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Torino Museo di Arti Orientali. Riflessi allo specchio
Presso il Museo di Arti Orientali di Torino, il 23 novembre è stata inaugurata la mostra Riflessi d'Oriente, che sarà visitabile fino al 24 febbraio 2013. Si tratta di una mostra tematica, che si ripropone di rappresentare circa 2500 anni di storia della Cina attraverso un'accessorio semplice come lo specchio.
Avvalendosi di un notevole numero di specchi provenienti dalla collezione privata Jingzitang di Torino e dai depositi del museo stesso, il MAO offre una sorta di retrospettiva sulla vita quotidiana e sulla filosofia taoista a partire dal IV secolo a.C. fino al recentissimo XIX secolo. Sono esposti circa 125 specchi, alcuni esposti per la prima volta al pubblico.
Il curatore, Marco Guglielminotti Trivel, ha dato vita a una mostra unica in Italia, con l'intento di far conoscere al grande pubblico i capolavori della tecnica metallurgica orientale. Gli specchi esposti sono tutti realizzati in bronzo, finemente inciso sul verso e lucidati con pazienza e maestria sul recto, fino a renderli riflettenti.
Molta attenzione è stata dedicata alle implicazioni filosofiche e superstiziose legate agli specchi, in modo da sdoganare questo oggetto pregiato dal mero ambito della toletta, per elevarlo a oggetto prezioso e fonte di visioni mistiche.La mostra è stata divisa in cinque tappe, che rappresentano contemporaneamente i cinque periodi storici, le cinque dinastie dominanti e i cinque elementi della cultura orientale.
La prima area, rappresentata del colore rosso (il fuoco, l'energia creatrice, fucina in cui forgiare il bronzo), ospita gli specchi più antichi, realizzati con due lamine di bronzo saldate insieme e con il verso decorato con motivi geometrici o con stilizzazioni di bestie fantastiche.
La seconda area, in giallo (l'Imperatore, il fulcro della vita, la terra generante, l'uomo) ospita gli specchi creati sotto il dominio della prima dinastia Han Occidentale. La perla di questa sezione è rappresentata da uno dei rarissimi specchi dipinti, con scene di caccia, finemente miniaturizzate. Sul retro degli specchi compaiono iscrizioni benaugurali e raffigurazioni zoomorfe realizzate con una maestria eccellente.
Segue la sezione bianca (il metallo, il taoismo, il declino), ospitante le opere create in un periodo di transizione, in cui si radicarono i culti taoisti che anticiparono il Buddhismo. Gli specchi realizzati in quest'epoca raffigurano divinità del pantheon taoista, animali e dei della cosmologia del Tao e viene introdotta la figura umana come elemento centrale.
Nella sezione nera (l'acqua, la morte prima della rinascita) si possono ammirare specchi dalle forme singolari, lobate e foliate, vere rarità che infrangono lo standard statico della forma rotonda. Predominano i draghi (simbolo della divinità per eccellenza) e gli animali simbolici, come le fenici, simboli di unioni matrimoniali durature.
Infine si giunge all'area verde (il legno, la nascita e la primavera), che ospita una rinascita della concezione legata agli specchi. Aumenta la richiesta di produzione di specchi da parte dei ceti medi, lo specchio diventa un oggetto più comune e sono diverse anche le leghe in cui sono realizzati. Mutano le forme ma si perde la valenza mistica dello specchio, che lentamente declina e scompare, a favore degli specchi occidentali in vetro.
Sono presenti non solo creazioni cinesi, ma anche esempi delle contaminazioni estetico-culturali tra i vari paesi dell'est. Si possono quindi ammirare specchi giapponesi, coreani o provenienti dalla Mongolia, a testimonianza dell'immensa diffusione dello specchio nell'intera cultura orientale.
La mostra si può realmente fruire però solo partendo dal fatto che gli specchi originariamente avevano una funzione magico-sciamanica. Gli ideogrammi che compongono la parola specchio, possono essere tradotti con metallo che permette di ispezionare. Tenere in mano uno specchio significava poter reggere e contemplare l'universo intero. Di fronte il riflesso del sé e del mondo reale, sul retro una complessa cosmologia simbolica. L'uso edonistico si somma all'uso esoterico.
Lo specchio rotondo, riflettente luce, diviene anche simbolo del sole e dello Yang e al contempo simbolo della luna e dello Yin, dando vita a un dualismo energetico molto forte.
La mostra è arricchita di testi esplicativi essenziali per una completa fruizione delle tematiche e dei simboli. Grande plauso va dedicato al curatore e a chi ha realizzato l'allestimento, dando vita a un'atmosfera meditativa e intima.