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BAO. L'avventura in feuilleton di Turconi e Radice
La Bao Publishing presenta nel suo catalogo Il porto proibito, saga marinaresca e in stile feuilleton d’avventura scritta a quattro mani da una coppia artistica e nella vita, Teresa Radice e Stefano Turconi. Un tuffo in una storia classica e innovativa allo stesso tempo che non lascia certo indifferenti, un ritorno al passato e alla tradizione della narrazione poderosa e ampia con un nuovo linguaggio espressivo e visivo.
Teresa Radice e Stefano Turconi, già autori Disney, presentano una storia ottocentesca, tra gotico e avventuroso, incentrata su Abel, giovane naufrago raccolto senza memoria su una nave al largo del Siam, che si rifugia in casa di un capitano fuggiasco conoscendone le tre figlie e cercando di scoprire qualcosa in più sul suo passato, sullo sfondo della Gran Bretagna e non solo all’inizio dell’Ottocento.
In un bianco e nero seppiato che ricorda i dagherrotipi di qualche anno dopo, e anche le prime fotografie, Il porto proibito è un tributo alle storie stile L’isola del tesoro e ai grandi romanzi dell’Ottocento, ma è anche e soprattutto storia di un ragazzo alla ricerca della propria identità, in un mondo ricostruito minuziosamente tra pregi e difetti, splendori e miserie, in cui in molti trovano suggestioni letterarie, d’avventura, di mistero.
Una storia mainstream che strizza l’occhio a tanti generi, servita da disegni molto originali e personali, nella tradizione del fumetto europeo, realistici ma nello stesso tempo capaci di creare un mondo di fantasia.
Ormai da tempo si è capito che il fumetto è letteratura disegnata, soprattutto quando esce dagli schemi della serialità (in cui ci sono esempi comunque di grande qualità, sia italiani che stranieri) e diventa opera unica, simile alla narrativa su carta: in questo Bao Publishing è un editore che sta facendo molto, dando spazio anche ai talenti di casa nostra, e questo è un merito e non certo solo per campanilismo, espressione di tempi in cui finalmente i fumetti sono visti per il loro valore e non come mera evasione di bassa lega.
Con mille sottotrame degne della narrativa ottocentesca e uno stile che immerge in mari, navi e avventure, Il porto proibito è un’opera per chiunque apprezzi e sappia il valore del fumetto oggi, ma anche per avvicinare ai fumettti chi ama altri mezzi espressivi, oltre che per i cultori dell’avventura classica, che periodicamente viene data per spacciata e periodicamente torna.
Un libro disegnato che ha quindi tanti livelli di lettura, denso di eventi, personaggi, vicende, passioni, misteri, e in cui si agitano tanti fermenti dell’animo umano, disegnati su carta, per sognare ma anche per specchiare la realtà. La storia è autoconclusiva, tra mille colpi di scena, amori, agnizioni, enigmi, tragedie, avventure, ma c’è da sperare che non sarà l’unica del duo Radice e Turconi nell’editoria indipendente.