Festival Letterature a Massenzio 2012. Apertura con i testi inediti di Piperno ed Avallone

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Festival Letterature 2012

Il 16 maggio scorso, nello scenario unico per la sua bellezza e per il fascino legato all'eredità del mondo antico, si è aperta presso la Basilica di Massenzio XI edizione del Festival delle Letterature, uno degli eventi culturali più importanti della città di Roma.

Maria Ida Gaeta, che cura ed è responsabile della direzione artistica del Festival, ha dichiarato che quest'anno il tema su cui gli scrittori e gli intellettuali, - che si alterneranno sul palco di Massenzio in dieci serate fino al 21 giugno leggendo loro testi inediti - è Semplice-Complesso.

Ogni sera, all’inizio di ogni appuntamento, verrà letta una poesia scritta traendo spunto dai titoli dei grandi romanzi di Italo Calvino; in tal modo verrà ricordata la figura di uno dei maggiori intellettuali italiani del secondo novecento.

Nella prima serata i protagonisti del festival sono stati Alessandro Piperno e Silvia Avallone, due scrittori amati dal grande pubblico e molto stimati ed ammirati dai critici letterari italiani. Anche quest'anno la formula del Festival delle Letterature mira a contaminare il linguaggio letterario con il suono, la musica e le immagini, proiettate sul grande schermo collocato sul palco di Massenzio, grazie alla regia attenta e professionale di Fabrizio Arcuri.

Alessandro Piperno, autore del libro Inseparabili con cui è finalista al Premio Strega, ha letto un testo inedito di grande profondità letteraria, con il quale ha saputo cogliere il valore conoscitivo della scrittura e dell'invenzione letteraria. Il suo racconto, intitolato Il Mio Segreto Triestino, è palesemente autobiografico. Piperno in questo testo descrive la sua angoscia di giovane adolescente, che lo fece precipitare nell’abisso della disperazione, dopo che Viola, una giovane ragazza di cui si era innamorato, lo aveva inspiegabilmente respinto. Per protestare contro la gratuità e l’insensatezza del mondo, il giovane Piperno inizia lo sciopero della fame. Il padre, preoccupato per lo stato di angoscia del figlio, entra nella sua stanza e gli porta un libro da leggere, il cui titolo era Il Segreto, mentre l’autore era anonimo. Piperno immergendosi nella lettura di questo libro rimane incantato e affascinato, poiché racconta un amore da parte di un giovane liceale per una ragazza, a cui il protagonista non aveva mai avuto il coraggio di confessare il suo sentimento. L’analisi nel racconto, dell’angoscia provocata dall’innamoramento, aiuta il giovane ed adolescente Piperno a liberarsi dal suo dolore e a comprendere il significato della sua delusione amorosa.

In questo racconto viene in modo esemplare chiarito e spiegato come la grande letteratura possa e debba essere, nei casi dei testi letterari riusciti,  considerata uno specchio, in cui troviamo descritte le situazioni esistenziali che viviamo nella nostra vita: il dolore, l’amore, la rabbia, la speranza, l’angoscia, il dubbio e l’attesa della felicità. Piperno, proprio perché questo libro lo ha formato quando ancora era adolescente, cercherà di scoprire l’identità dell’autore del romanzo. Negli anni universitari, leggendo un libro di Giorgio Voghera Gli Anni Della Psicanalisi, Piperno scopre che l’autore del libro L’anonimo Triestino era Guido Voghera, il padre dello studioso, autore del saggio sulle grandi figure della Trieste del primo novecento, come Saba ed Italo Svevo. In questo saggio Giorgio Voghera racconta che il padre, Guido Voghera, scrisse questo romanzo, per descrivere una sua personale vicenda amorosa. Piperno rimane sconcertato e i suoi dubbi, legati alla necessità di scoprire che fosse l’autore del libro che lo aveva salvato dall’angoscia, vengono accresciuti e rafforzati. Divenuto Professore di letteratura francese, una mattina, leggendo le pagine culturali dei giornali, Piperno si imbatte in un necrologio di Claudio Magris, che commemora la figura di Giorgio Voghera, ricordandone sia l’importanza nella cultura triestina, sia il libro L’Anonimo Triestino, che viene considerato come un’opera letteraria da lui scritta. A questo punto, dopo molti anni, Piperno scopre, in preda allo stupore, che l’Anonimo Triestino, il romanzo che ha formato il suo animo, è stato scritto da Giorgio Voghera  e non dal padre, come pretendeva lo studioso e letterato triestino. Questo racconto di Piperno, oltre ad essere divertente, è molto profondo.

Silvia Avallone ha letto un suo testo inedito, nel quale racconta la vicenda di due giovani, che vivono in un piccolo paese di Provincia. Rosa abita con il padre ed i due fratelli. La loro condizione sociale e familiare è difficile, sia perché il padre di Rosa ha problemi di salute, sia perché i suoi fratelli sono caduti nel vizio del’alcolismo. Nella sua famiglia non c’è né armonia né serenità. Rosa vive nel terrore che il padre possa mortificarla e umiliarla. Sogna di liberarsi dal fardello familiare e di avere una vita diversa, che le di la gioia di vivere la sua esistenza di giovane donna. Rosa è innamorata di Mracello, un giovane con cui ha una relazione sentimentale. Un giorno, smarrita e preoccupata, scopre di essere rimasta incinta. Questo fatto inaspettato la sconvolge ed immagina, in preda al terrore, quali possano essere le reazioni del padre violento e dei fratelli, inclini ad assumere comportamenti irragionevoli. Per questo decide di andare a trovare il suo giovane fidanzato nella sua casa, dove vive con la madre.

Marcello, il fidanzato di Rosa, trascorre il tempo contemplando il soffitto della stanza. Marcello è divenuto da poco disoccupato, poiché il contratto di lavoro non gli è stato, dopo la scadenza, rinnovato. Il suo animo di giovane uomo dal futuro incerto e insicuro oscilla tra la noia e la disperazione. Rosa irrompe nella sua stanza e gli confessa la notizia: lei è incinta, aspetta un bambino che insieme hanno concepito. Marcello, dinanzi a questa sconvolgente ed imprevista notizia, rimane sbalordito ed incredulo, quasi pietrificato al pensiero che, essendo disoccupato, non potrà né mantenerlo né sposarsi. In questo testo Silvia Avallone, con la scrittura elegante e raffinata, della quale aveva dato prova nel suo precedente libro Acciaio. Il romanzo precedente, di un successo internazionale e con cui ha rappresentato la condizione del mondo del lavoro nell’epoca della globalizzazione -, ha descritto con accenti malinconici e lievi come la crisi economica e la disoccupazione stiano devastando ed annientando la vita ed i sogni dei giovani in Italia.

Nella parte finale della serata il maestro Michael Nyman, uno dei più grandi musicisti del nostro tempo che ha realizzato le colonne sonore di film celeberrimi, ha eseguito al pianoforte brani musicali dalle tonalità intense e delicate, creando una atmosfera sospesa tra il sogno e la realtà.  

Pubblicato in: 
GN29 Anno Iv 28 maggio 2012
Scheda
Titolo completo: 

Festival delle Letterature

Dal 16 maggio al 21 giugno 2012

Basilica di Massenzio al Foro Romano - Roma