Gli ultimi libertini di Benedetta Craveri. I Lumi e l'aristocrazia

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
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Nelle pagine del libro di Benedetta Craveri, docente di letteratura francese e scrittrice raffinata e colta, rivive un mondo che venne cancellato dalla Rivoluzione francese del 1789. Infatti, la Craveri ha raccontato la vicenda umana e intellettuale di alcuni aristocratici, che vissero durante l’ultimo momento di grazia conosciuto dalla monarchia francese prima della fine dell’Ancien Régime, nel libro edito da Adelphi con il titolo Gli ultimi libertini. Questi aristocratici, di cui l’autrice ricorda nel libro l'eleganza, la raffinatezza e la capacità di sedurre il prossimo con la loro capacità di conversare e  con la loro grande cultura, avevano in comune la fede nei valori della libertà, della tolleranza e della cittadinanza promossi dalla civiltà dei Lumi.

Il libro si apre con il ritratto memorabile del Duca di Lauzun (Armand-Louis de Gontaut Biron), autore del libro Memorie, commentato da Benedetta Craveri. In questo testo di Lauzun vi è una descrizione precisa delle cause che provocarono la Rivoluzione francese e la fine della monarchia assoluta. La Francia, in seguito alla fine della Guerra dei Sette anni, combattuta contro l'Inghilterra, perdette una parte consistente dei suoi possedimenti coloniali. Questo fatto fu all’origine della crisi economica che minò la stabilità politica della monarchia assoluta. Lauzun, insieme con i suoi amici aristocratici, con cui aveva a lungo frequentato la corte di Versailles, era una ammiratore della monarchia inglese, il cui sistema parlamentare era stato elogiato da Voltaire nelle sue celebri Lettere filosofiche. Dopo la fine della Guerra dei Sette anni, il re Luigi XV ebbe un conflitto politico con il ministro degli esteri Choiseul, parente di Lauzun, su quale politica seguire verso l’Inghilterra. Il Re Luigi XV desiderava seguire una politica di pace, mentre il ministro riteneva indispensabile un'azione offensiva verso i possedimenti coloniali inglesi; per questo motivo il ministro Choiseul venne estromesso dal governo. Fu proprio questa crisi politica, successiva alla fine della Guerra dei Sette anni,  che compromise e incrinò il rapporto di fiducia tra i cittadini francesi, gli aristocratici e la monarchia.

Il duca di Lauzun ebbe una storia d’amore con la principessa polacca Izabella. Infatti, come osserva Benedetta Craveri, l’adulterio nell'aristocrazia francese era tollerato e accettato senza motivo di scandalo, poiché costituiva una sorta di correttivo rispetto ai matrimoni che venivano combinati tra i nobili, senza tenere in conto il loro consenso e la loro volontà. Come altri aristocratici di cui si parla nel libro, Lauzun era un uomo dotato di grande intelligenza, cosa che gli procacciò incarichi diplomatici e militari. A capo di una missione militare riuscì a riconquistare la fortificazione inglese in Senegal, da cui veniva gestito il terribile traffico degli schiavi, che nell’economia del tempo costituiva fonte di grandi guadagni e che fu aspramente deplorato da Montesquieu nel suo testo fondamentale Lo spirito delle leggi. Il Duca di Lauzun nel 1780 fece un viaggio nell'America del Nord e non ebbe esitazione a schierarsi con gli insorti nella guerra tra i coloni e l’Inghilterra. Il Duca simpatizzò con gli insorti nella guerra anglo-americana, poiché era affiliato alla massoneria. Le logge massoniche erano i luoghi in cui, come ricorda Benedetta Craveri, veniva propugnata l’ideologia liberatrice dei lumi. Come emerge nel racconto della vita di Lauzun, negli anni in cui la monarchia perdette la sua autorità nei riguardi dei cittadini francesi, Palais-Royal, che apparteneva ai Borbone e al duca Louis Philippe Joseph, divenne l’anti-Versailles. Infatti Louis Philip, divenuto duca,  adottò uno stile di vita improntato ai valori della libertà e della modernità, alimentando la fronda aristocratica contro la monarchia assoluta.

L’altro aristocratico di cui si parla nel libro in modo straordinario è il Visconte Joseph-Alexandre de Ségur. Come nota Benedetta Craveri, gli aristocratici erano dotati del potere di esercitare l’arte della seduzione verso le cortigiane e le donne di nobile lignaggio, sicché molte volte interpretavano un ruolo nei salotti, in cui si praticava la conversazione colta,   attraverso la sublime arte della recitazione. Infatti il Visconte di Ségur fu sia attore sia autore di testi teatrali e scrittore.  È importante notare che, all’interno dei sontuosi palazzi abitati dagli aristocratici, in molti casi vi era un teatro interno, in cui venivano allestite le rappresentazioni dei testi drammaturgici, interpretati dagli aristocratici. Questo era il caso del Visconte di Ségur, che fu l’autore delle celebri Corrispondenze segrete, libro che costituiva una sintesi perfetta della capacità e virtù che il libertino doveva possedere per piacere  e sedurre  le nobili aristocratiche e le cortigiane.

