Robin Hood. Un fuorilegge postmoderno

Articolo di: 
Livia Bidoli
Robin Hood

Sulla scia del precedente King Arthur di Guy Ritchie di un anno fa, e come recita bene il pressbook ripetendo,"tempi moderni" una riga si e l'altra no (il che richiamrebbe il "Tempi moderni" di Charlie Chaplin del 1936, ma è evidente che non siano quelli il riferimento), il film Robin Hood di Otto Bathurst, foriero di una fortunata serie che ha iniziato proprio lui col primo episodio di Black Mirror, dicevamo, il regista si è gettato a pié sospinto in una lettura ipermoderna, con tanto di costumi e palazzi inesistenti all'epoca quanto le miniere di carbone ispirate fortemente al Signore degli Anelli di Jackson, ci riferiamo naturalmente alle tenebrose minisere degli orchi di Sauron.

Fatta questa premessa, Robin Hood, è un bandito leggendario di cui nel film si rintracciano, piu' o meno correttamente, le origini in un nobile, Robin di Loxley, che, derubato di tutti suoi beni mentre è a combattere alle Crociate, e trovata la moglie Marian sposata ad un altro, decide di riappropriarsi, condividendolo, il patrimonio sottratto indebitamente con delle tasse spropositate, dallo sceriffo di Nottingham.

La visione di Bathurst è postmoderna o ipermoderna: si riconosce a malapena, sotto una cotta di pelle trapuntata ed un cappuccio molto "adoloscenziale", di quelli di moda oggi, il Robin Hood del Medioevo di Riccardo Cuor di Leone - che appunto era acombattere alle Crociate come Robin, mentre regnava al posto suo il fratello Giovanni Senzaterra - quindi intorno alla fine del XII° secolo. Non solo, le scene di guerra sembrano tratte pari pari da Heart Locker di Kathryn Bigelow, nonostante usino frecce o spade per uccidersi; così anche le trincee arabe sono fin troppo novecentesche per lo meno, e gli "infedeli" sanno proprio di terroristi al grido di "Allah Akbar". Insomma, se Bathurst aveva in mente una critica rieditata e corretta "dal punto di vista occidentale", offrendo un inedito bandito spartisoldi medievale, l'intento è riuscito, anche se sembra tutto un pò strano conoscendo la storia ed avendo visto i film precedenti sullo stesso fuorilegge dagli intenti comunisti.

Nel novero di questa drezione si situa il bravo Jamie Foxx, che accanto a Taron Egerton che intepreta Robin, riveste invece il ruolo dell'arabo "buono" e assetato di vendetta come Robin, in questo caso perchè gli hanno ucciso il figlio davanti agli occhi tagliandogli la testa come i terroristi dell'ISIS hanno fatto purtroppo davvero con giornalisti, militari e missionari, senza nessuna clemenza

La storia d'amore con Marian, il cui ruolo è rivestito da Eve Hewson, è naturalmente un altro dei punti cardine che nei primi momenti del film è vestita con un velo come un'araba ed in procinto di rubare un cavallo a Robin. Non sveliamo il prosieguo ma ovviamente il veterano delle Crociate tornerà, ed avrà anche questo di dilemma da sciogliere, oltre a quello con Nottingham (Ben Mendelsohn).

Pubblicato in: 
GN3 Anno XI 17 novembre 2018
Scheda
Titolo completo: 

LEONE FILM GROUP, RAI CINEMA E SUMMIT ENTERTAINMENT
presentano
ROBIN HOOD
DAL 22 NOVEMBRE AL CINEMA
 
Con
Taron Egerton
Jamie Foxx
Jamie Dornan
Eve Hewson
Ben Mendelsohn
 
Diretto da
Otto Buthurst
 
Un’esclusiva per l’Italia LEONE FILM GROUP
in collaborazione con RAI CINEMA

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