Wall Street di Oliver Stone. Un sistema "intrinsecamente disfunzionante"

Articolo di: 
Francesca Mazzoleni
Oliver Stone

Gli ambienti e le complesse dinamiche di Wall Street prendono di nuovo forma, con una meticolosità di spiegazioni e dettagli tecnici sorprendenti, in questa sorta di sequel del film del 1987 di Oliver Stone. A viverla in prima persona è il giovane Jake Moore (Shia La Beouf), abile intermediario finanziario della Keller Zabel Investments, in crisi dopo che preoccupanti voci riguardo all’investimento dell’azienda in miliardi in titoli tossici che hanno iniziato a diffondersi causando il fallimento dell’azienda e il suicidio dell’amministratore (Frank Langella).

Ma questa volta a dischiuderci i suoi segreti non è più la grande Wall Street di 23 anni fa fa, pericolosa e attraente con le sue promesse arriviste di scalate e successo, quanto un sistema, come lo definisce lo stesso Stone, “intrinsecamente disfunzionante”, messo in crisi da una delle più disastrose crisi finanziarie del nostro secolo.

Al sistema di speculazioni che ormai perfino un Gekko (personaggio reso grande da Michael Douglas) profeticamente definisce “il cancro che si è insinuato nel sistema finanziario e che manderà in rovina l’economia statunitense”, il giovane Jake oppone il desiderio di investire in energia pulita, puntando su “titoli” che non perderanno mai di valore nell’eterna giostra di Wall Street: la scelta di sposare la fidanzata Winnie (Carey Mulligan), nonché figlia di Gekko, l’attesa di un figlio

Sembra essere rimasto davvero poco dell’Impero del male che, rappresentato dal Wall Street dell’87, aveva affascinato e sedotto tanti futuri broker. Lo sconfitto sguardo di Gekko, spettatore che tira le somme davanti ad un mondo in rotta di collisione, sembra essere l’unico trait-d’union col film precedente. Un fazzoletto di seta, un orologio, un fermasoldi d’oro senza più soldi, un telefonino enorme e grottescamente retrodatato è quel poco che la vita penosamente ha potuto restituire ad un grande personaggio come lui, appena uscito dal penitenziario federale dopo aver scontato una condanna per frode finanziaria e traffici illeciti: le attività alle quali si era votato e che negli anni ’80 lo avevano reso ricco, potente e, nell’ottica di un certo sistema, vincitore.

Nel 2008 non è più plausibile che esistano uomini come Gekko. Quel personaggio, quel tipo di pirata finanziario è ormai tramontato. Nel 2008 le barriere tra le diverse istituzioni sono state abbattute dalla de-regolamentazione attuata progressivamente durante gli anni ‘80 e ‘90. ll denaro ha perso il suo fascino, la sua aura, allo stesso modo dei personaggi come Gekko che lo possedevano e ne incarnavano l’essenza.

Da una parte è da lodare lo sforzo di Stone di rappresentare lucidamente tematiche complesse come quelle della grande finanza, ma dall’altra è debole la scelta di immettere i personaggi, a partire dallo stesso Gekko (che nel primo film aveva una sua tragica grandezza di eroe negativo) nella mediocrità, rendendoli più “funzioni” da cliché del cinema americano che personalità complesse, soprattutto nella prevedibile conclusione del rapporto familiare. La grandezza del film non è certamente nei personaggi, quanto nell’aver affrontato, con ammirevole equilibrio e una virtuosa dinamicità visiva, argomenti complessi, attuali e poco narrativi come le dinamiche della crisi economica che ci ha coinvolto. E, anche se avremmo preferito che al lavoro di meticolosa analisi realistica Stone avesse affiancato una sintesi ideologica più chiara, - in grado di far trasparire con più forza tra le pieghe narrative il suo j’accuse - e quel punto di vista apertamente più critico che ha lasciato invece emergere durante la conferenza stampa, Il film mantiene la rara potenzialità di essere universalmente coinvolgente.
 
Di conseguenza, la visione non si conclude in sala, piuttosto si estende a lungo nel necessario dibattito critico che temi quali le cause morali del crollo della borsa, la necessità dell’avidità, il disastro dei mutui subprime, il potenziale del futuro dell’energia pulita, non possono non suscitare. E in questo ci uniamo alla speranza malinconicamente ottimistica di Stone “se ci dovrà essere una nuova bolla, almeno auguriamoci che possa essere verde…”.

Pubblicato in: 
GN23 Anno II 18 ottobre 2010
Scheda
Titolo completo: 

Wall Street
REGIA: Oliver Stone
SCENEGGIATURA: Allan Loeb, Stephen Schiff
ATTORI: Shia LaBeouf, Michael Douglas, Carey Mulligan, Josh Brolin, Charlie Sheen, Susan Sarandon, Frank Langella, Vanessa Ferlito, Eli Wallach, Natalie Morales, Jason Clarke, Donald Trump, Julianne Michelle, John Bedford Lloyd, Anna Kuchma, Madison Mason, Keith Middlebrook, Tom Mardirosian, Chuck Pfeiffer, Michelle Dibenedetti

Uscita al cinema 22 ottobre 2010

FOTOGRAFIA: Rodrigo Prieto
MONTAGGIO: David Brenner, Julie Monroe
MUSICHE: Craig Armstrong
PRODUZIONE: Edward R. Pressman Film
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
PAESE: USA 2010
GENERE: Drammatico
DURATA: 127 Min
FORMATO: Colore 2.35 : 1

Nella mia vita ho assistito a ben 4 bolle, ho visto la società fare da un salto di qualità all’altro ogni volta che c’era una bolla, una società che ha vissuto ben al di sopra dei propri mezzi: l’ho visto con il Vietnam, l’ho visto negli anni ‘80 con Regan, negli anni ’90 con la bolla di internet. Società che venivano valutate miliardi di dollari e che poi in realtà non avevano niente, non facevano utili e poi quest’ultima: la bolla del settore immobiliare. Per questo ho guardato a tutto ciò con un certo distacco, ironia. Sono e rimango un ottimista.”
Oliver Stone

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