The Italy Project. Il Progetto americano per l'Italia. Prima parte

Articolo di: 
Livia Bidoli
The Italy Project

Questo libro, The Italy Project, lo hanno cominciato a scrivere Franco Fracassi e Paola Pentimella Testa 26 anni fa, e di recente lo hanno presentato nel ristorante celebre per la sua “dissidenza” continuata da 3 anni, ovvero Il Cuore ribelle di Adriana Perugini, il 3 novembre scorso. Il sottotitolo del libro è Storia dell'eversione atlantica, tra mafie, terrorismo e massoneria: un vero progetto unicamente per l'Italia.

Franco Fracassi lo conosciamo da tempo, ma questa è un'altra storia ancora: un'investigazione ghiornalistica che indaga, nelle sue parole: “come si è creato a metà degli anni '70 il mondo in cui viviamo. Negli Stati Uniti era stato appena eletto Jimmy Carter, grazie a molte lobby di potere, che lo hanno appoggiato: una mattina, il responsabile della sicurezza statunitense, di origini  polacche, Zbigniew Brzezinski (nato a Varsavia nel 1928- deceduto a Falls Church nel 2017), mette sotto il naso del presidente un dossier: un via libera alla CIA per un colpo di stato in Afghanistan. Tutto era connesso con l'Unione Sovietica ed il suo pianificato indebolimento: dall'interno con una fitta rete di spionaggio, che aveva il nome di Gladio; l'idea era quella di trovare un luogo con sufficiente malcontento politico e sociale per poter aggregare una protesta pacifica che potesse dall'interno aprire una crepa dentro il Muro di Berlino ed impelagare l'URSS in una guerra logorante, creando un “Vietnam sovietico”.

Gli Stati Uniti avevano bisogno di riappropriarsi del dominio del mondo, soprattutto nella parte centro-asiatica. All'epoca l'Afghanistan era un paese meta dei fricchettoni e negli anni '70 vinse il partito comunista, andando a scardinare quel poco che era rimasto del fondamentalismo islamico. Dovevano fare in modo che, in seguito al colpo di stato contro il governo comunista, l'Unione Sovietica intervenisse, ancora ferita dal colpo di stato cileno. Questo segnò l'inizio della nostra era. L'idea degli statunitensi alla base era di conquistare altri domini, ed un altro modo di procedere in questa direzione era anche di permeare piscologicamente le nazioni. ed infatti gli Stati Uniti sono il paese piu' forte dal punto di vista culturale: noi siamo tutti quanti americanizzati, si chiama soft power la loro piu' grande potenza. Il Piano Marshall agiva in questa direzione e quello che sottendeva a livello psicologico è questo: il modo migliore per far agire una persona come voglio io è farla diventare me, quindi se si vestirà come me; ascolterà la mia musica; vedrà i miei film; mangerà quello che mangio io, sarà fatta. Non solo, si doveva identificare anche un nemico, che doveva essere abbasdtanza sconosciuto e anche lontano geograficamente deve essere un'ombra, non ben delineata ed il mondo islamico poteva fare al caso loro. Il nemico deve vivere di vita propria, ovvero portare la guerra in Occidente, altrimenti non interesserebbe a nessuno. Inoltre il nemico deve essere percepito come presente, ovvero dentro di noi, e quindi dentro l'Europa. Un luogo islamico ma laico che aveva al suo interno dei personaggi che si erano battutti per Adolf Hitler durante la seconda guerra mondiale: questi ex combattenti delle SS sono stati condotti a procedere in questo progetto, formando Odessa, un'associazione che funzionava perfettamente in tutto il mondo. Questo luogo era la Bosnia-Erzegovina che ancora non esisteva, perchè era perfettamente integrata nella Jugoslavia dal punto di vista etnico-religioso. Bisognava, per avere quella come base, far saltare l'intero paese ed il suo sistema sociale e c'era tempo, perchè iniziarono 20 anni prima, corrompendo una serie di politici al vertice della Jugoslavia, spingendoli verso azioni spregiudicate che portarono ad indebitare la Jugoslavia. Il Fondo Monetario Internazionale prestò i soldi al paese obbligandoli a fare delle riforme che distrussero il tessuto sociale del paese, a privatizzare e rendere drammatica la situazione economico-sociale, creando luoghi molto ricchi come la Slovenia e molto poveri come il Montenegro. I soldi arrivavano per le madrasse, le scuole per insegnare il fondamentalismo islamico e quindi far scoppiare il conflitto etnico-religioso.”

Prima Fracassi parlava di una manovra a tenaglia che riguardava piu' stati: “Per questo bisognava avere molti soldi ed una banca, il Banco Ambrosiano favoriva tutto questo passaggio di soldi che portava i soldi dagli USA anche in Polonia, a Solidarnosc, attraverso il Vaticano, ovvero lo IOR: dal 1978 un papa polacco, Giovanni Pasolo II, aveva ceduto parte delle rendite dello IOR al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi; implicata in tutto questo, scoprirono svariate indagini prima su Michele Sindona poi su Paul Marcinkus, era la loggia massonica Propaganda 2, la Loggia P2, uno dei bracci degli USA nel nostro paese e guidata da Licio Gelli. La mafia aveva prestato i soldi a Roberto Calvi, che però non riuscì a restituirli e venne ucciso sotto al ponte dei Frati Neri a Londra.

Tutto si stava quasi per compiere tra Afghanistan, Bosnia e Polonia, senonchè un magistrato in Sicilia un magistrato e poi altri cominciarono a prendere sul serio la lotta al crimine. Venne creato il Pool Antimafia, che riuscì a delineare la prima mappa del groviglio mafioso grazie anche ad una serie di leggi che limitavano lo strapotere mafioso.
L'Italia nel 1943 aveva siglato un accordo con gli USA “noi vi facciamo fare quello che volete in cambio servite me che sono il padrone“ e tutti eseguivano, mafia in primis. L'Italia era stata attraversata da scandali, stragi, corruzione: questo pool di magistrati però aveva scardinato l'ingranaggio oliato da fin troppo tempo
.”

Si prosegue con il racconto dell'Italy Project in uno dei prossimi numeri con la seconda parte.

Pubblicato in: 
GN5 Anno XV 30 novembre 2022
Scheda
Autore: 
Franco Fracassi e Paola Pentimella Testa
Titolo completo: 

The Italy Project

Per ricevere il libro scrivere a:francofracassi1@gmail.com

Franco Fracassi in su YouTube per The Italy Project

Incontro del 3 novembre 2022 presso: Il Cuore ribelle di Adriana Perugini