri, anche attraverso le prigioni del mondo."
Nonostante la sorte dell'uomo, arrestato un attimo dopo dalla polizia, il giovane non vuole rinunciare alla sua passione per la musica e così inizia a prendere lezioni di pianoforte da uno dei componenti della band, dedicando tutto il suo tempo allo studio e alle esercitazioni.

Alla fine del giugno del 1940, però, Massimo è costretto a presentarsi, come molti altri giovani, per la chiamata forzata alle armi, ma sarà poco dopo trasferito, insieme ai componenti della band di musica jazz, in un carcere politico: il loro è un genere musicale degenerato e non viene data loro alcuna possibilità di esprimersi o replicare.
Rinchiusi uno dopo l'altro alla stregua di altri sovversivi politici, le loro giornate in cella sono pervase da un amaro e malinconico silenzio, mentre Massimo continua a comporre musica e a eseguirla mentalmente battendo il tempo con le dita.

Il tempo passa, ma la sorte degli uomini non è migliorata. Nel 1943, con l'occupazione del nord e del centro Italia da parte dei nazisti, i militari tedeschi prendono il comando del carcere politico e dimostrano ogni giorno la propria crudeltà e cattiveria con torture, interrogatori e uccisioni gratuite dei detenuti, mentre alcuni dei musicisti vengono obbligati a suonare per coprire il rumore delle atrocità che venivano commesse.
Prima che anche loro subiscano la stessa sorte, però, la passione per la musica riesce a dar loro coraggio e forza di andare avanti, tanto che Massimo, con materiali e oggetti di fortuna costruisce un giradischi artigianale grazie al quale risuonano per loro un'ultima volta le melodie tanto amate e riceverà i complimenti dal suo insegnante dopo aver letto la sua composizione per pianoforte nel tempo così insolito di 7/8.

La dittatura fascista non viene mai mostrata direttamente nel film, ma il suo peso è percepibile filtrato attraverso le esperienze del protagonista Massimo, la sua impossibilità – come quella di altri musicisti – di coltivare la passione per un genere musicale non approvato dalla politica e per questo sottoposto alla censura e al silenzio.
I temi politico e storico si intrecciano alle vicende personali del giovane protagonista e ad una libera e intima considerazione delle arti. I lunghi momenti delle esecuzioni musicali, nonostante interrompino la narrazione degli eventi, sono inviti al puro ascolto di suoni che esprimono una passione, quasi fossero delle digressioni descrittive del momento personalissimo della messa in pratica, da parte di qualsiasi tipo di artista, della propria arte, il cui principale impulso è la dedizione e il profondo interesse intellettuale ed emotivo.

La bellezza di questo particolare lungometraggio di Stefano Landini, primo film europeo completamente girato con il sistema Viper 2K, è data dall'intreccio della scelta artistica del bianco e nero unita all'attenzione – quindi anche nei tempi delle scene – per i momenti di puro ascolto della musica jazz, che diventa espressione di libertà artistica, nonostante le censure e i divieti dei regimi totalitari. Simbolica a tal proposito è l'ultima scena del film, in cui il foglio contenente la composizione in 7/8 per pianoforte scritta da Massimo si sposta per effetto del vento, fino a volare sulla statua del mezzobusto di Mussolini, ricoprendone completamente il volto. 

Pubblicato in: 
GN40 Anno IV 27 agosto 2012
Scheda
Titolo completo: 

7/8 – Sette Ottavi

REGIA: Stefano Landini
SCENEGGIATURA: Stefano Landini, Devor De Pasclis, Giulia Graglia
ATTORI: Fabrizio Nicastro, Alessandro Vantini, Ernesto Mahieux, Flavio Montrucchio, Roberto Citran, Antoine Rebb, Lina Bernardi, Guido Ruffa, Paolo Belletrutti, Antonio Sarasso, Charlie Dogliani, Roberto Pitta, Riccardo Forte, Adriano Saleri

Proiettato sulla piattaforma streaming “MyMovies Live!” da venerdì 27 a domenica 29 luglio 2012.

FOTOGRAFIA: Pierfrancesco Cadeddu
MONTAGGIO: Stefano Landini
MUSICHE: Paolo Fresu
PRODUZIONE: STEFANO LANDINI PER LCN IN COLLABORAZIONE CON RAICINEMA, FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE
DISTRIBUZIONE: Mondo Home Entertainment
PAESE: Italia 2007
GENERE:  Drammatico, Musical
DURATA: 74 Min.
FORMATO: B/N THOMSON VIPER 2K 4:4:4 FILMSTREAM, HDCAM SR 440 (4:2:2), D5 HD, WMV FULLHD/2K,MPEG2 HD, CINEMASCOPE (2:2.35)  

NOTE: FILM DI INTERESSE CULTURALE NAZIONALE REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI - DIREZIONE GENERALE CINEMA.- MIGLIOR FILM INDIPENDENTE AL 61° FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI SALERNO (2007).