54°Festival Nuova Consonanza. Detlev Glanert, un ritratto

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Detlev Glanert

Quest'anno il workshop di composizione De Musica ovvero la fabbrica della creatività è stato affidato a Detlev Glanert, musicista tedesco di chiara fama tra i più interessanti della sua generazione.

A conclusione del workshop mercoledì 13 dicembre scorso al musicista è stato dedicato un concerto preceduto da un incontro  moderato dal noto compositore e presidente di Nuova Consonanza, Lucio Gregoretti. Discorrendo con i presenti Glanert ha affermato che il suo interesse preponderante è l'opera fin da quando era bambino, quando il padre lo portò a teatro a vedere Il flauto magico di Mozart, che lo incantò tanto che la settimana dopo vide un'altra opera che lo colpì Die Soldaten di Bernd Alois Zimmermann (1918 – 1970), compositore che usò nella sua musica tecniche e forme musicali diverse. Ha detto come la pratica dell'hausmusik nella sua città natale, Amburgo, come in altre città tedesche, gli abbia consentito di potersi cimentare fin da ragazzo nella composizione e di ascoltare la sua musica, perché pensava prima alle note e poi al suono. Riceveva commissioni dai suoi compagni di scuola che ogni giovedì si riunivano e suonavano a prima vista. Ha avuto subito commissioni di ogni genere ma i suoi genitori non vedevano di buon occhio la sua passione e gli dicevano di trovarsi un lavoro vero perché affermavanoo che i musicisti muoiono di fame.

Iniziò a suonare la tromba nella banda dei vigili del fuoco, ma poi passò al contrabbasso e cominciò a suonare nell'orchestra giovanile di Amburgo, sottolineando come ogni Länder abbia un'orchestra giovanile di buon livello. Ritiene che questa sia stata un'esperienza fondamentale perché così ha acquisito una conoscenza profonda di tutti gli strumenti e di tutto il repertorio tedesco. Ha inoltre parlato di Hans Werner Henze (1926 - 2012) famoso compositore, che considera suo maestro, lo scelse anche per il fatto che Henze è anche un compositore di opere, perché comprese fin da subito la sua vocazione di dedicarsi alla scrittura operistica. Ha ricordato la sua esperienza al Cantiere Internazionale d'Arte Montepulciano e alla Scuola di Musica fondata da Henze, che lo aiutò a rappresentare la sua prima opera, Der Spiegel des großen Kaisers (Lo specchio del grande imperatore), e la diresse, la trama era tratta da un racconto di Stefan Zweig (1881-1942) su Federico II di Svevia. A proposito del concerto a lui dedicato ha asserito che, poiché scrive soprattutto musica per il teatro, la musica da camera rappresenta un momento intimo dedicato alla sperimentazione musicale che poi utilizzerà nell'opera.

Riguardo ai problemi della musica operistica contemporanea, che non viene rappresentata per paura di non riempire la sala, Glanert ha ricordato che nell'ottocento quando il melodramma era molto popolare, i teatri non registravano ogni sera il tutto esaurito, anzi. In Germania ogni Länder ha il suo teatro e non solo, attualmente i teatri attivi sono passati da 100 a 80. Ha inoltre spiegato il suo intenso lavoro con il librettista che dura fino alla fine perché durante la composizione la musica potrebbe determinare cambiamenti nel libretto. Più problematici i rapporti con i registi perché in Germania il regista può anche impedire al musicista di assistere alle prove e stravolgere completamente il contenuto dell'opera. Come il suo maestro Glanert usa i diversi linguaggi musicali cercando sempre di scrivere musica che coinvolga l'ascoltatore emotivamente e possa offrire spunti di riflessione.

