Marco Innocenti. L'ideologia di Salò

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Una pallottola per Mussolini

Vi sono stati momenti e periodi della storia d'Italia su cui è ancora aperto il dibattito storiografico. Nel 1943 quando nacque il governo di Badoglio, in seguito alla capitolazione del regime fascista, e nel nord Italia venne costituita la Repubblica Sociale, dopo che i tedeschi avevano liberato Mussolini dalla sua prigione sul Gran Sasso, per alcuni storici si ebbe la morte della patria.

Su questo periodo storico convulso e tragico, segnato da una cruenta e feroce guerra civile che vide contrapposti gli Italiani, alcuni schierati con la Repubblica Sociale, altri, dopo l'otto settembre del 1943, con gli Anglo-americani e il governo legittimo del Sud Italia, Marco Innocenti ha scritto un romanzo notevole e molto profondo. Giornalista del Sole 24 ore e scrittore, che ha pubblicato innumerevoli volumi sul ventennio fascista,è riuscito nel suo libro, edito dalla casa editrice Mursia con il titolo Una pallottola per Mussolini, a mescolare gli eventi storici con la finzione narrativa in modo mirabile e sorprendente.

I personaggi del libro, figure che appartengono alla storia d'Italia, sono reali, i dialoghi e le situazioni rappresentate nel romanzo inventati nel rispetto della verità storica. Nella prima scena Benito Mussolini, chiuso nel suo ufficio di Villa Orsoline, sede del governo della repubblica di Salò, conversa con il federale di Milano, Vittorio Costa. Mussolini è consapevole che il suo governo è nato sotto il dominio dei tedeschi e che non è libero di assumere alcuna decisione politica, poiché la sorte della repubblica sociale dipende dalle deliberazioni di due autorevoli gerarchi nazisti: il generale Karl Wolff e l'ambasciatore Rudolf Rahn.

Infatti di fronte a Costa con amarezza Mussolini confessa di sentirsi simile ai personaggi descritti nel libro di Gogol, un'anima morta. Nel libro colpiscono il lettore le parti della narrazione nelle quali viene evocata con immagini poetiche di rara perfezione letteraria il clima di tensione e di imminente catastrofe che incombe su Mussolini e la sua repubblica. Mussolini, nelle serate in cui avverte il peso insostenibile e doloroso della solitudine, mentre pensa con rimpianto e nostalgia ai momenti del suo trionfo politico, quando il regime fascista fu circondato da un consenso di massa dopo la nascita dell'Impero nel 1936, si abbandona all'amarezza per il modo in cui è stato defenestrato dal potere. In particolare, al crepuscolo, dialogando con Nicola Bombacci, con cui in gioventù aveva condiviso la militanza nelle file del Partito socialista romagnolo, contemplando il lago di Garda, confessa al suo amico i suoi sentimenti di odio verso il Re e Badoglio, entrambi definiti due massoni.

Sul piano storico nel libro viene spiegato e chiarito come con la nascita della Repubblica di Salò vi fosse un tentativo, prima della sconfitta definitiva, di ricondurre  l'ideologia fascista alla sua originaria ispirazione rivoluzionaria. Infatti Alessandro Pavolini, di cui nel libro il lettore troverà un ritratto memorabile e straordinario, ultimo segretario del fascismo, nel tentativo di ricostruire il partito, durante la Repubblica di Salò, dichiarò che bisognava promuovere la socializzazione e modificare i rapporti di produzione. Pavolini è una figura tragica di letterato e politico idealista, il quale non esitò a mettere a repentaglio la sua vita in nome degli ideali fascisti a cui aveva aderito in gioventù.

Il momento fondamentale del libro, che racconta la caduta dell'idolo che aveva con la sua enfasi retorica incantato e sedotto milioni di Italiani per venti anni, instaurando un regime autoritario e promulgando le vergognose e deplorevoli leggi razziali nel 1938, è dato dall'ultimo discorso che Mussolini tenne al Teatro Lirico di Milano il 16 dicembre del 1944. Quando informa Pavolini della sua decisione di parlare a Milano, inizialmente Mussolini suscita nei suoi uomini infiniti sospetti, preoccupazioni e molte perplessità. Si teme che alcuni esponenti dei Gap, gruppi armati patriottici guidati dai partigiani, possano nelle città di Milano compiere attentati contro la sua persona. Per potere parlare a Milano Mussolini è così costretto a superare le diffidenze e i dubbi opposti dai gerarchi nazisti Wolff e Rahn. Nel libro, contemporaneamente ai fatti e agli eventi politici, vi è un'ampia rappresentazione della vita quotidiana di quel tempo. Le città italiane, soggette ai reiterati bombardamenti alleati, erano luoghi spettrali e desolati, costellati da rovine e macerie, in cui le abitazioni civili erano sberciate e completamente devastate.

