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La città di Düsseldorf viene sconvolta da una serie di omicidi, che coinvolgono persone diverse, da un transgender che viveva sul marciapiede ad un’avvocatessa con un segreto legato alla sua vera identità, e il commissario Georg Stadler inizia a indagare su questi fatti. Al suo fianco arriva la psicologa criminale Elizabeth Montario, già collaboratrice della polizia, che inizia a ricevere messaggi e telefonate da parte di qualcuno che probabilmente è emerso da un passato che vorrebbe dimenticare. Qualcuno che potrebbe colpirla anche molto da vicino, qualcuno che è sulle sue tracce e che non si fermerà davanti a niente: questo racconta Muori con me di Karen Sander, apena edito da Giunti editore.

Siamo ad anni luce dal giallo tedesco alla Derrick, lento e pomposo: qui c’è adrenalina pura, in una Germania di oggi fatta di luci e di ombre, con echi di successi come Il silenzio degli innocenti e anche qualcosa della prima Patricia Cornwell, ma anche molto thriller scandinavo con il suo fissare l’abisso, a cominciare da Stieg Larsson.

Karen Sander si afferma come una voce promettente in un settore che è sempre amato e seguito, con stimatori di varie generazioni, ma dove quindi diventa difficile saper scrivere qualcosa di coinvolgente e appassionante: l’autrice ci riesce, tenendo con il fiato sospeso, costruendo un intreccio dove a tratti c’è un po’ di déjà vu, ma che sa essere riuscito e soprattutto credibile, cosa che a volte si perde dietro a troppi colpi di scena e smargiassate del poliziotto di turno.

Il tema del serial killer, a tratti forse un po’ abusato, qui viene riletto in maniera interessante e spietata, tornando sugli inferni che si scatenano dietro ad apparenti normalità, in una vicenda le cui radici vanno fatte risalire al passato e che coinvolge uno dei due personaggi, Elizabeth.

L’autrice sa mettere insieme bene l’indagine poliziesca, che in Europa avviene con modalità diverse che negli States, terra d’origine di storie sui serial killer, le vite personali dei protagonisti e la situazione sociale, costruendo un quadro che appassiona, dove l’inferno dell’assassino è ben presente ma dove c’è anche altro per bilanciarlo, se non altro la ricerca della verità.

Drammi familiari, odi per certe categorie di persone da parte del giustiziere di turno (qui per la cronaca donne e transgender), passato che non si può cancellare, manchevolezze delle istituzioni: c’è tutto questo, con l’aggiunta di due personaggi riusciti, che non formano una coppia tradizionale (e meno male), complementari e stravolti da questa discesa in un abisso che non immaginavano.
Ovviamente, non bisogna svelare come tutto finisce, ma Georg e Elizabeth potrebbero anche tornare in altre storie e indagini, si spera all’altezza di questa.