L'Albero di Julie Bertuccelli. La strabordante natura del Ficus

Articolo di: 
Antonella D'Ambrosio
l'Albero

Due sono le principali tematiche indagate nel film L’albero della regista francese Julie Bertuccelli: l’elaborazione del lutto, argomento già trattato nel precedente Da quando Otar è partito, premio Semaine de la Critique a Cannes 2003, e il rapporto tra uomo e natura.

Julie Bertuccelli in realtà avrebbe voluto rappresentare Il barone rampante di Italo Calvino, ma per problemi di diritti non gli è stato consentito. Ha trovato, allora, nel  romanzo di Judy Pascoe, Our Father Who Art in the Tree, pubblicato in Italia da Bompiani con lo stesso titolo breve del film, un buon soggetto per questi argomenti.

La vicenda è ambientata nel selvaggio Queensland australiano e le immagini ci riempiono gli occhi di una natura trasbordante; i paesaggi si perdono all’orizzonte. Anche gli esseri umani, e soprattutto i bambini, sembrano godere di libertà all’aria aperta e di un rapporto meno mediato con la natura: scene ci mostrano una cricca di divertiti minorenni che piroettano indisturbati sulle loro mountain bike.

Alla morte del padre la piccola Simone, interpretata dalla straordinaria Morgana Davies che ben sa tenere testa alla Palma d’oro Charlotte Gainsbourg, immagina l’amato genitore vivo nell’ enorme Ficus macrophylla che ombreggia la casa di famiglia. Così, mentre la madre non trova più senso nella vita e trascura la casa e i figli, la terzogenita le rivela questo segreto, che serve a superare il dolore.

Bisogna scegliere se essere felici o tristi, e io ho scelto di essere felice così parla Simone alla sua amichetta, mostrandosi filosofa già ad otto anni. Dice la regista: “Ne L’Albero c’è la forza inarrestabile della vita che si impone sulla tristezza. La voce del padre non si sente mai, rimane un sussurro, una fusione di fruscio di foglie, rumori di animali e vento, simile a un mormorio impercettibile che suscita dubbi ma che non diventa mai irreale”.

Questo è uno dei pregi del film, parlare di argomenti spirituali tenendo la narrazione su un filo concreto, non cadendo mai nel fantastico. Ciononostante assisteremo all’invasione della casa, minacciata da un pretendente, da parte dei rami di quest’albero, ormai diventato il principale protagonista.

Quando il ficus rischierà l’abbattimento, per via delle radici invasive, palesando che pure in un posto dove la natura fa da padrona, bisogna scendere a compromessi, gli avvenimenti del film ricordano che deforestare ci potrebbe costare la vita. La particolare sensibilità della regia fa gustare la storia nel suo evolversi, prediligendo la narrazione per immagini; un film per tutti, insomma, con attori, anche bambini, perfettamente calati nella parte, una natura esuberante e dialoghi da meditare.

Pubblicato in: 
GN61 Anno III 18 luglio 2011
Scheda
Titolo completo: 

L'albero
REGIA: Julie Bertuccelli
SCENEGGIATURA: Julie Bertuccelli
ATTORI: Charlotte Gainsbourg, Marton Csokas, Morgana Davies

Uscita al cinema 08 luglio 2011

FOTOGRAFIA: Nigel Bluck
MUSICHE: Grégoire Hetzel
PRODUZIONE: Taylor Media, Les Films du Poisson, Goalpost Pictures, Backup Films, Dorje Film
DISTRIBUZIONE: Videa-CDE
PAESE: Australia, Francia 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 99 Min
FORMATO: Colore