Sono molto belle, sullo sfondo della catastrofe provocata dalla guerra, i racconti sulla vita di alcuni artisti del regime, come quello della passione d'amore che vide uniti in un sodalizio sentimentale Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, protagonisti della stagione cinematografica designata con l'espressione dei Telefoni Bianchi. Entrambi questi attori, dopo la fine della guerra, saranno giustiziati, poiché erano considerati compromessi con il regime di Salò. Nel teatro lirico di Milano, gremito di una folla infreddolita e angosciata per il proprio futuro, nella mattina del giorno 16 dicembre del 1944, Mussolini, ritrovando la capacità di persuadere le masse con il suo linguaggio immaginifico e intriso di una retorica enfatica, tiene un discorso con cui dichiara di volere garantire la difesa della Valle del Po oltre i confini della linea gotica.

Nel suo discorso annuncia che stanno per essere utilizzate le armi segrete dai Tedeschi e che è necessario avviare un dialogo con tutti i partiti politici d'Italia. Nel libro, con grande sapienza narrativa, per mostrare quali effetti il discorso di Mussolini aveva avuto negli ambienti politici milanesi, Marco Innocenti immagina di assistere ad un incontro tra i principali giornalisti del tempo all'interno di un locale frequentato da intellettuali. In particolare affida a Concetto Pettinato, uno dei maggiori giornalisti del tempo, un giudizio politico con il quale il discorso di Mussolini al teatro lirico viene liquidato come il canto di un Cigno, l'ultimo atto di un  dittatore votato alla sconfitta.

Mussolini, che abitò a Villa Feltrinelli con la sua  famiglia a Gargnano, durante i due anni della repubblica di Salò, più volte incontrò Claretta Petacci, la donna che lo aveva amato fin da giovanissima. Nel libro è poeticamente indimenticabile la descrizione dell'incontro che Mussolini ha con Claretta Petacci a Villa Fiordaliso, dove la donna abitava, nella torre maggiore del Vittoriano. Tra i cimeli e le stoffe pregiate, appartenute a Gabriele DíAnnunzio, Mussolini, sopraffatto dalla angoscia e dalla incertezza del futuro, legato all'esito incerto della guerra, di fronte allo sguardo innamorato di Claretta confessa che l'amore è il sentimento profondo che determina chi siamo. Fuori i due amanti, guardando oltre le finestre della Torre, contemplano con un sentimento di rimpianto la casa di Catullo e la luce che delicatamente si riflette sulla superficie delle acque del Garda. Anche il racconto della storia d'amore fra Pavolini e l'attrice Doris Duranti è descritto nel libro in modo struggente e commovente.

Nei suoi ultimi giorni di vita, prima che il suo tragico destino arrivasse all'epilogo, Mussolini lesse il libro di Platone Il Fedone, in cui vi è questa memorabile frase: "Noi uomini viviamo in una specie di prigione  e non possiamo liberarcene, tanto meno fuggire". Mussolini, il dittatore che aveva voluto l'alleanza con il regime genocida nazista e l'ingresso in guerra nel 1940 dell'Italia, venne giustiziato a Dongo insieme alla sua amante Claretta Petacci, donna per altro incolpevole. Nel libro è storicamente accurata la ricostruzione degli ultimi momenti della vita dell'uomo che fu il Duce d'Italia, che gli alleati avrebbero voluto processare. Un libro straordinario che narra in  modo coinvolgente e con una scrittura di rara eleganza poetica un momento drammatico della storia díItalia e aiuta a capire che il fascismo fu un tragico sogno collettivo, che condusse l'Italia verso la catastrofe.

Pubblicato in: 
GN42 Anno VI 1° ottobre 2014
Scheda
Autore: 
Marco Innocenti
Titolo completo: 

Una pallottola per Mussolini, Milano, Mursia, 2014
Pagine: 288
Collana: Romanzi

Euro 17,00