I drammi del Novecento raccontati da Sabine Gruber

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Gruber

In un suo libro intitolato Il primo uomo, Albert Camus osserva che la storia delle nazioni e dei popoli è stata raccontata in modo esauriente e completo nelle opere letterarie, più e meglio che non nei saggi di storia. Questo pensiero è riaffiorato nella mia mente, dopo avere completato la lettura di un libro appena uscito, di cui è autrice Sabine Gruber, scrittrice e studiosa di letteratura tedesca, pubblicato dalla casa editrice Marsilio con il titolo significativo Stillbach o della nostalgia.

Questo libro nasce dalla felice intuizione, che ha avuto l'autrice, di rappresentare la vicenda esistenziale dei personaggi del romanzo sullo sfondo dell'epoca fosca e tragica della dittatura fascista e nazista, evocata con immagini letterarie di rara forza espressiva, grazie alle quali è possibile comprendere lo spirito del tempo allora prevalente in Italia e nei Paesi di cultura tedesca. Clara è una studiosa di letteratura ed è in procinto di concludere e portare a compimento un suo saggio, nel quale rievoca e racconta le grandi storie d'amore vissute dai personaggi della cultura nella città di Venezia, come quella celeberrima che vide uniti in un sodalizio amoroso Gabriele D'Annunzio ed Eleonora Duse. Clara Burger è nata e ha vissuto nella comunità altoatesina, come la sua amica Ines. Il libro di Sabine Gruber inizia con la descrizione del viaggio, che dall'Alto Adice conduce a Roma Clara.

Poiché la sua amica Ines è morta improvvisamente a Roma, Clara ha il compito, assegnatole dalla famiglia della sua amica, di occuparsi delle questioni personali ancora irrisolte della donna, da poco scomparsa. Durante il viaggio in treno, osservando il paesaggio che gli scorre dinanzi agli occhi, Clara, con l'animo dominato da un sentimento di struggente e dolorosa nostalgia, ripensa ai tanti momenti della sua vita vissuti con Ines sulle montagne del Sudtirolo. Una volta approdata nella capitale, Clara scopre nella casa di Ines, in cui vi sono volumi disseminati dappertutto, un manoscritto di un libro, a cui la sua amica aveva lavorato prima di morire improvvisamente. In questa parte del romanzo è inevitabile riflettere sul rapporto tra la caducità umana ed il valore eterno della letteratura e dell'arte, visto che la scrittura è destinata a sopravvivere per sempre. A Roma Clara incontra Paul, un giovane studioso, che Ines aveva conosciuto negli anni Settanta, dopo che si era trasferita nella capitale e aveva abbandonato la sua città d'origine, designata con il nome di una comunità immaginaria, Stillbach, situata in Alto Adige ovvero in Sudtirolo.

Leggendo il manoscritto Clara, essendo una studiosa di letteratura, si accorge e si  rende conto che il libro di Ines è notevole, poiché in esso si mescolano e sovrappongono i piani temporali, sicché le tragiche vicende storiche del Novecento sono rappresentate da diversi punti di vista e in base a molteplici prospettive. Quello di Ines è un libro palesemente autobiografico. Il libro, un romanzo che si interseca con il racconto iniziale, narra la vicenda di una donna di Stillbach, Emma. Emma appartiene ad una famiglia povera e, per sfuggire alla condizione di miseria cui sembra condannata, durante il fascismo si trasferisce a Roma. Nella capitale Emma lavora in un albergo, l'Hotel Manente,  situato lungo la via Nomentana. Emma invia i suoi guadagni alla sua povera famiglia che si trova a Stillbach. Quelli in cui Emma abita e vive a Roma sono gli anni in cui il regime fascista instaura la dittatura in Italia, conquista le colonie africane con azioni militari di rara ferocia, emana le leggi razziali e partecipa alla Seconda guerra mondiale con la Germania di Hitler.

Nel libro viene con grande precisione storiografica ricostruita la vicenda dell'attentato di via Rasella e la conseguente rappresaglia nazista che provocò l'eccidio della Fosse Ardeatine, nel periodo in cui Roma era sotto l'occupazione nazista. A causa dellíattentato di via Rasella, Emma perde il suo fidanzato, Johann, un giovane Altoaltesino, che faceva parte delle truppe tedesche d'occupazione. In  seguito, dopo la fine della seconda guerra mondiale, Emme sposa Remo, il figlio dei proprietari dell'albergo Manente, e, morto il marito, ne diviene proprietaria. Emma, dopo avere sposato un italiano, viene disprezzata dai suoi familiari ed è costretta a interrompere i rapporti con la sua famiglia d'origine di cultura tedesca.

Nel libro, con allusioni efficaci e indimenticabili in termini letterari, viene rievocata la politica oppressiva del regime fascista nei riguardi delle minoranze tedesche nel Sudtirolo. Ines negli anni Settanta, durante il periodo cupo del terrorismo, epoca descritta nel libro con grande rigore storico, lascia la sua terra d'origine in Alto Adige e si trasferisce a Roma. In questa parte del libro viene mostrato in modo splendido e straordinario come l'Italia è divenuta dopo la ricostruzione e il miracolo economico, resi possibili dalla nascita e fondazione della  repubblica democratica. Ines lavora nell'albergo Manente nel corso degli anni Settanta e assiste, in preda all'angoscia, sia all'uccisione di Aldo Moro, sia all'elezione di Sandro Pertini, un partigiano, alla presidenza della Repubblica Italiana.

Clara, leggendo il libro della sua amica, comprende che negli anni successivi alla fine della prima repubblica in Italia si è affievolita la memoria storica legata alla eredità della lotta antifascista. Infatti Clara nota e osserva, grazie al libro della sua amica Ines, come non vi sia consapevolezza tra gli Italiani delle correità fasciste negli eccidi, come quello delle Fosse Ardeatine e quello di Marzabotto, che sono stati sempre attribuiti in modo esclusivo ai nazisti e ai tedeschi. Clara si persuade che in Italia, negli ultimi anni,  si è voluto ridimensionare il fenomeno della guerra partigiana, anche se storicamente il movimento partigiano è stato uno dei maggiori in Europa, durante il periodo tragico del totalitarismo nazista e fascista.

Per Clara nellíItalia libera e democratica è mancata una analisi accurata della vita quotidiana nel contesto del passato fascista irrisolto. Clara, dopo avere letto il manoscritto di Ines, si reca in un ospizio di Roma, dove incontra Emma Manente, una donna cha ha vissuto il periodo del fascismo e quello della rinascita democratica. Conversando con la vecchia signora, oramai smemorata, riflette sul ruolo che avevano avuto alla fine della seconda guerra mondiale i nazisti e i fascisti di Vipiteno, nel favorire la fuga dei criminali nazisti, come Erich Priebke e altri, in Argentina e nel Sud America. Questo di Sabine Gruber è un libro magistrale, in cui il racconto dei destini individuali dei personaggi del romanzo si interseca mirabilmente con quello dei grandi eventi, che hanno segnato tragicamente la storia del Novecento. Un libro notevole e utile, che dimostra quanto siano intimi e profondi i rapporti tra la grande letteratura e la storia. 

Pubblicato in: 
GN33 Anno VI 3 luglio 2014
Scheda
Autore: 
Sabine Gruber
Titolo completo: 

Stillbach o della nostalgia, traduzione di Cesare De Marchi, Venezia, Marsilio, 2014, pp. 320, 1° ed. Euro 19,00