Netflix. Ragnarok, urban fantasy in salsa norrena

Articolo di: 
Elena Romanello
ragnarok

Netflix presenta la seconda stagione di Ragnarok, una serie ideata da Adam Price in cui si attualizzano i miti norreni e le loro divinità, in una coproduzione tra Norvegia e Danimarca, due Paesi che si presentano alla platea dell'immaginario fantastico e non solo.

Parlare di Thor e di Loki oggi vuol dire pensare inevitabilmente all'immaginario Marvel, tra film e serie televisive: ma i miti e le leggende della Scandinavia sono ben antecedenti e ben presenti nella cultura del Paese.
Il Ragnarok del titolo è l'apocalissi, lo scontro finale, che può avvenire anche ai nostri giorni: nella gelida cittadina norvegese di Edda, l'ultimo avamposto del paganesimo ad essersi convertito al cristianesimo nel Medio Evo, arriva la vedova Turid Seier, con i figli adolescenti Magne e Laurits. Gli abitanti di Edda vivono sulle industrie Jutul, gestite dall'omonima e affascinante famiglia, che nasconde non pochi segreti, a cominciare dall'inquinamento della falda acquifera che crea malattie e degrado, senza dimenticare la vera identità dei suoi componenti.

Magne e Laurits non potrebbero essere più diversi, il primo introverso e dislessico, il secondo spregiudicato e socievole, ma presto scopriranno di avere dentro di sé i poteri di due antichi dei, Thor e Loki, mentre la famiglia Jutul, il padre Vidar, la madre Ran, preside del liceo locale, e i figli Saxa e Fjor sono i giganti, loro eterni nemici, votati ad una vita senza fine, e quindi una minaccia incombente. Il tutto senza dimenticare un segreto che unisce Laurits alla famiglia Jutul.
Ma il ritorno di dei e giganti interessa anche gli altri abitanti di Edda, come la bella Iman, di origini cingalesi e in cui rivive la dea Freja, la giovane attivista ambientalista Isolde, che svelerà a Magne le malefatte dei Jutul, il professor Erik Eidsvoll, padre di Isolde e alleato di Magne, l'anziano Wotan Wagner, reincarnazione di Odino.

L'idea di prendere ispirazione dai miti per costruire storie contemporanee non è nuova, basti pensare alla saga di Percy Jackson, ma Ragnarok si distingue innanzitutto per l'ambientazione, in quel Nord Europa su cui in realtà si sa ben poco, in un luogo ancora più inquietante e comunque nuovo rispetto alle eterne cittadine della provincia a stelle e strisce, con un fascino oscuro e terrificante sullo sfondo, tra monti, foreste, fiumi, vie, case.

Indubbiamente è molto interessante l'aver mescolato l'aspetto fantastico, con il richiamo a dei temibili di una mitologia non poi così famosa fuori dalla sua terra d'origine, a problematiche attuali, come l'immigrazione, la disoccupazione, i problemi adolescenziali, la droga e soprattutto i temi ambientali, al centro della storia, con tutte le loro sfumature, a cominciare da quella della fabbrica che inquina ma che però dà lavoro agli abitanti e dove quindi la scelta diventa tra salute e povertà.
Curioso vedere come le divinità rivivono nei personaggi moderni di questa storia, ricordando inoltre che Loki in realtà è il fratello di Odino e non di Thor, e la loro comparsa è in pieno svolgimento. Una terza stagione non è stata ancora annunciata, ma è molto probabile, anche perché a questo punto deve avvenire il Ragnarok, lo scontro finale tra dei e giganti catapultati in un XXI secolo fatto di disastri ambientali e poteri che tornano.
Ragnarok indica una nuova strada all'urban fantasy e al fantasy in generale, quella di prendere ad ispirazione leggende e miti locali, che abbondano sotto ogni latitudine.

Pubblicato in: 
GN33 Anno XIII 23 giugno 2021
Scheda
Anno: 
2021