Boris il film. L'Italia e la sua agghiacciante ilarità

Articolo di: 
Livia Bidoli
Boris

Proveniente per temi e attori dalla serie televisiva di successo ed omonima su Sky, Boris il film, diretto dal giovane trio di registi Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo e con Francesco Pannofino nel ruolo principale di René Ferretti, è un film esilarante per le risate ed agghiacciante per la facciata realisticamente amara che offre dell’Italia.

Una delle poche conferenze stampa in cui i giornalisti erano muti e non si prenotavano per le domande, è seguita alla proiezione del film, e non perché il film non è piaciuto, anzi. La prima parte del film infatti è corsa veloce e leggera, alla ricerca dei fondi alla Rai per la nuova pellicola (la prima che doveva essere “seria” per Pannofino/Ferretti) intitolata La Casta. Loro, quelli della RAI, volevano una commedia, ma lui alla fine, insieme all’autore, Sergio, il bravissimo attore di teatro Alberto di Stasio, sembra siano riusciti a spuntare un supporto dalla rete pubblica tramite Diego Lopez (Antonio Catania).

Il film si comincia a girare con un cast tutto nuovo per René, che abbandona i vecchi amici per l’eccellenza di sceneggiatori, fotografi e grandi attrici completamente schizofrenici e pieni di sé. Inizia la serie delle gag “di scena” con la parodia di Margherita Buy alias Marilita Loy (Rosanna Gentili), che parla sempre sottovoce tanto da non farsi capire da nessuno: completamente insicura e strampalata, causerà non pochi problemi all’intera troupe. La corte dell’assistente Alessandro (Alessandro Tiberi)  alla a sua volta assistente Arianna Dell’Arti (Caterina Guzzanti) che, molto laconicamente afferma: “Io non lavorerò più per lo spettacolo: voglio fare cose serie io, come la ristorazione: l’unica cosa seria in Italia”.

Di questo passo arriviamo a René Ferretti che, fra un delirio turpiloquiale e l’altro, ramazza la sua vecchia troupe e si rimette al lavoro fra le bombe degli americani all’Argentario che, a detta di Lopez: “Stanno benissimo: non ne ho tolta nemmeno una!” (dall’audio, N.d.R.), e i “personaggi che entrano dentroCarolina Crescentini, alias la “cagna pazza” di nome Corinna. Con lei entra nella troupe una parodia di Luigi Lo Cascio che impersona il celebre Francesco Campo (Claudio Gioé), attore perfetto in ogni parte ma che però subisce un notturno “estraniamento” dalla realtà.

Una masnada di matti patentati, raccomandati, voluti dall’establishment (la Rete ovvero la Rai) per produrre il film, insieme a scrocconi, stagisti, schiavi (veri e propri), formano il panorama dello spettacolo in cui gli attori, come dice Carlo Lizzani ad un convegno pomeridiano sul lavoro e dove si parla di Boris: “Vanno a settimane. Se in un anno lavoravi 50 settimane eri uno fortunatissimo. Uno che quando firmava il contratto sapeva già quando doveva finire. ” Amaro mestiere quello dell’attore, ma oggi non meno precario di quelli dei “giovani” oggi (quasi non più distinguibili dagli “adulti”) che sono tutti “precari a vita” e che sono stati accolti per la loro manifestazione del 9 aprile “ilnostrotempoèadesso (tutto attaccato) da tutto il cast in conferenza stampa, esponendo i loro manifesti.

Io ho un solo timore: che questo film, esattamente come questa e tutte le altre manifestazioni, ci faccia ridere, ci renda per l’ennesima volta consapevoli dello status quo, ci faccia sperare, mentre chi tira i fili del potere sta a guardare, del tutto convinto, e a ragione, che questo non farà che riconfermare le loro postazioni, senza smuovere nulla, senza intaccare le finanze o i redditi di chi è responsabile delle raccomandazioni, delle sperequazioni, della mancata promozione del merito e tiri l’ennesimo sospiro di sollievo perché nulla di concreto, a parte “manifestare”, sarà fatto.

Quindi niente boicottaggi economici, tantomeno scioperi veramente generali sul modello francese del blocco totale di tutte le attività (tranne di ospedali ed i garanti dell'ordine pubblico naturalmente), nessun picchettaggio sotto la casa di chi paga 130 euro (la Polverini) per una casa popolare e ne guadagna perlomeno 15.000 in un mese, senza calcolare il resto di emolumenti e privilegi. Che non si bloccheranno gli spettacoli perché hanno reintegrato di qualche milione il FUS come elemosina per la cultura, nessun blocco dell’insegnamento perché “non si può fare” , etc.

Quando si riuscirà a capire che se non si rischia niente non si ottiene niente? Che un piccolo gradino possa essere salito, uno alla volta, con una certa fatica, da tutti? Che una piccola, grande conquista, come rendere meno dispendiosi i contratti a tempo indeterminato e oberare di tasse quelli a progetto sia un passo propedeutico all’eliminazione del precariato?

Credo fosse questa la ragione dell’ammutolimento mio e dei colleghi: di sapere che, in conclusione, tutto procederà come prima e solo il regista resterà a guardare la sua opera “seria” trasformata nel cinepanettone di Natale con la Casta (quello dell’anno prossimo): inorriddito e raggelato nella sua poltrona.

Pubblicato in: 
GN46 Anno III 4 aprile 2011
Scheda
Titolo completo: 

Boris
REGIA: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo
ATTORI: Francesco Pannofino, Pietro Sermonti, Caterina Guzzanti, Carolina Crescentini, Luca Amorosino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Antonio Catania, Massimo De Lorenzo, Alberto Di Stasio, Roberta Fiorentini, Andrea Sartoretti, Alessandro Tiberi, Antonino Bruschetta, Giorgio Tirabassi, Massimiliano Bruno, Carlo De Ruggieri, Ninni Bruschetta

Uscita al cinema venerdì primo aprile 2011

FOTOGRAFIA: Mauro Marchetti
MONTAGGIO: Massimiliano Feresin
MUSICHE: Giuliano Taviani, Carmelo Travia
PRODUZIONE: Wildside, RaiCinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 108 Min
FORMATO: Colore

Note:
Tratto dall'omonima serie televisiva.
Il brano PENSIERO STUPESCE è scritto e interpretato da Elio e Le Storie Tese

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