Neri Pozza, Morte di una sirena con Andersen detective

Articolo di: 
Elena Romanello
sirena

Il thriller si è rivelato da tempo uno dei generi più eclettici e originali, anche e soprattutto quando si unisce ad altri filoni, come il romanzo storico. Morte di una sirena, uscita Neri Pozza scritta da Thomas Rydhal e A. J. Kazinski, si pone perfettamente in questa felice corrente letteraria.

Nelle pagine di questo romanzo, che porta in una Copenhagen povera e politicamente scorretta, con echi di Il petalo cremisi e il bianco di Michael Faber, l'investigatore, sia pure per caso e necessità, è nientemeno che il favolista Hans Christian Andersen, allora alle prime armi.
Gli autori sono partiti dal fatto che l'autore di fiabe ancora oggi immortali, inni alla diversità e apologhi sul dramma di essere discriminati, nel 1834 per alcuni mesi non tenne il diario che lo accompagnò per tutta la vita.

In quell'anno fatidico, Anna è una delle tante ragazze giunte nella capitale danese con grandi sogni, insieme alla sorella Molly, ma con lei è finita, dopo la nascita della piccola Marie, a vendere il suo corpo per denaro. Il suo cliente più strano è proprio quell'Andersen, che la paga non per fare le solite cose, ma per ritagliare delle sagome che la ritraggono.
Quando Anna sparisce e viene ripescata uccisa dal mare, simile quasi ad una sirena tragica, Molly non ha dubbi che l'assassino possano essere Andersen, che viene arrestato, ma dato che è protetto da un uomo importante, gli vengono concessi tre giorni per scoprire il vero colpevole.
Con Molly, che si è convinta della sua innocenza, affronterà un viaggio all'inferno, tra altri omicidi, discariche, feste di palazzo e miseria, mentre nell'ombra l'assassino, pronto a tutto per realizzare un folle piano in cui c'entra un amore distorto, sta ancora tramando perché la morte di Anna è stata un errore.

Nelle pagine del libro emerge una possibile fonte di ispirazione per le fiabe di Andersen, ancora oggi attuali e struggenti, oltre che una riflessione sulla diversità, sul dramma di chi discrimina e su che mostri può generare questo. Le due fiabe che emergono dalle pagine sono due delle più famose e tragiche, La sirenetta, che per amore negò la sua natura fino alle estreme conseguenze, e La piccola fiammiferaia, urlo di indignazione contro le ignobili condizioni di vita dei bambini poveri non solo a Copenhagen.

Un gioco letterario, certo, sull'oscura e reale materia delle fiabe, mai rassicuranti, ma che fa venire voglia di riprendere in mano le storie di Andersen e fa riflettere su come certi temi siano eterni, e come si possa parlare di questi senza scadere nel banale, scegliendo anche un assassino che farà storcere il naso ai buonisti attuali, lasciando comunque un groppo in gola alla fine, perché se è impossibile nelle fiabe un lieto fine lo è ancora di più nella realtà. 

Pubblicato in: 
GN14 Anno XIII 9 febbraio 2021
Scheda
Anno: 
2021