L'inventore del Nero. L'infinito buio della luce

Articolo di: 
Livia Bidoli
L'inventore del Nero

L’Ombra come la voce di Caravaggio risuona nella sala insieme a quella a volte querula e sempre postulante della giornalista di quest’intervista impossibile, sui generis di quelle di Giorgio Manganelli. Da una parte la querelante Laura De Luca, autrice di un testo solido insieme alla regia di Antonello Avallone, del Merisi interprete. A Roberto Herlitzka la parte oscura del Nero, onnipresente colore sospeso del Caravaggio.

Tra le tele più famose, dal Canestro di frutta alla Madonna dei Palafrenieri ad un onnipresente Narciso, si agita questa figura animata di genio compromesso dalla sua irascibile natura, di wagneriana sostanza e di ribelle costanza. Anche lui ha affrontato Dio senza ucciderlo, compenetrandolo nell’infinito Nero che ne adorna le tele per alitarne il tempo in oscure chimere. Un Rorschach anzitempo, quello della tavola IV: “Lo Choc nero provocato dalla presentazione della tavola IV: «Perturbazione improvvisa dei processi razionali.» (Gilbert Durand, Le strutture antropologiche dell'immaginario, Dedalo, Bari, 1996). Quel Nero che come simbolo nictomorfo è apparentato al Cronos distruttore, come le nostre feste notturne tramutate in San Giovanni, Natale e Pasqua, e vicino a quella natura lunare legata al ciclo femminile e alle sirene,come quella che sinuosamente si muove sul palcoscenico alla prima pausa, e che altrettanto flessuosamente scompare.

“E’ sempre notte.”, afferma il Merisi, e continua: “Il buio ha soprattutto a che fare con Dio, perché la notte è l’infinito. Ed è per questo che per dipingere la luce bisogna dipingere il buio.” Sembra di leggere William Blake: “Without contraries is no progression” (Senza contrari non c'è progresso - da The Marriage of Heaven and Hell, Tavola 3, 1790,  l'edizione della SE con le incisioni e la traduzione di Giuseppe Ungaretti) ed io aggiungo con la mia penna: “Soltanto chi è invaso dalla luce è in grado di nascondersi nel buio.” E’ vero infatti che, come il testo ombrosamente generoso di Laura De Luca dichiara:” Il punto più scuro delle cose rivela la luce” e che “solo ciò che è pulito si corrompe e che è nel buio che risiede l’anima.” Il buio, qui espresso da il Nero di Herlitzka, non è altro che la faccia scura della luna, oppure il sole ctonio (infero): quella parte che di noi che continuiamo ad oscurare con le certezze e la chiarezza, in una parola il dubbio, l’emozione di scoprire che “non è tutto a posto”, che non c’è nulla di stabile in modo definitivo, e di definito. Quel buio che è Dio dentro di noi, “in our breast” come direbbe Blake, ed intorno a noi (cito ancora a memoria dal testo dello spettacolo), come direbbe Borges in Le rovine circolari contenuto in Finzioni, altro titolo emblematico per dei racconti teoretici di sublime raffinatezza.

Michelangelo Merisi ha affrontato il buio
, sé stesso, e l’ha dipinto, prima della luce, per poter dipingere la luce e darle movimento: i suoi personaggi sono colti nel momento dell’azione e, come asserisce Galimberti “amore è azione”, ecco perché il buio, quell’estremo sotterraneo che ogni tanto varchiamo, ci fa esitare sulla soglia, poiché quello che diamo è ciò che rischiamo maggiormente, la nostra verità, il nostro Essere, il nostro Dio, qui, sulla terra.

L’angelo caduto della conoscenza del Paradiso Perduto di Milton (1667): quel grande novero che appartiene alla tradizione occidentale per antonomasia come precursore del male, prometeico, ribelle, antesignano di qualsiasi dualismo occidentale, il convertitore dell'oscurità in conoscenza, gnosi, che parte dal buio per ricevere la luce che gli è stata tolta.

Pubblicato in: 
GN21 Anno II 18 settembre 2010
Scheda
Titolo completo: 

L'inventore del nero
Una arbitraria storia di Michelangelo Merisi da Caravaggio
di Laura De Luca
con la partecipazione straordinaria di  Roberto Herlitzka (Il nero)
Coreografia Fabrizio Laurentaci                                            
Musiche originali Luis Bacalov e Echoesthree
regia Antonello Avallone
Antonello Avallone (Caravaggio)
con Laura De Luca (la giornalista)

EVENTI  Stagione 2010 – 2011
7 settembre 2010

Su progetto e testo di Laura De Luca (già in onda alla Radio Vaticana l’11 marzo scorso) per la regia di Antonello Avallone

Con il patrocinio della Comitato Nazionale per il Centenario

Teatro dell’Angelo
Via Simone de Saint Bon n. 19
tel. 06/37513571- 06/37514258
Direttore artistico Antonello Avallone       
Presidente onorario Manlio Santanelli
www.teatrodellangelo.it    info@teatrodellangelo.it

Letture consigliate
William Blake
The Marriage of Heaven and Hell (1790)
Il matrimonio del cielo e dell'inferno
Edizioni SE - Milano
Traduzione e note di Giuseppe Ungaretti