Caino al Teatro Valdoca di Torino. Il contemporaneo archetipo del Male

Articolo di: 
Gianni Maria Saracco
Caino

Il titolo di un’opera, talune volte, racchiude in se’ stesso un valore autonomo. Caino, ad esempio. Un titolo che non allude. Dichiara. In maniera netta, univoca. Propone un tema forte, da qualunque angolazione lo si affronti (Saramago, in fondo, docet). Caino e’ il titolo dell’ultimo lavoro (a giorni anche in libreria) di Mariangela Gualtieri, che il Teatro Valdoca ha rappresentato in prima nazionale il 13 gennaio 2011 alle Fonderie Limone di Mocalieri per la Stagione del Teatro Stabile di Torino.

Dopo aver dato alle stampe, tra gli altri, “Fuoco centrale”, “Senza polvere senza peso” e “Bestia di gioia” (quest’ultima, sicuramente, una delle piu’ intense raccolte poetiche al femminile dello scorso anno) la Gualtieri osa. Osa rappresentare in un testo teatrale uno degli archetipi (per lo meno per la cultura occidentale) del peccato-male.

La lettura – rilettura del mito premia lo spettatore, oltre per l’intrinseco valore del testo drammaturgico, nel riproiettarlo in una struttura di teatro antico, reintroducendo nel tessuto scenico il Coro, che e’ strutturato come un autonomo personaggio dell’azione, ed è composto, in questo caso, da attori-danzatori.

La miglior presentazione del testo, nella sua sinteticità, la fornisce di fatto la stessa autrice, laddove postula la somiglianza di Caino con ciasuno ci noi, uomini e donne di questo tempo: “come lui siamo andati lontanissimi…distruggiamo la vita fuori e dentro di noi, siamo…senza un’idea di prossimo… Come Caino, che dopo il fratricidio costruisce la prima città e dà inizio alle nere arti della tecnologia, siamo immersi in un agire furioso…Ma è possibile pensare che è talmente d’amore la sostanza siderale di cui siamo fatti, che se non siamo amati diveniamo deformi? Pensare che il male esiste già prima della società, con radici, scappatoie, cunicoli dentro di noi, e che sempre siamo chiamati a fronteggiarlo?”.

La multiforme regia di Cesare Ronconi guida lo spettacolo in maniera eccellente, con un tocco che, nella costante modernità, va sempre oltre la soglia del “gia’ visto”. Danio Manfredini si piega a dettagliare la multiforme personalità del protagonista dell’opera, il delicato angelo è interpretato da Raffaella Giordano, mentre le prime parti sono completate da Leonardo Delogu oltre che dalla stessa Gualtieri autrice del testo. La colonna sonora fonde percussioni live e musica elettronica.

Lo spettacolo e’ opera del Teatro Valdoca, fondato nell’oramai lontano 1983 proprio da Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri, ancora artisticamente uniti a distanza di oltre ventanni, un laboratorio teatrale che continua a distinguersi (anche se non solo) per il suo costante impegno nella contemporaneità. Uno spettacolo che merita ampi successi nei teatri d’Italia e  che appproderà a Roma a febbraio. A margine, consiglio per gli acquisti: Paesaggio con fratello rotto, di Mariangela Gualtieri e Cesare Ronconi (con dvd) Luca Sossella Editore, 2008.

Pubblicato in: 
GN35 Anno III 17 gennaio 2011
Scheda
Titolo completo: 

Caino

Teatro Valdoca
testo Mariangela Gualtieri
con Danio Manfredini, Raffaella Giordano, Mariangela Gualtieri, Leonardo Delogu
e con Susanna Dimitri, Giacomo Garaffoni,Sara Leghissa, Isabella Macchi,
Silvia Mai, Daria Menichetti, Mila Vanzini
musica dal vivo (percussioni) Enrico Malatesta (elettronica) Alice Berni
regia Cesare Ronconi
luci e scene Cesare Ronconi

Fonderie Limoni di Mocalieri (TO)

Stagione del Teatro Stabile di Torino