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Come definire un thriller che fa increspare le labbra al pubblico con una sciarada di attori italiani dei cinepanettoni e diretto dalla promessa dei nuovi e giovani registi tedeschi, il Florian Henckel von Donnersmarck di La vita degli altri (2006)? Un comedy-thriller: e lui è d’accordo come ammette in conferenza stampa alla presenza di Johnny Depp.

In una Venezia – Parigi è toccata solo nei primi cinque minuti (contati) di film – raggiante tra gli effluvi liquidi delle calli e la spuma dei motoscafi americani, Angelica Jolie si erge impavida alla guida di queste veloci macchine di lusso della laguna rimorchiando il turista (sarà vero?) Johnny Depp. Un Depp piuttosto malaticcio, incongruente e poco disinvolto, in una divisa da uomo perbene e la dichiarazione di essere un matematico in vacanza.

La Jolie, dal canto suo, nella sua perfezione che sa tanto di posticcio e di mummificato, atteggia i labbroni a sorrisi sornioni – tanto è strasicura di avere tutti gli uomini ai suoi piedi come in una pubblicità del Martini – e astutamente falsi, accompagnandosi allo sdilinquito Depp e “tradendo” (forse) lo straricco e supericercato dal fisco britannico Alexander Pearce. Con lui ha avuto una relazione di circa un anno ed a Venezia la frastorna col lusso: abiti firmati e gioielli costosissimi dentro l’armadio a mò di cadeau, mentre il bel Paul Bettany, agente di Scotland Yard, gli dà la caccia senza ottenere alcun risultato. Ci saranno delle sorprese in questo senso però. Senza parlare di quelle tragicomiche che sembrano parodiare l’intera classe di attori italiani, belli e non: dal Raul Bova con un bel due di picche fino al tontolone Neri Marcoré da cui annotare la battuta: “sono americani” , mentre Depp, si è un americano, ma effettivamente inseguito da russi con ben evidenti intenzioni non pacifiche!

Christian De Sica nella parte dell’ispettore corrotto sta benissimo così come Frassica in quelle dell’agente “tordo” anche lui, che finisce in acqua: c’è solo da sperare che questa sia solo una commediola per farci ridere a quattro ganasce e non il concetto delle nostre forze di sicurezza italiane (sic!).

Una lode superscontata alla musica – scontata perché il compositore della colonna sonora è un Master del genere – di James Newton Howard, adatta a sottolineare le sequenze del film ed anche per la scelta di brani dal rock più recente come il brano dei Muse Map of the Problematique da Black Holes and Revelations (2006). Howard tra gli altri ha composto le musiche di Il principe delle maree, The Village, Michael Clayton ed Il fuggitivo, per cui ha avuto tutte nominations all’Oscar mentre insieme ad Hans Zimmer ha vinto il Grammy nel 2009 per Il cavaliere oscuro.