Giovanni Falcone raccontato da Roberto Saviano

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
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Il lettore interessato a capire la visione che aveva Giovanni Falcone del fenomeno mafioso troverà coinvolgente e molto avvincente il libro di cui è autore Roberto Saviano, pubblicato dall’editore Bompiani con il titolo Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo. Infatti la cifra stilistica del libro, che rinvia ai grandi modelli di Truman Capote, autore del libro A sangue freddo, e a quello di Emanuel Carrère, autore de L'avversario, risiede nel combinare e far coesistere la narrazione letteraria con la scrupolosa documentazione storica degli eventi descritti nel libro, il cui protagonista è Giovanni Falcone.

La narrazione nel libro avviene con la descrizione dell'esplosione di un ordigno bellico, provocata per imperizia da Giovanni Riina, il padre di Totò Riina, nel 1943, in conseguenza della quale la casa del futuro capo di Cosa Nostra venne sventrata e i suoi familiari persero la vita. Questi eventi dolorosi abituano il futuro capo di Cosa Nostra a vivere sapendo che nulla è sicuro e tutto è dominato dalla impermanenza, formandone il carattere.

La seconda scena, ambientata nel palazzo di giustizia di Palermo nel 1982, ritrae un drappello di funzionari bancari convocati nelle aule del tribunale dal giudice istruttore Giovanni Falcone, che protestano di fronte all’ufficio del procuratore di Palermo Pizzillo. Infatti il giudice Falcone vuole avere la copia dagli istituti bancari di Palermo delle distinte di cambio da valuta estera effettuate negli istituti di credito. I funzionari bancari lamentano al cospetto del procuratore Pizzillo  che non sono in grado di accogliere questa richiesta, che, nel caso fosse accettata,  finirebbe per paralizzare e per  bloccare le normali attività degli istituti di credito da loro rappresentati. Il Procuratore Pizzillo si vede costretto a convocare nel suo ufficio Rocco Chinnici, capo dell’ufficio istruzione di Palermo, che raccoglie le prove per avviare e costruire ed incardinare i procedimenti penali a carico degli imputati: il procuratore fa notare a Chinnici  che con questi metodi di indagine esiste il rischio di rovinare l'intera economia siciliana.

Chinnici informa da par suo il Procuratore Pizzillo di aver scoperto  con i giudici del pool i canali attraverso i quali avviene il traffico della droga da Palermo agli Stati Uniti, sicché gli accertamenti bancari richiesti dal giudice Falcone sono necessari per svelare i segreti di Cosa Nostra e capire l’origine del suo enorme potere economico. Nel libro Rocco Chinnici ha un dialogo con Giovanni Falcone a cui confessa la sua impressione che la mafia abbia mutato la sua natura e strategia e non esiti ad eliminare gli uomini che indagano, sicché, per non disperdere il patrimonio di conoscenze accumulato con le inchieste giudiziarie,  gli inquirenti hanno il dovere di passarsi il testimone. Cesare Terranova, che ambiva a ricoprire la carica di capo dell’ufficio istruzione a Palermo, viene ucciso su richiesta di Luciano Leggio, detto Liggio, dopo che come parlamentare, eletto nelle liste del Pci, aveva fatto parte della commissione antimafia e partecipato con Pio La Torre alla redazione di una relazione che indicava come alcuni politici, Giovanni Gioia, Vito Ciancimino e Salvo Lima, fossero collusi e conniventi con il potere mafioso.

Dopo aver svolto il ruolo di giudice a Trapani, approdato a Palermo Giovanni Falcone si rende conto che i fratelli Rosario e Vincenzo Spatola hanno un ruolo  decisivo nella vita economica della Sicilia e vantano legami di parentela con i Gambino, gli esponenti delle famiglie Di Maggio, Inzerillo, e con Stefano Bontate. Seguendo con una geniale intuizione investigativa il movimento del denaro dagli Stati Uniti alla Sicilia, Giovanni Falcone rivela e scopre che Bontate ed Inzerillo vendono l'eroina ai Gambino in America, il quale la cede alle famiglie mafiose che vi sono negli Stati Uniti. Bello ed indimenticabile è la descrizione nel libro dell’incontro tra Boris Giuliano, che in seguito verrà ucciso in un bar di Palermo, e Francesco Lo Coco, direttore della Cassa di risparmio per le provincie siciliane. Boris Giuliano fa presente al direttore Lo Coco  di essere in possesso della fotocopia di alcuni assegni che dimostrano che vi è stato un flusso di denaro dal New Jersey verso la banca di cui è responsabile. Lo Coco, che è un uomo d’onore e dipende da Stefano Bontate, mafioso elegante e colto designato con il nome di Principe di Villafranca, nega e finge di non sapere la verità. 

