Christopher Walken. Il fulgore luciferino della zona morta

Articolo di: 
Livia Bidoli
Christopher Walken The Dead Zone

La Sala Petrassi del Parco della Musica il 18 aprile 2011 ha accolto gli occhi verdi gelidi e magneticamente attraenti di Christopher Walken (Ronald Walken, New York, 1943), il suo pallore estatico e luciferino, la sua compostezza ed educazione. Controbilanciati dagli intervistatori italiani Mario Sesti e Antonio Monda insieme a parte del pubblico che ha riempito la sala e per un quarto almeno composta da colleghi giornalisti.

Walken inizia giovanissimo come ballerino e conoscerà sua moglie, Geroganne Thon nel 1969, proprio calcando il palcoscenico di West Side Story, epico musical con la colonna sonora di Leonard Bernstein. Il successo invece sul grande schermo arriverà con un Oscar come miglior attore non protagonista per Il cacciatore (The Deer Hunter) di Michael Cimino del 1978, insieme a Robert De Niro. Film fra i più violenti della storia, racconta un dramma psicologico dato dal contrasto tra la vita di prima, in America, e quella seguente nel Vietnam: è qui che esplodono i caratteri e le conflittualità esterne dirompono sui protagonisti disintegrandoli quasi del tutto. Nella sequenza capitale del film, una roulette russa deciderà delle sorti dei due sopravvissuti: Michael (De Niro) e Nick (Walken) si salvano con uno stratagemma ed un cieco coraggio dalla morte assicurata dai Vietcong che li hanno presi.

Viene domandato a Walken come mai Cimino non faccia film dal 1996, data di Verso il sole (The Sunchaser) e Walken risponde che gli sembra che il regista lavori sempre come sceneggiatore e preferisca scrivere. In realtà Cimino non ha ottenuto mai più il successo de Il cacciatore, con cui si è aggiudicato ben 5 Oscar. Sul set del film gli schiaffi erano veri, dichiara Walken, e l’attore che interpretava il Vietcong, era un tranquillo bancario che non si sarebbe mai sognato di farlo se Cimino non gliel’avesse intimato. Mentre erano a fare il film hanno visitato parecchie location per le riprese, tra cui Bangkok, che in quegli anni era una città molto pericolosa e a Walken come agli altri avevano consigliato di non uscire la sera, cosa che naturalmente Walken ha fatto, senza incorrere per fortuna in brutti incontri, piuttosto frequenti in quegli anni.

I due intervistatori ricordano le recenti scomparse di Sidney Lumet (Walken ha recitato in Rapina record a New York del 1971) e Arthur Penn, citando poi la partecipazione di Walken al film di Woody Allen, Io e Annie (Annie Hall, 1977), in cui non ha quasi mai parlato col regista, mentre con Abel Ferrara i film si approntavano al momento, insieme al regista che metteva insieme un cast ed in gioco le proprie idee. Come in King of New York (1990), dove interpreta il violento ritorno sulla piazza del boss della droga, Frank White (Christopher Walken) – che ha ispirato anche Notorius B.I.G. che si fece chiamare così per un periodo -. Qui ha lavorato con Lawrence Fishburne, di cui tutti erano all’epoca terrorrizzati, tanto era sprofondato nella parte di Jimmy Jump.

Altri film memorabili di un attore che ha lavorato con i più grandi registi del Novecento, Demme, Cronenberg, Nichols, Tarantino, Spielberg – evitiamo di ripetere quelli già nominati – sono La zona morta (The Dead Zone, 1983) di Cronenberg dal romanzo di Stephen King, dove lui è giovanissimo e rende una prova eccezionale con la sua interpretazione. Pulp Fiction di Quentin Tarantino, Batman Il ritorno (Batman Returns,1992) eSleepy Hollow (1999) entrambi di Tim Burton, sono rappresentativi di un Walken al massimo del suo splendore mefistofelico – nella parte del “ribelle” Arcangelo Gabriele - come in L'ultima profezia (The Prophecy), film del 1995 scritto e diretto da Gregory Widen dove, oltre a Elias Koteas, Virginia Madsen ed Eric Stoltz, c’è un ancora poco conosciuto Viggo Mortensen nella parte di Lucifero.

Non meno brillante la sua carriera come ballerino è continuata e Spike Jonze l’ha immortalato nel video per Weapon of Choice (2001) di Fatboy Slim, oppure la sua parte in Hairspray (2007) con John Travolta. Una prova per cui è stato nominato per l’Oscar è Catch me if you can (2002) di Steven Spielberg, dalla vera storia di Frank Abagnale Jr. (falsario di assegni a livello mondiale). Altrettanto gloriosa è stata quella, di nuovo con Abel Ferrara, in The Funeral (1996), nel corso delle cui riprese ha trascorso molto tempo a Roma. Potremmo continuare per un bel po’ nell’elenco dei film cui ha partecipato, citando Roseland (1977) di James Ivory, uno dei primi che ha interpretato, e con Geraldine Chaplin come comprimaria nel secondo episodio, The Hustle.

In fondo, però, quello che ci permane sulla retina di Walken, sono ancora le sue iridi, straordinariamente agghiaccianti nel loro fulgore satanico e corrosivamente riempitivo di profondità imprescindibili, - come quelle di The Raven di Edgar Allan Poe nella sua lettura - da un pensiero che si fa azione prima nel corpo di esse, poi nei nostri nervi più a fior di pelle: una “zona morta” che si riaccende.

Pubblicato in: 
GN49 Anno III 26 aprile 2011
Scheda
Titolo completo: 

Viaggio nel cinema amricano

Christopher Walken

Sala Petrassi 11 aprile 2011

Prossimo appuntamento con William Friedkin il 23 maggio prossimo

Auditorium Parco della Musica - Fondazione Cinema per Roma

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