Elegia per un mondo che verrà. Apollo e la Maschera

Articolo di: 
Livia Bidoli
Apollo e le Muse

The Music is Over. Può essere letta in vari modi: che la musica sia finita è una realtà. Che la Musica sia al di sopra di tutto ciò che sta avvenendo è una sicurezza, una delle poche che ci rimane. Si è ad un bivio: quel che ci propone il mondo è una Chiusura, sempre piu' totale. Ascoltando Apollon musagéte (1928) di Igor Strawinskij, non ho potuto far a meno di scrivere queste parole che, elegiache, permangono come un fossile inestinguibile, nel mio cuore. Non ho altro da dire.

Apollo e la Maschera

Apollo,

dorato con le sue ali
di raggi estese sul mondo

elevantesi radioso
su una sfera rilucente
ove l'uomo è sepolto.

Sopra la sua terra
nascono fiori,
sugli stagni, intorno,
veleggiano libellule
ma l'uomo è morto.

La Natura rinasce
ad una nuova realtà,
priva di umanità.

L'uomo è sepolto
dalle sue macerie
L'uomo è vilipeso
dalle sue parole

L'uomo è dentro vuoto
come un cristallo senza luce.

L'uomo è morto senza Apollo.
Mai piu' sorriderà
la vita sarà il catafalco
che si porta innanzi
con la sua maschera.

L'uomo è morto:
di lui sopravvive solo
la Maschera.

Apollo è lontano,
su lidi ove l'acqua scorre
e vibra di vita.

Apollo è vita
e l'uomo è morto
e senza luce.

Ad Apollon musagète è accostabile uno dei quartetti che Shostakovich scrisse nello spirito dei "War Years", come molte delle sue sinfonie, notatamente la Quinta e l'Ottava con il loro perdurare disperante, e si tratta del Quartetto n. 3 op. 73, che però vogliamo riportare con le parole del compositore per chiudere in una speriamo non illusoria, come gli ultimi tempi ci hanno insegnato tante e piu' volte, speranza:

La vita è bella. Tutto ciò che è cupo e ignominioso scomparirà. Tutto ciò che è bello trionferà.

Per questo però l'Uomo dovrà rialzarsi ed affrontare la vita, senza nessuna Maschera.

Pubblicato in: 
GN3 Anno XIII 23 novembre 2020