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Fino al 7 giugno prossimo le sale di Palazzo Martinengo di Brescia raccontano un rapporto alla base dell'arte degli ultimi secoli, con la mostra Divina creatura. Donne nell'arte da Tiziano a Boldini.

Protagoniste sono quindi le donne, dame, madri, eroine di storie fantastiche, modelle, popolane, per raccontare come sono state centrali come modelle nella pittura dal Rinascimento all'Ottocento, italiana certo, ma non manca un disegno di Klimt che ispirò il celebre bacio.

Il percorso espositivo si snoda su oltre novanta opere di artisti quali Guercino, Pitocchetto, Appiani, Hayez, De Nittis, Zandomeneghi e Boldini, organizzati in varie sezioni, come sante ed eroine bibliche, mitologia, ritratti, nature morte al femminile, maternità, vita quotidiana, lavoro e nudo.
Un modo per rivivere e veder rappresentate la personalità, la raffinatezza, il carattere, la sensualità e le più sottili sfumature dell'emisfero femminile, con particolare attenzione alla moda, alle acconciature e agli accessori mostrando le differenze tra luoghi e epoche.

La mostra è organizzata in collaborazione con la Fondazione Marcegaglia Onlus e al suo interno ci sono vari pannelli di sala per approfondire tematiche ancora attuali oggi, come le disparità tra uomini e donne, il lavoro femminile, le violenze domestiche, l'emarginazione sociale e le nuove povertà.
Diversi quadri esposti non sono mai stati visti in pubblico o mancano da molto tempo, prima come il ritratto della bresciana Francesca (Fanny) Lechi, del 1803 di Andrea Appiani.

Tanti i soggetti presenti, sante come Maddalena, Caterina, Barbara, Cecilia, protagoniste bibliche come Giuditta e Salomè, dee del calibro di Diana e Minerva, figure mitologiche come Circe ed Europa, personaggi storici come Cleopatra e Lucrezia, ma anche donne comuni, soprattutto nella pittura dell'Ottocento, lavoratrici e madri, oltre che dame dell'alta società.