Captive. Vite sul filo di un rasoio

Articolo di: 
Eleonora Sforzi
Captive

Ispirato a eventi di cronaca realmente accaduti e realizzato attraverso una coproduzione francese – filippina – tedesca – inglese, l'ultimo film di Brillante Mendoza, "Captive", è stato proiettato in anteprima web sulla piattaforma streaming di MyMovies alcuni giorni prima della proiezione ufficiale nelle sale cinematografiche.
Il regista filippino trae il soggetto del suo film dalla triste vicenda legata al rapimento di un gruppo di turisti da parte di una squadra di guerriglieri islamici, avvenuto nei pressi di Dos Palmas Resort, sull'isola di Palawan nelle Filippine il 23 aprile del 2001.

I militanti appartenenti al movimento di Abu Sayyaf avevano organizzato il rapimento nei minimi dettagli, per far perdere le proprie tracce e rallentare le ricerche delle forze armate, viaggiando su imbarcazioni diverse per giorni e raggiungendo l'isola di Tiburn, dove costringono gli ostaggi a cammini estenuanti in mezzo alla natura selvaggia e pericolosa.
I terroristi si impongono con la forza e la violenza, instaurando un clima di paura e impedendo perfino ogni riferimento alla religione cattolica, ma il loro obiettivo principale è quello di ottenere un'alta somma di denaro per il riscatto di ogni ostaggio, da poter destinare alla causa del fondamentalismo.

Sull'isola il gruppo di guerriglieri, a cui si era unita un'altra squadra di terroristi, viene attaccato a sorpresa dai militari filippini, finchè il loro intervento viene poco dopo interrotto per il rischio di mettere in un pericolo ancora maggiore gli ostaggi, le cui vite sembrano appese ad un filo che va sempre più assottigliandosi.
Anche la successiva operazione militare contro i militanti islamici – che, nel frattempo, si erano stabiliti dentro un ospedale a Lamitan – viene fermata telefonicamente proprio da uno degli ostaggi, Therese, un'assistente sociale francese (Isabelle Huppert), che viene costretta a spiegare alla propria ambasciata il pericolo a cui stanno così sottoponendo tutti loro.
Di nuovo il gruppo  riprende l'estenuante cammino attraverso i boschi impervi e selvaggi, mentre tra rapitori e ostaggi si instaurano diversi rapporti: uno viene convertito e affiliato tra i militanti, diverse donne obbligate al matrimonio con alcuni di loro, mentre altri vengono liberati perchè le rispettive famiglie hanno potuto pagarne il riscatto.
La sosta presso una scuola elementare, nel territorio di Lantawan, crea i presupposti per l'avvicinamento di Therese a Hamed, un bambino affiliato al gruppo di terroristi militanti, che le confida di esserne entrato a far parte dopo l'uccisione della sua famiglia, avvenuta due anni prima.

In seguito, tramite le radio, apprendono la notizia dell'attacco alle Torri Gemelle: nel settembre 2001 le trattative con i terroristi non hanno ancora raggiunto un punto d'incontro.
Per assicurarsi che gli ostaggi siano in vita, poi, viene mandata una giornalista filippina ad intervistarne alcuni, ma la sensazione comune a tutti loro è una triste sfiducia, dato che i governi coinvolti non  hanno fatto niente per salvarli, anzi, i tentativi armati per neutralizzare i militanti hanno finito per ferire e mettere in pericolo i civili.
Solo nel giugno del 2002 - quando il gruppo si era ridotto significativamente a seguito di perdite sia tra i prigionieri che tra i terroristi - grazie ad un altro intervento armato dei militari, vengono liberati i pochi ostaggi rimasti, alcuni uccisi proprio durante lo scontro a fuoco.

Mendoza ha realizzato con "Captive" un film in cui l'alta drammaticità degli eventi è enfatizzata dalla veridicità che li caratterizza, resa possibile anche attraverso la scelta di un linguaggio poliglotta, in cui ogni personaggio si esprime con la propria lingua.
Nel lungometraggio - presentato in concorso alla 62° Edizione del Festival del Cinema di Berlino, lo scorso anno – la durezza e la violenza si legano ad un coerente succedersi dei momenti della vicenda, insieme alla bravura degli attori nell'interpretare ruoli così difficili e delicati perchè appartenenti a eventi del vicino passato.
Il film vuole essere una testimonianza di questo angoscioso e drammatico fatto di cronaca internazionale, che riflette il modus operandi dei gruppi terroristici fondamentalisti usato in molte altre situazioni, a cui si accompagna però una implicita critica al modo in cui le ambasciate dei diversi paesi hanno reagito al rapimento, protrattosi per più di un anno.
Le trattative di pace con i terroristi non hanno raggiunto buon esito e la lentezza delle reazioni dei governi internazionali ha solo prolungato la sofferenza degli uomini e delle donne catturati, mentre alcuni di loro riescono a salvarsi autonomamente grazie alla disponibilità economica e altri ancora perdono la vita proprio durante le operazioni militari il cui obiettivo doveva essere quello di mettere in salvo i civili.

La visione di questo film genera un senso di dolore e amarezza per la sorte degli ostaggi legata a giochi di potere internazionali e a rivendicazioni di guerriglieri estremisti, nelle cui fila si trovano anche bambini, la cui innocenza e spensieratezza sono state spezzate dalla perdita della famiglia, obbligati ad usare le armi quotidianamente e a crescere prima del tempo.
Allora viene spontaneo chiedersi quale sia il valore di una vita umana e il costo della pace, in un mondo in cui il fondamentalismo e l'estremismo in tutte le sue forme mettono in crisi equilibri già precari, in cui sono gli interessi economici a decidere le mosse sulla scacchiera internazionale.

Pubblicato in: 
GN16 Anno V 26 febbraio 2013
Scheda
Titolo completo: 

Captive (Prey)

REGIA: Brillante Mendoza
SCENEGGIATURA: Brillante Mendoza, Boots Agbayani S. Pastor, Patrick Bancarel, Arlyn de la Cruz
ATTORI: Isabelle Huppert, Kathy Mulville, Marc Zanetta, Rustica Carpio, Ronnie Lazaro

Proiettato in anteprima web sulla piattaforma streaming "MyMovies Live!" lunedì 18 febbraio.
Uscito nelle sale cinematografiche il 21 febbraio 2013.

FOTOGRAFIA: Odyssey Flores
MONTAGGIO: Yves Deschamps, Kats Serraon
PRODUZIONE: Swift Productions, arte France Cinéma, Centerstage Productions
DISTRIBUZIONE: Nomad Film
PAESE: Francia 2012
GENERE: Drammatico
DURATA: 120 Min.
FORMATO: Colore
SOGGETTO: Tratto da eventi realmente accaduti.

NOTE: Presentato in concorso alla 62° Edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. (Berlinale 2012)