Argo. Quando Hollywood cambiò la Storia

Articolo di: 
Alessandro Menchi
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Con il trionfo ai Golden Globes (miglior film e miglior regia), e forte di sette nomination (anche se inverosimilmente manca quella per “Best Directing”), Argo si candida ad essere uno dei più accreditati pretendenti dell'ottantacinquesima edizione degli Oscar.

Per il suo terzo lungometraggio da regista, Ben Affleck si affida all'ottima sceneggiatura di Chris Terrio, basata sul libro autobiografico di Tony Mendez, The Master of Disguise, e a una produzione dalle spalle larghe (George Clooney e Grant Heslov). Forte di queste basi, il giovane regista californiano plasma un film diafasico e metacinematografico, che ha il sapore del buon cinema americano anni '70, quello d'inchiesta, quello d'afflato politico, quello dei Pollack e dei Redford, dei Pakula e dei Parker, dei Friedkin e dei Lumet. Un cinema dalla forte tempra morale, perché oggi come allora la Storia lo esige come cemento del cambiamento.

Il racconto ha inizio con l'irruzione di una folla di sostenitori di Khomeini nell'ambasciata statunitense di Teheran il 4 novembre del 1979. Sei funzionari del personale diplomatico riuscirono a scappare rifugiandosi nella residenza dell'ambasciatore del Canada. La CIA, grazie a Tony Mendez (Ben Affleck), uno dei suoi specialisti, mise in atto un piano di esfiltrazione sotto copertura, in cui la copertura consisteva in una finta produzione hollywoodiana in cerca di location esotiche per ambientare un film di fantascienza, intotolato Argo.

Il delicato processo di salvataggio degli ostaggi, diventato inesorabilmente ago della bilancia di fragili equilibri diplomatici fra Oriente e Occidente, ha origine, e finisce col dipendere, da un solo uomo, emblema della responsabilità individuale prima ancora che collettiva che è racchiusa in ogni  impresa. Tony, malgrado le sue innegabili capacità, è un uomo comune, un padre di famiglia in crisi con la moglie e distante dal figlio, a cui restano poche certezze e tante delusioni, soprattutto istituzionali – confermate anche dall'insabbiamento finale della missione. Sotto questo aspetto, così come in quello storico-politico, il film traccia linee di continuità fra quegli anni e il momento attuale, sottolineando vecchie ferite della società che si credevano rimarginate ma che ancora oggi buttano sangue.

Il cinema, quello spettacolare made in Hollywood, da cui lo stesso Affleck proviene, è visto – senza mai essere rinnegato, ma anzi da cui attinge nelle scene di spiccato intrattenimento – come un mondo bonariamente ipocrita, sospeso al di sopra del tempo e della Storia, ma che oggi come allora, la Storia richiama al suo senso di responsabilità. La finzone di cui esso è microcosmo, deve farsi portatrice di verità e non di sogni, di valori e non di illusioni, per avere ancora senso.

Il senso dell'opera di Affleck, sta nello sguardo autoriale con cui osserva i suoi personaggi, siano essi americani o iraniani, mai frutto di giudizi etici, ma intriso di malinconica comprensione e di profonda umanità, pieno di disillusione ma mai rassegnato.
La speranza è il vero motore del cambiamento, su cui la tempra morale del giovane Tony si regge quando scopre che la missione è sospesa e gli ostaggi verranno abbandonati e tuttavia decide di aiutarli fino in fondo, a rischio della propria stessa vita. La speranza con la S maiuscola: quella nelle persone. La fuga finale, preceduta dalla sequenza magistrale degli storyboard, fa da contrappunto all'irruzione iniziale, anch'essa preceduta da una sequenza/intro scandita da immagini in stile storyboard, configurando il quadro di una realtà contemporanea in cui l'uomo e le sue certezze morali vivono in continuo stato d'assedio e a cui il cinema, come continua ricerca della verità, ha il dovere di indicare nuovi orizzonti di rinnovamento.

Pubblicato in: 
GN11 Anno V° 22 gennaio 2013
Scheda
Titolo completo: 

Argo

GENERE: Drammatico, Thriller
REGIA: Ben Affleck
SCENEGGIATURA: Chris Terrio
ATTORI: Ben Affleck, John Goodman, Alan Arkin, Bryan Cranston, Victor Garber, Joe Sfafford, Michael Cassidy, Clea DuVall, Rory Cochrane, Tate Donovan, Chris Messina, Kerry Bishè

Uscita al cinema 8 novembre 2012

FOTOGRAFIA: Rodrigo Prieto
MONTAGGIO: William Goldenberg
PRODUZIONE: GK Films, Smoke Hause, Warner Bros.
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia
PAESE: USA 2012
DURATA: 120 Min
FORMATO: Colore