Constitutio Italia. Lettera a Mattarella contro la biopolitica

Articolo di: 
Livia Bidoli
Ciro Scognamiglio

Ciro Scognamiglio, Sergente Maggiore dell'Esercito Italiano, interviene a nome dell'Associazione Constitutio Italia al convegno del 3 e 4 gennaio scorso allla Sala Capranichetta di fronte al Parlamento Italiano organizzato dal Coordinamento 15 ottobre, e scrive una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che riteniamo necessario pubblicare, in estratto. La lettera è stata spedita al Presidente della Repubblica.

L'Associazione di Scognamiglio, Constitutio Italia  promuove,  senza fini di lucro, quale Onlus di diritto come Ente del terzo Setttore, nata dalle esperienze associative e professionali degli appartenenti alle FF.OO. per difendere i principi Costituzionali ed i diritti civili delle FF.OO., delle FF.AA. e di tutti i cittadini. All’Associazione possono aderire tutti i cittadini e tutti gli uomini in divisa. A nome dell'Associazione il 3 gennaio afferma: "Ci sono molte persone nelle Forze Armate che si sono fatte sospendere in quanto vedono lesi i loro diritti costituzionali con l'obbligo surretizio stabilito dal green pass: questa normativa è considerata non solo liberticida ed anticostituzionale. Stanno colpendo l'anello debole, ovvero gli esercenti, per obbligare al green pass. Dobbiamo interrompere questa catena, per questo ho scritto una Lettera al Presidente della Reppubblica Sergio Mattarella, il seguente è un estratto:

"Il certificato verde costituisce un palese strumento di discriminazione che collide con i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico militare e non, considerati intangibili dalla Costituzione repubblicana.
Il Green Pass esclude dalla vita economica e sociale ed ora anche lavorativa della nazione quei cittadini che sostengono convinzioni ed evidenze diverse da quelle imposte dal Governo.

Giova rammemorare ciò che è ovvio nel tempo della menzogna universale: i diritti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione, dal diritto di movimento a quello di assemblea, non sono in alcun modo vincolati a presunti passaporti verdi.

Non vi è virus al mondo che possa disporre in congedo le libertà, i diritti e la Costituzione. Una scienza che ce lo chiedesse, non sarebbe scienza, ma squallida ideologia proprio come l’infame dottrina della razza nel 1938 o l’aberrante dottrina eugenetica.

Primo Levi, alla domanda: Come sono stati possibili i lager nazisti? Facendo finta di nulla, spostando lo sguardo dall’altra parte, accettando in silenzio, ma con passività.
Ormai dovrebbe essere chiara a tutti la mistificazione terapeutica. Si è trasformato la società in una clinica, i cittadini in pazienti sottomessi a prescrizioni mediche corrispondenti ad altrettante norme repressive.
Cure, terapie, virologi e lessico messianico ospedaliero che occupa l’intero spazio della società, non vi sono più cittadini autonomi, soggetti di diritto, che – come è proprio delle democrazie – decidono della propria esistenza: in luogo dei cittadini soggetti di diritto, vi sono i pazienti da curare, della cui vita decidono gli esperti in camice bianco
dei Media Mainstream.
"

Pubblichiamo per questo volentieri anche la nota storica esplicativa, che serve ad esplicitare i paradigmi infausti a cui eppure, bisogna riferirsi, citiamo, dalla stessa lettera:

"Non c’è stato regime politico che abbia esaltato e idolatrato la medicina come l’ha esaltata e idolatrata il nazismo. Nel 1934 un intellettuale assai apprezzato dal regime, Hans Weinert, scrive: “Ci troviam all’inizio di una nuova epoca, l’uomo stesso riconosce le leggi del vivente che lo modellano individualmente e collettivamente; e lo Stato nazionalsocialista si è dato il diritto per quel che è in suo potere, d’influenzare il divenire umano come esigono il benessere del popolo e dello Stato”. Pochi anni prima, in un fortunatissimo manuale di “Igiene razziale”, scienziati di fama come Eugen Fischer, Erwin Bauer e Fritz Lenz, definiscono Hitler come il “grande medico tedesco” . Si tratta solo di metafore a effetto? Niente di nuovo da registrare? Del resto il lessico politico ha sempre utilizzato metafore biologiche, lo Stato considerato come organismo, i cittadini rappresentati come delle cellule, e così via.
Ma con il nazismo le cose cambiano. E cambiano radicalmente. Diversamente da tutte le dottrine politiche moderne, il nazismo non si limita a costruire delle mediazioni linguistiche e concettuali tra la biologia e la politica. Per i nazisti la biologia è già politica e viceversa. Rudolf Hess, vice di Hitler, lo dice con chiarezza cri stallina: “Il nazionalsocialismo non è altro che biologia applicata. Nell’allucinato immaginario biomedico nazista, impastato di socialdarwinismo, eugenismo e razzismo, i biologi appaiono allora come i depositari delle regole di
governo e, soprattutto, i medici come gli autentici e unici esecutori di quelle regole, in nome della suprema salute del Volk tedesco. Non è certo un caso se la prima guerra che Hitler dichiara è proprio la guerra ai disabili, approvando già nel luglio del 1933 una legge “sulla protezione della salute ereditaria” che contempla la sterilizzazione forzata di tutti i cittadini giudicati dal basso “valore genetico”, dai sordomuti ai ciechi, dagli schizofrenici agli alcolisti. E col passare del tempo la guerra alle cellule malate del Volk e, ancor più crudele, quella alle razze giudicate inferiori, diventa sempre più intensa. Una guerra “medica”, compiuta in nome della “Pulizia e della Salute”, come era scritto alle porte di Mathausen."

Pubblicato in: 
GN10 Anno XIV speciale del 10 gennaio 2021
Scheda
Titolo completo: 

Coordinamento 15 ottobre

Roma, Sala Capranichetta Hotel Nazionale, Monte Citorio
Pandemia a confronto
3-4 gennaio 2022

Associazione Constitutio Italia

Intervento di Ciro Scognamiglio del 187° Reggimento Paracadutisti “Folgore”, Sottufficiale dell’Esercito italiano, Sergente Maggiore