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Eccoci catapultati nell’Australia anni '70 di Drift, film diretto dalla coppia Morgan O'Neill, Solo (2006) e The factory (2011), e l’esordiente Ben Nott. La pellicola racconta la storia di due fratelli, Andy (Myles Pollard) e Jimmy (Xavier Samuel), che, ancora bambini, si ritroveranno a scappare via da Sidney con la madre Kat (Robyn Malcolm) nel tentativo di lasciarsi alle spalle un grigio passato e con la speranza di trovare una nuova casa in cui poter ricominciare da zero.

Durante la fuga un problema alla macchina costringerà la famiglia a fermarsi in un piccolo paesino sulla costa meridionale, che diventerà la località ideale per i ragazzi in cui crescere, vivere e coltivare i propri interessi; uno su tutti: il surf.

Sarà proprio attraverso la tavola ed il mare che i due fratelli, oramai cresciuti, si relazioneranno con le problematiche e gli avvenimenti di un’epoca di svolta, in cui il mutamento, se preso con tempismo ed audacia, può diventare a tutti gli effetti un vero e proprio business. La storia è infatti basata sul boom economico, realmente scoppiato a cavallo tra i sessanta e i settanta, che ha investito le prime grandi marche australiane dell’industria del surf, parallelamente agli anni della rivoluzione culturale hippie.

La delinquenza locale, il dilagare della droga e le difficoltà ad emergere ed essere accettati dalla comunità stagnante che li circonda, sono solo alcuni degli ostacoli che metteranno alla prova il rapporto tra i due fratelli che, seppur diversi, si renderanno presto conto di essere uniti da qualcosa di molto profondo.

Ad impreziosire il cast, sono presenti anche Sam Wortington, nei panni di JB, fotografo e videoamatore girovago, e Lesley-Ann Brandt, nel ruolo di Lani, compagna di viaggio hawaiana del primo.

Il film, che come recita lo slogan sulla locandina dovrebbe essere “il migliore sul surf dopo Point Break”, oltre a non azzeccare la campagna pubblicitaria, manca di un vero e proprio spirito personale. “Drift”, tradotto nel film “alla deriva”, ha effettivamente perso qualcosa per strada, anche se nonostante tutto è da ritenersi a tratti godibile, soprattutto se si è più interessati ai panorami australiani e alle riprese sportive che al vero e proprio sviluppo della trama. Azzeccata la colonna sonora in linea con il contesto.