Ségur fu autore anche del libro La femme jalouse un romanzo epistolare che aveva come riferimento il famoso testo letterario di cui era autore Laclos, intitolato Le relazioni pericolose. Il Visconte di Ségur politicamente si collocò nel mondo della fronda aristocratica. Per questo motivo il Visconte venne allontanato dalla capitale e a Luzancy incontrò e conobbe Chaderlos de Laclos. Ségur, conversando con l’autore del libro Le relazioni pericolose, comprese che in esso Laclos aveva rappresentato in modo intelligente la natura fatua e superficiale di un'aristocrazia che aveva smarrito i suoi valori originari e, poiché era prigioniera della sua vanità, non poteva comprendere le cause politiche della crisi della monarchia assoluta.

Il libro di Laclos indicava la necessità di rinnovare moralmente e politicamente la società francese.  Il Duca di Brissac è un altro degli aristocratici di cui il lettore di questo libro può leggere il ritratto delineato in modo splendido da Benedetta Craveri. Il Duca possedeva in sommo grado il potere di sedurre: infatti fu l’amante della contessa Du Barry, che era stata la favorita di Luigi XV. Allontanata dalla corte di Versailles alla morte del Re Luigi XV da Maria Antonietta, divenuta la Regina di Francia, il Duca di Brissac volle che la pittrice Elisabeth Vigee Le Brun realizzasse un ritratto della contessa Du Berry, di cui era innamorato. Infatti il Duca di Brissac fu un collezionista di opere d’arte realizzate  dai più grandi pittori e artisti del  suo tempo, collezione destinata a confluire nel futuro museo del Louvre. Il duca di Brissac non si limitò a seguire gli ideali illuministici di fraternità e uguaglianza teorizzati nelle logge massoniche che frequentava, ma provvide a bonificare un acquitrino che da tempo minava la salute degli abitanti di Brissac, dimostrando di essere un uomo favorevole alle riforme liberali e al cambiamento.

Il conte di Narbonne, altro personaggio raccontato da Benedetta Craveri, visse la sua infanzia a Versailles in intimo contatto con la famiglia reale, poiché sua madre, la contessa di Narbonne, dirigeva la casa di Madame Adelaide e madame Victorie, sorelle del Re Luigi XV. Nel salotto frequentato dal conte di Narbonne si discutevano, mentre la crisi della monarchia si aggravava, i principali  problemi politici, quelli legati al commercio della Francia, le problematiche  delle finanze pubbliche e temi riguardanti  l'amministrazione. Inoltre nel salotto del conte di Narbonne si tenevano le lezioni di economia svolte da Panschaund e si commentavano le teorie fisiocratiche elaborate da Dupont de Nemourb.

Nel libro è memorabile la descrizione della nascita del clan dei Polignac, che si era formato nella corte di Versailles  ed esercitava una notevole influenza sulla personalità di Maria Antonietta, la quale orientava e condizionava le decisioni che il re di Francia, il suo consorte Luigi XVI, era chiamato a compire nell’esercizio dei suo compiti istituzionali di monarca. Nel libro ampio spazio è dato in un ampio capitolo agli eventi politici che portarono alla capitolazione della monarchia assoluta con la convocazione  e l'elezione dell'Assemblea costituente, nella quale accanto ai nobili e al clero per la prima volta trovò rappresentanza politica il Terzo stato, la futura borghesia. In tal modo finiva e veniva superata storicamente la società politica basata sulla divisione gerarchica degli ordini sociali.  Durante gli anni della rivoluzione francese nacquero i vari schieramenti politici, i girondini, i foglianti, il gruppo della Montagna, i giacobini.  Il periodo denominato Termidoro pose fine all’epoca del Terrore di Robespierre. Questo libro di Benedetta Craveri mostra come l’ideologia liberatrice dei lumi segnò la fine dell’Ancien Régime. Un saggio storico che è anche  e soprattutto un capolavoro letterario.  

Pubblicato in: 
GN28 Anno VIII Numero doppio 26 maggio - 2 giugno 2016
Scheda
Autore: 
Benedetta Craveri
Titolo completo: 

Gli ultimi libertini, Milano, Adelphi, 2016, 2ª ediz., pp. 620, € 27,00.