Venendo al concerto le composizioni di Glanert si sono alternate a quelle di Henze, costruendo un dialogo stimolante tra maestro e allievo. Ha aperto il concerto Kammersonate (1948) per violino, violoncello e pianoforte di Henze, un brano giovanile scritto mentre studiava a Darmstadt, di cui poi disse: “Le serie e le strutture dodecafoniche pur presenti, non sono essenziali ma svolazzando qua e là come i nastrini blu in primavera (dalla poesia di Mörike:”Er ist's"). Era chiaro che si stava muovendo qualcosa e si prospettavano nuove possibilità”. Alcune caratteristiche dello stile di Henze che poi si evolveranno sono già presenti come la giocosità e la drammaticità, l'ironia e la cantabilità degli inserti melodici. Elysion (2013), quartetto per pianoforte, violino, viola e violoncello di Glanert è un omaggio affettuoso a Henze dopo la sua morte, è un brano emotivamente emozionante e coinvolgente. La composizione, il cui titolo richiama la serenità solare dei Campi Elisi si divide in tre parti. Hinter dem Wind (Seguendo il vento) la cui musica tumultuosa evoca le Eolie, le felici isole del vento, in cui il mito narra avesse dimora il dio Eolo. Segue Hortus conclusus, la cui musica meditativa descrive uno spazio intimo, precluso agli altri, che, come Glanert ha ricordato, Henze possedeva, era uno spazio in cui c'era un laghetto con le anatre in cui il compositore si ritirava a riflettere. Freies Geleit (lasciapassare) ricorda una poesia di Ingeborg Bachmann, grande amica di Henze, un lasciapassare dall'Ade al Paradiso che si spegne dolcemente in pianissimo. Vier Fantasien für Klavier op. 15 (1987) è in quattro parti Im Schweigen (in silenzio) un preludio meditativo, in Marmormeer (Mare di marmo) gruppi di note, onde sonore luminose si susseguono, fino alla conclusione con un ostinato. In Auf Reisen (In viaggio) la musica evoca un movimento continuo mentre in Abendland (occidente) il ritmo crea una tensione drammatica anche ironica.

Adagio Adagio (1993) Serenata per violino, violoncello e pianoforte di Henze è uno studio per l'Ottava sinfonia ispirata al Sogno di una notte di mezza estate, l'atmosfera densa di luminoso incanto evoca intensamente la commedia di Shakespeare. Conclusione con Pas de Quatre. Quartetto d’archi n. 2 (2006) fu composto per l'ottantesimo compleanno di Henze, Glanert considera il quartetto la forma musicale più intima e sperimentale, il titolo è strutturato su quattro elementi tematici: cantando, sottolineato dalla melodia, e urlando, caratterizzato da gruppi aspri di note, mentre ballando, è basato sul ritmo di Bolero, e fuggendo, sulla "fuga". Questi elementi si mescolano richiamando la molteplicità di stili e di sentimenti, di passioni, di emozioni un’attenzione alle diverse sfaccettature che compongono la psiche umana, che caratterizza le composizioni Henze e anche quelle di Glanert. La drammaticità che sottende la musica da camera di Glanert conferma la sua attitudine e passione per il teatro, affascinando e coinvolgendo il pubblico nella narrazione di eventi ed emozioni. Alessandro Viale al pianoforte  e il Quartetto Sincronie hanno interpretato con bravura e intensità le opere dei due artisti, riscuotendo il plauso del pubblico presente, che ha applaudito calorosamente anche Glanert.

Pubblicato in: 
GN9 Anno X 5 gennaio 2018
Scheda
Titolo completo: 

54°Festival Nuova Consonanza
mercoledì 13 dicembre MACRO via Nizza
ore 21 concerto

Portrait Detlev Glanert
concerto conclusivo del DE MUSICA 2017
alle ore 20 l’incontro con Detlev Glanert

Hans Werner Henze (1926-2012) Kammersonate (1948) per violino, violoncello e pianoforte

Detlev Glanert (1960) Elysion (2013),quartetto per pianoforte, violino, viola e violoncello
Detlev Glanert Vier Fantasien für Klavier op. 15** (1987)

Hans Werner Henze Adagio Adagio (1993) Serenata per violino, violoncello e pianoforte

Detlev Glanert Pas de Quatre. Quartetto d’archi n. 2** (2006)

Alessandro Viale pianoforte
Quartetto Sincronie
Houman Vaziri violino
Agnese Maria Balestracci violino
Arianna Bloise viola
Francesca Villiot violoncello