Nel libro Roberto Saviano ricorda come negli anni ottanta la guerra che divise i clan palermitani da quelli di Corleone provocò innumerevoli delitti, tra cui la uccisione di Stefano Bontate. L’uccisione di Pio La Torre, segretario del Partito comunista siciliano, avviene dopo che l’uomo politico aveva avanzato una proposta di legge per introdurre nell’ordinamento penale il reato di associazione mafiosa. Ma tra le tante figure, la cui vita è stata sacrificata e immolata in nome della lotta contro la mafia, è commovente il ritratto di Rocco Chinnici, il magistrato intellettuale che, prima di essere ucciso, si era recato a tenere una conferenza nelle aule dell'università di Palermo. Ai giovani che lo ascoltavano, Rocco Chinnici consigliava di tenersi lontani dalle droghe, che provocano dipendenze e portano le persone a perdere la loro libertà e dignità umana. Per Chinnici il dolore fa parte della vita e non può essere tenuto al di fuori della nostra esistenza di persone umane né superato attraverso l’uso delle droghe, che creano dipendenze devastanti e rovinose.

La scrivania di Falcone è ingombra, in quegli anni, di carte e documenti che disegnano il volto sfuggente della Gorgone e Medusa dietro cui si celano le trame di potere ordite dal potere mafioso. L’ingegnere Ignazio Lo Presti, imparentato con i cugini Lino e Ignazio Salvo, che godono di entrature nelle Democrazia cristiana, sono gli imprenditori che riciclano il denaro sporco, proveniente dalle attività illecite perpetrate dalla mafia, grazie alle commesse pubbliche che riescono ad ottenere. Infatti come è stato accertato storicamente, i Cugini Salvo sono legati all’uomo politico siciliano Salvo Lima, che fa parte nella DC della corrente di Giulio Andreotti.

Dopo la uccisione di Rocco Chinnici, a capo dell’ufficio istruzione viene nominato Antonino Coponnetto. Appena arriva  a Palermo va a vivere in una caserma, che è un ex convento, in cui riflettendo sull’origine del male, di cui il potere criminale è una tremenda manifestazione ed incarnazione, Antonino Caponnetto legge le Confessioni di Sant’Agostino. Nel 1984, grazie al pentimento di Tommaso Buscetta, Giovanni Falcone ed i magistrati del pool comprendono e svelano  la natura verticistica di Cosa nostra e i suoi rapporti con il mondo della economia  e della politica.  Il maxiprocesso per la prima volta, ed il merito è di Giovanni Falcone e degli altri magistrati, vede condannati i vertici di Cosa nostra e smentita la pretesa di impunità rivendicata dagli uomini delle cosche siciliane. In seguito, Giovanni Falcone, malgrado i suoi indubbi meriti, non verrà nominato dal C.S.M. a capo dell’ufficio istruzione di Palermo. Infatti verrà scelto il giudice Antonino Meli, che non ha mai fatto mistero di avere una visione diversa del fenomeno mafioso rispetto  a quella prediletta da Giovanni Falcone. Infatti Antonino Meli demolisce il pool perché crede nella competenza territoriale e ritiene che i processi vadano separati e smembrati.

Meli, e questo fu un  suo  errore di valutazione intellettuale,  riteneva che Cosa nostra non avesse una struttura verticistica ma fosse un organismo che coordinava le diverse famiglie mafiose. Dopo la mancata nomina al Csm, Giovanni Falcone, prima di essere ucciso con il terribile attentato di Capaci, avvenuto nel 1992, diventerà un consigliere del ministro socialista Claudio Martelli e sarà uno degli autori della legge per effetto della quale nacque e fu creata la figura del procuratore nazionale antimafia. Un libro necessario per capire gli  eventi che hanno segnato tragicamente la storia Italiana. Imperdibile

Pubblicato in: 
GN35 Anno XIV 2 luglio 2022
Scheda
Autore: 
Roberto Saviano
Titolo completo: 

Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo, Milano,

Bompiani

2022, pp. 512. Euro 24,00